Recensione
Mew Mew a la mode
2.0/10
Recensione di Sgt. Pepper
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Probabilmente uno dei manga più ridicoli che abbia mai letto. Non sono una fan di Tokyo Mew Mew, ma posso anche solo vagamente concepire che per un amante del genere "supereorine in costumino che salvano la terra una trasformazione dopo l'altra" un manga simile possa risultare più o meno gradevole; fatta questa premessa, sfido chiunque a spezzare una lancia in favore di questo trionfo di banalità.
Come già si sapeva dalla fine della prima serie, Ichigo e il suo tipo di cui nemmeno ricordo il nome (ho vaghi ricordi risalenti a qualche anno fa di Debora Magnaghi che strilla "Mark!" su Italia1, ma non ho dubbi sul fatto che il suo vero nome fosse un altro) se ne sono andati in Inghilterra, gli alieni hanno fatto le valigie, e il mondo dovrebbe essere più o meno in pace. Niente di più sbagliato! Una nuova minaccia si profila all'orizzonte, il tutto per dare modo ad una nuova protagonista di comparire sulle scene, più eroica(mente stupida) che mai. La fanciulla in questione è Berry, che, sicuramente in virtù di una notevole intelligenza, arguzia e chissà quali altre doti eccezionali che noi umani non siamo in grado di cogliere, riceve i geni di un gatto in via di estinzione e di un raro coniglio, grazie ai quali potrà impedire l'imminente fine del mondo e lasciar vivere l'umanità felice e contenta, si spera una volta per tutte.
Ora, se questo non fosse un manga ma una fan fiction non esiterei a definire questa nuova protagonista una Mary Sue fatta e finita. Spunta fuori dal nulla, riceve quelli che, a detta di tutti gli altri personaggi, sono poteri incredibili, fantastici, supermeravigliosi, e in cinque minuti diventa il nuovo capo delle Mew Mew (che nemmeno la conoscono, ma chiaramente la accettano fin da subito). Mi stupisce che senzanome fidanzato di Ichigo non molli immediatamente l'ormai spodestata ex protagonista per mettersi con lei. Fortunatamente la nuova arrivata si porta appresso anche un amico d'infanzia, e si sa, nel mondo degli shoujo ogni amico d'infanzia deve obbligatoriamente essere innamorato della protagonista da tempi immemori: quindi ecco comparire Tasuku, che, poveretto, non è neanche così male come personaggio (probabilmente è l'unica invenzione decente dell'autrice Mia Ikumi, che qui dimostra ampiamente di non essere in grado di lavorare da sola) peccato che sia insito nella sua stessa natura l'essere innamorato di Berry senza via di scampo.
Sui nemici di turno non vale la pena di spendere più di due parole, non si capisce quale sia il loro scopo in tutta la vicenda a parte mettere i bastoni fra le ruote alla protagonista e alle altre - ebbene si, esistono ancora, nonostante non compaiano quasi mai - Mew Mew, per poi arrendersi nel giro di cinque minuti, pentendosi delle loro perfide (?) azioni, naturalmente anche grazie al tempestivo ritorno di Ichigo, che dopo aver ampiamente dimostrato la sua scarsa utilità all'interno del gruppo essendo stata soppiantata dalla prima arrivata, unisce le sue forze a quelle di Berry per riportare la gioia e la felicità nella città di Tokyo.
Insomma, bocciato su tutti i fronti. Non assegno un 1 solo perchè, pur non essendo affatto il mio genere, i disegni sono abbastanza graziosi, ma a parte questo se lo meriterebbe senza ombra di dubbio.
Come già si sapeva dalla fine della prima serie, Ichigo e il suo tipo di cui nemmeno ricordo il nome (ho vaghi ricordi risalenti a qualche anno fa di Debora Magnaghi che strilla "Mark!" su Italia1, ma non ho dubbi sul fatto che il suo vero nome fosse un altro) se ne sono andati in Inghilterra, gli alieni hanno fatto le valigie, e il mondo dovrebbe essere più o meno in pace. Niente di più sbagliato! Una nuova minaccia si profila all'orizzonte, il tutto per dare modo ad una nuova protagonista di comparire sulle scene, più eroica(mente stupida) che mai. La fanciulla in questione è Berry, che, sicuramente in virtù di una notevole intelligenza, arguzia e chissà quali altre doti eccezionali che noi umani non siamo in grado di cogliere, riceve i geni di un gatto in via di estinzione e di un raro coniglio, grazie ai quali potrà impedire l'imminente fine del mondo e lasciar vivere l'umanità felice e contenta, si spera una volta per tutte.
Ora, se questo non fosse un manga ma una fan fiction non esiterei a definire questa nuova protagonista una Mary Sue fatta e finita. Spunta fuori dal nulla, riceve quelli che, a detta di tutti gli altri personaggi, sono poteri incredibili, fantastici, supermeravigliosi, e in cinque minuti diventa il nuovo capo delle Mew Mew (che nemmeno la conoscono, ma chiaramente la accettano fin da subito). Mi stupisce che senzanome fidanzato di Ichigo non molli immediatamente l'ormai spodestata ex protagonista per mettersi con lei. Fortunatamente la nuova arrivata si porta appresso anche un amico d'infanzia, e si sa, nel mondo degli shoujo ogni amico d'infanzia deve obbligatoriamente essere innamorato della protagonista da tempi immemori: quindi ecco comparire Tasuku, che, poveretto, non è neanche così male come personaggio (probabilmente è l'unica invenzione decente dell'autrice Mia Ikumi, che qui dimostra ampiamente di non essere in grado di lavorare da sola) peccato che sia insito nella sua stessa natura l'essere innamorato di Berry senza via di scampo.
Sui nemici di turno non vale la pena di spendere più di due parole, non si capisce quale sia il loro scopo in tutta la vicenda a parte mettere i bastoni fra le ruote alla protagonista e alle altre - ebbene si, esistono ancora, nonostante non compaiano quasi mai - Mew Mew, per poi arrendersi nel giro di cinque minuti, pentendosi delle loro perfide (?) azioni, naturalmente anche grazie al tempestivo ritorno di Ichigo, che dopo aver ampiamente dimostrato la sua scarsa utilità all'interno del gruppo essendo stata soppiantata dalla prima arrivata, unisce le sue forze a quelle di Berry per riportare la gioia e la felicità nella città di Tokyo.
Insomma, bocciato su tutti i fronti. Non assegno un 1 solo perchè, pur non essendo affatto il mio genere, i disegni sono abbastanza graziosi, ma a parte questo se lo meriterebbe senza ombra di dubbio.