Recensione
Baljak
8.0/10
Non ho letto molti Manhwa, ma questo titolo è uno dei miei preferiti, senza contare che ha veramente tanto da insegnare a diversi Manga con tema gang di teppisti a sfondo scolastico.
La storia è presto detta: Jo Pae è letteralmente un pazzo esaltato, egocentrico, scaltro come una volpe e dall'incredibile carisma. Questo basterebbe a convincere chiunque a fuggire lontano da lui, eppure, sarà proprio il suo atteggiamento a scatenare l'ira di alcuni, l'ilarità di altri nonché fascino e carisma in coloro che volenti o dolenti, diventeranno poi i suoi seguaci. Ma non si tratta di semplice rivalsa giovanile, bensì di un sogno più grande, quello che vuole portare Jo a diventare il più forte, se non il Re del Mondo intero. Questo permetterà al ragazzo di farsi due compagni che con lui non hanno assolutamente nulla da spartire, ma che tuttavia gli staranno sempre e costantemente accanto: Ho Ra, a sua volta una leggenda nella scuola che frequentava e con l'ossessione per le belle ragazze ed Han Ryu, misterioso e taciturno filosofo immerso in un mondo tutto suo concentrato di tatoo e piercing (e concedetemelo: forse un po' fatto). I tre combatteranno, perderanno, vinceranno, subiranno grosse perdite nel loro gruppo e verseranno lacrime, conquisteranno incredibili vittorie, rideranno e soprattutto cresceranno.
Cos'ha di diverso Bal Jak da altri titoli sul generis? L'incredibile verve dei protagonisti, dei comprimari e la forte caratterizzazione degli stessi sia a livello fisico che caratteriale, che catalizza il lettore nell'opera sin da subito permettendo di affezionarsi ai medesimi in maniera pressoché istantanea, cosa che non ho potuto dalla mia dire per altri titoli come QP e Worst. Ed è il disegno e la sceneggiatura dell'opera che andiamo ad analizzare nel suo svolgimento: cominciata a quattro mani dalla mente di Jeon Sang Young e dal disegno di Kim Young Oh, a metà serie prosegue e viene conclusa solo da quest'ultimo a causa di altri impegni e progetti di Young e per nessuna discrepanza tra i due, è il caso di specificarlo. Questo permette ad Oh di proseguire l'opera con più libertà mettendo le ali ai piedi dei suoi personaggi e ciò che ne verrà fuori è decisamente molto evidente, visto che l'opera stessa tocca temi un po' più profondi e sentimentali, evolvendo ulteriormente lo stile dapprima già particolareggiato e molto gradevole. Proprio nello stile di disegno di Oh è possibile incontrare diverse influenze giapponesi, la più palese parrebbe quella di Takehiko Inoue, visto che tra capigliatura ed espressioni, possiamo notare certe assonanze tra Jo e il più noto Sakuragi di Slam Dunk, sebbene nel tempo ciò vada a distaccarsi prendendo una strada tutta sua. Particolare non indifferente nella sceneggiatura, cominciata da Young e mantenuta salta da Oh, è una voce narrante non ancora ben identificata per tutto l'arco dell'opera che parla al passato, rivelando alcuni particolari inerenti ad un futuro che, ahimè, nella serie non vedremo mai.
Bal Jak sa emozionare, raccontando le vicende di una persona normale che vuole uscire dall'ordinario e per farlo non ha superpoteri del caso ne tanto meno è la reincarnazione di qualcuno o tanto più è stato scelto come predestinato da qualche antica e bizzarra leggenda. È solo un ragazzo completamente anonimo che vuole lasciare un segno nella storia, mettendoci tutto il suo impegno, carisma, entusiasmo e coraggio: questo rende Bal Jak un titolo veramente meritevole della sua lettura. Consigliato agli appassionati del genere e non solo, un buonissimo titolo.
Curiosità: Giorgio Ronchini, secondo classificato alla decima edizione del Grande Fratello, viene soprannominato Jo e nel suo account Facebook, porta il nome di Jo Pae, oltre che alcune foto in cui aveva lo stesso taglio con 'cicatrice' proprio come il protagonista di Bal Jak, a cui si aspira quale modello di vita, essendo un grande appassionato dell'opera.
La storia è presto detta: Jo Pae è letteralmente un pazzo esaltato, egocentrico, scaltro come una volpe e dall'incredibile carisma. Questo basterebbe a convincere chiunque a fuggire lontano da lui, eppure, sarà proprio il suo atteggiamento a scatenare l'ira di alcuni, l'ilarità di altri nonché fascino e carisma in coloro che volenti o dolenti, diventeranno poi i suoi seguaci. Ma non si tratta di semplice rivalsa giovanile, bensì di un sogno più grande, quello che vuole portare Jo a diventare il più forte, se non il Re del Mondo intero. Questo permetterà al ragazzo di farsi due compagni che con lui non hanno assolutamente nulla da spartire, ma che tuttavia gli staranno sempre e costantemente accanto: Ho Ra, a sua volta una leggenda nella scuola che frequentava e con l'ossessione per le belle ragazze ed Han Ryu, misterioso e taciturno filosofo immerso in un mondo tutto suo concentrato di tatoo e piercing (e concedetemelo: forse un po' fatto). I tre combatteranno, perderanno, vinceranno, subiranno grosse perdite nel loro gruppo e verseranno lacrime, conquisteranno incredibili vittorie, rideranno e soprattutto cresceranno.
Cos'ha di diverso Bal Jak da altri titoli sul generis? L'incredibile verve dei protagonisti, dei comprimari e la forte caratterizzazione degli stessi sia a livello fisico che caratteriale, che catalizza il lettore nell'opera sin da subito permettendo di affezionarsi ai medesimi in maniera pressoché istantanea, cosa che non ho potuto dalla mia dire per altri titoli come QP e Worst. Ed è il disegno e la sceneggiatura dell'opera che andiamo ad analizzare nel suo svolgimento: cominciata a quattro mani dalla mente di Jeon Sang Young e dal disegno di Kim Young Oh, a metà serie prosegue e viene conclusa solo da quest'ultimo a causa di altri impegni e progetti di Young e per nessuna discrepanza tra i due, è il caso di specificarlo. Questo permette ad Oh di proseguire l'opera con più libertà mettendo le ali ai piedi dei suoi personaggi e ciò che ne verrà fuori è decisamente molto evidente, visto che l'opera stessa tocca temi un po' più profondi e sentimentali, evolvendo ulteriormente lo stile dapprima già particolareggiato e molto gradevole. Proprio nello stile di disegno di Oh è possibile incontrare diverse influenze giapponesi, la più palese parrebbe quella di Takehiko Inoue, visto che tra capigliatura ed espressioni, possiamo notare certe assonanze tra Jo e il più noto Sakuragi di Slam Dunk, sebbene nel tempo ciò vada a distaccarsi prendendo una strada tutta sua. Particolare non indifferente nella sceneggiatura, cominciata da Young e mantenuta salta da Oh, è una voce narrante non ancora ben identificata per tutto l'arco dell'opera che parla al passato, rivelando alcuni particolari inerenti ad un futuro che, ahimè, nella serie non vedremo mai.
Bal Jak sa emozionare, raccontando le vicende di una persona normale che vuole uscire dall'ordinario e per farlo non ha superpoteri del caso ne tanto meno è la reincarnazione di qualcuno o tanto più è stato scelto come predestinato da qualche antica e bizzarra leggenda. È solo un ragazzo completamente anonimo che vuole lasciare un segno nella storia, mettendoci tutto il suo impegno, carisma, entusiasmo e coraggio: questo rende Bal Jak un titolo veramente meritevole della sua lettura. Consigliato agli appassionati del genere e non solo, un buonissimo titolo.
Curiosità: Giorgio Ronchini, secondo classificato alla decima edizione del Grande Fratello, viene soprannominato Jo e nel suo account Facebook, porta il nome di Jo Pae, oltre che alcune foto in cui aveva lo stesso taglio con 'cicatrice' proprio come il protagonista di Bal Jak, a cui si aspira quale modello di vita, essendo un grande appassionato dell'opera.