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8.0/10
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<strong>Ikkitousen</strong> è un manga realizzato da <i>Yuji Shiozaki</i> che propone una rivisitazione del <em>Sangokushi</em>, noto ai più come la “<em>Storia dei tre regni</em>”. Questo romanzo, attribuito a <em>Luo Guanzhong</em>, risale al XIV secolo d.C. ed è basato sulla cronistoria originale, datata III secolo d.C., scritta da <em>Chen Shou</em>; all’interno di quest’avvincente opera sono narrati gli eventi che contrassegnarono il cosiddetto periodo dei Tre Regni, un momento particolare della storia cinese segnato dalle epiche battaglie che seguirono la caduta della dinastia Han e, infine, portarono alla fondazione del Regno Wei.

Agli appassionati di anime e manga sicuramente questo nome non suonerà nuovo, e, infatti, molte sono state le opere che hanno attinto in vario modo a questa storia ormai leggendaria, a partire dal manga <em>Yokoyama Mitsuteru Sangokushi</em> disegnato da <em>Mitsuteru Yokoyama</em>, per finire con il recente <em>SD Gundam Sangokuden: Romance of the Three Kingdoms</em>. Ma il fascino di quest’antico romanzo, tra i più importanti nella tradizione dell’Asia Orientale, è andato ben oltre, arrivando persino a ispirare la celebre serie di videogames <em>Dynasty Warriors</em> e il colossal “<em>La battaglia dei tre regni</em>” di <em>John Woo</em>.
In un simile contesto, sicuramente non è facile creare un’opera originale in grado di differenziarsi dai tanti predecessori; d’altronde, per quanto possa essere sviluppata, la storia dei Tre Regni sostanzialmente resta sempre quella. Per superare quest’ostacolo <em>Shiozaki</em> ha avuto un’idea decisamente interessante: <strong>riproporre le vicende del romanzo in chiave moderna</strong>.

Protagonisti della storia, infatti, non sono Sun Ce, Cao Cao e Liu Bei, ovvero quegli eroi che, secoli addietro, combatterono per imporre il loro dominio sulla Cina, ma dei ragazzi, i <em>toushi</em>, che, riproponendo quella lotta ormai entrata nella leggenda, si sfidano in scontri all'ultimo sangue per ottenere il potere ed il controllo sugli altri guerrieri. Ogni <em>toushi</em> indossa una <i>magatama</i>, particolare pietra che, nell’immaginario di <em>Shiozaki</em>, racchiude al suo interno lo spirito e l’essenza di quei guerrieri che calcarono i campi di battaglia durante l’epoca dei Tre Regni. Le <i>magatama</i>, incastonate ognuna in un orecchino, sono in grado di concedere ai <em>toushi</em> incredibili poteri. Tutto ciò, però, ha un prezzo elevato: i portatori del misterioso monile, loro malgrado, sono <strong>vincolati a un destino ormai segnato e spesso tragico</strong>. Non potendo infatti sfuggire agli eventi che segnarono la storia dei Tre Regni e dei suoi protagonisti; i <i>toushi</i> diventano quindi parte di un ciclo che, senza interruzioni, si ripete da ben 1800 anni.

Molti sono i personaggi che si avvicendano nel corso della storia, tuttavia <em>Shiozaki</em> nelle prime fasi focalizza la sua attenzione in particolare sulla formosa <strong>Hakufu Sonsaku</strong>, l’incarnazione, alquanto svampita, dello spirito di Sun Ce (Il Piccolo Conquistatore). <strong>Ikkitousen</strong>, infatti, inizia proprio nel momento in cui la bella Hakufu si ritrova coinvolta nella lotta tra i <i>toushi</i>, e, come in passato Sun Ce prestò i suoi servizi per Yuan Shu, alla stesso modo Hakufu si trasferisce presso l’accademia Nanyo, controllata da Enjutsu (versione giapponese di Yuan Shu), per prendere parte al grande torneo dei <em>toushi</em>. Intorno ad Hakufu si muovono molti altri personaggi, in primo luogo <strong>Kokin Shuyu</strong>, cugino della ragazza, il cui destino è legato a Zhou Yu, amico d'infanzia di Sun Ce, di cui divenne anche braccio destro e stratega. Kokin, in quanto erede della famiglia Shu, ha il compito di proteggere ‘l’erede’ di Sun Ce, in questo caso Hakufu, permettendole così di raggiungere il potere e, allo stesso tempo, sfuggire al tragico destino che le è stato riservato. In questo sarà aiutato dalla bellissima <strong>Ryomou Shimei</strong> (Lü Meng), uno dei personaggi più affascinanti dell’opera di <i>Shiozaki</i>, non solo per lo stravagante modo di vestirsi, ma anche perché dotata di una personalità ben sviluppata, a tratti crudele e spietata.
Inizialmente la trama appare ristretta alle sole vicende dell’accademia Nanyo e del torneo dei <em>toushi</em>, ma presto sulla scena si affacciano nuovi personaggi, i quali completano così il grande scenario che vede tre fazioni in lotta tra di loro. Gradualmente, quindi, faranno la loro comparsa <strong>Sousou Moutoku</strong>, capo dell’accademia Kyoshou e incarnazione di Cao Cao, e <strong>Ryuubi Gentoku</strong>, legata allo spirito di Liu Bei e impacciata leader della Seito, in cui ‘milita’ l’algida <strong>Kan'u Unchou</strong>, la più temuta dei <em>toushi</em>, perché in possesso della <i>magatama</i> di Guan Yu, generale dal leggendario coraggio e formidabile combattente.
In generale i personaggi sono dotati tutti di una personalità abbastanza originale, anche se, come nel caso di Hakufu, non manca un richiamo più o meno evidente a stereotipi già ampiamente collaudati. Nel complesso comunque se ne ricava una sensazione piacevole, e, già detto di Ryomou, sembra più che ovvio citare l’apparente freddezza e inflessibilità di Kan'u o l’eccentrico comportamento di Kakouton Genjou. In ogni caso <b>Ikkitousen</b> è un manga d’azione; è pertanto assurdo aspettarsi un’accurata introspezione della psiche dei personaggi, che, pur non spiccando per profondità, a ogni modo appaiono adeguatamente caratterizzati e diversificati.

Passando al lato tecnico, se una cosa non manca a <em>Shiozaki</em>, questa è sicuramente il talento nel disegno: le sue tavole sono sempre precise e abbastanza pulite, caratterizzate da uno stile semplice e netto. I fondali, almeno all’inizio, paiono in realtà abbastanza scarni; l’autore, difatti, tende a prediligere inquadrature piuttosto strette, che, pur essendo in piena sintonia con lo stile dell’opera, comportano come conseguenza scenari alquanto limitati. Al contrario, sin dal primo capitolo risulta subito evidente la <strong>notevole cura riposta nella rappresentazione grafica dei protagonisti</strong>. D’altronde, considerando anche l’elevato numero di personaggi presenti in <strong>Ikkitousen</strong>, è senz’altro notevole il modo in cui <em>Shiozaki</em> sia riuscito a destreggiarsi creando aspetti originali e immediatamente riconoscibili. Questa particolare cura si affina progressivamente nel corso del tempo, palesandosi anche nelle fasi concitate, in cui non solo si mantiene un certo ordine, ma non si perde in alcun modo la precisione del disegno, che, nel caso delle ragazze, è anche caratterizzato da una certa dovizia di particolari che lascia ben poco all’immaginazione.

In quest’ottica, uno degli elementi più importanti di <strong>Ikkitousen</strong> è la forte presenza di <strong>fanservice</strong>. Quest’ultimo è senza ombra di dubbio uno dei tratti caratteristici di <em>Shiozaki</em>, che sarà poi proposto anche nel successivo <a href="http://www.animeclick.it/manga.php?xtit=Battle+Club"><em>Battle Club</em></a>. In tal senso, non solo le protagoniste sono decisamente formose, ma hanno anche la ‘particolare’ abitudine di <strong>finire ogni combattimento con ben pochi vestiti addosso</strong>, tanto che, nelle fasi preliminari degli scontri, le magliette sono la prima cosa che viene distrutta nell’impeto della lotta. Senza alcuna ipocrisia va riconosciuto che la mano di <em>Shiozaki</em> è in grado di regalare delle scene particolarmente gratificanti per gli occhi, allo stesso tempo, volendo muovere una critica, si può in effetti riconoscere un certo ‘abuso’ su tale versante, anche perché, rispetto a <em>Battle Club</em>, in cui il fanservice è usato in chiave nettamente comica, in <strong>Ikkitousen</strong> si ha l’impressione che a volte <em>Shiozaki</em> realizzi scene abbastanza fini a se stesse. Ad ogni modo, può piacere o meno, ma un po’ di fanservice non ha mai ucciso nessuno, soprattutto se, come in questo caso, si ha a che fare, sia con un ottimo disegnatore, sia con un contesto e una trama ben sviluppati. In fondo poi non si può negare che molta della fama ottenuta da <strong>Ikkitousen</strong> sia il riflesso di quella delle sue protagoniste, che tanti cuori hanno conquistato; <em>Shiozaki</em>, infatti, ha saputo stregare i suoi lettori con gli stravaganti cosplay di Ryomou, con l’algido fascino della bella Kan'u, o con l’imperturbabile bellezza di Chou’un Shiryuu. Insomma, <b>Ikkitousen</b> è questo, prendere o lasciare, non c’è una via di mezzo, e forse è meglio così.

Presentata in pompa magna durante lo scorso <em><strong>Lucca Comics</strong></em>, con tanto di presenza dal vivo del divertito <em>Yuji Shiozaki</em>, l’edizione della <strong>J-Pop</strong> a livello qualitativo segue gli standard a cui ormai ci ha abituato l’editore, abbinando all’ottima qualità della carta e della stampa anche le bellissime tavole a colori presenti nell’edizione originale. Unica nota negativa è l’assenza di qualsiasi editoriale o comunque di un’introduzione all’opera; a questa mancanza la <strong>J-Pop</strong> ha in parte supplito con uno <a href="http://www.j-pop.it/view.php?section=news&id=127">speciale</a> pubblicato recentemente sul suo sito, che, tuttavia, è macchiato dall’imperdonabile colpa di spoilerare un po’ troppo. Nel complesso comunque ci si trova di fronte a un’edizione di buon pregio, che segue le orme di quella realizzata per <em>Battle Club</em> e si rivela perfettamente in linea con le aspettative legate al prezzo (6 euro).

Traendo le conclusioni, <strong>Ikkitousen</strong> è un manga decisamente piacevole, in grado di abbinare un buon disegno a una storia complessa e coinvolgente, che progressivamente tende ad ampliarsi, consegnando un quadro ricco di eventi e ben dettagliato. Un titolo scorrevole e consigliato agli amanti dell’azione, che potranno gustare una trama densa di scontri all’ultimo sangue tra i vari protagonisti, in piena linea con lo stile di un’opera che, eterna rivale di <em><a href="http://www.animeclick.it/manga.php?xtit=Inferno+e+Paradiso">Tenjo Tenge</a></em> (<em>Inferno e Paradiso</em>), appartiene a quel genere che strizza l'occhio alla realtà delle arti marziali.