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9.0/10
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Oh, mia dea è sicuramente uno dei miei manga favoriti. La suddivisione in singoli episodi o in mini saghe permette al lettore di concentrarsi sull'universo in cui è ambientata la storia, con le sue creature e la sua complessa struttura, ma anche al back ground dei personaggi, superbamente caratterizzati, a parte forse qualche elemento di contorno. L'idea dell'agenzia d'aiuto delle dee è stata un buon trampolino di lancio grazie al quale l'autore ha potuto mostrarci quanto la sfera del divino e quella degli umani possano comunicare ed interagire, apprendendo e condividendo preziose esperienze. L'ecletticità della storia, che a seconda della saga può includere diversi generi uniti a quello principale, rendono Oh mia dea un'opera adatta a tutti.
Non assegno dieci per due motivi: il disegno delle gambe delle dee che non mi ha mai convinto completamente, e il rapporto eccessivamente platonico tra Keichi e Belldandy, a volte addirittura frustrante.