Recensione
Spirit in the Sky
6.0/10
"A volte mi dicono che faccio meglio il panettiere del fumettista", chiosa l'autore sul finire del volume.
Ora, non arriverei a dire tanto! Certo, "Spirit in the sky" è una raccolta di racconti che mi ha lasciato abbastanza perplesso ed è lì sullo scaffale perché in futuro dovrò decidere cosa farne: occorre una rilettura, prima di decidere se tenerlo o no.
Le storie hanno tutte un sapore horror, alla Kitaro dei Cimiteri, se qualcuno l'ha letto, ma più serio. In una di esse, il protagonista perde addirittura un occhio, che mi sembra un chiaro riferimento.
Ammetto di non essere un grande amante del genere, per cui la mia critica potrebbe essere viziata da questo particolare (due voti in meno?). Di bello c'è che lo stile del disegno è spesso sporco, innaturale, e quindi perfetto per il tono generale dell'opera. Potrebbe, d'altro canto, non piacere affatto: non sono quelle linee pulite e patinate che si vedono al giorno d'oggi nei manga mainstream.
Personalmente apprezzo le cose diverse e particolari, e quest'opera lo è senz'altro. Devo però lamentare un senso di insoddisfazione, principalmente dovuto alla qualità altalenante dei racconti. Una paio mi sono piaciuti, due confesso di non averli capiti per quanto mi sforzassi, mentre gli altri non hanno lasciato segni tangibili. Scorre via in modo piacevole, eppure sono quasi sicuro che ci sono dei modi migliori per spendere 8 euro.
Chissà! Magari, una volta appropriatomi della chiave di lettura, Igarashi diventerà il mio mangaka preferito, nel qual caso aggiornerò la recensione cospargendomi il capo di cenere. La vedo molto dura, e non perché io abbia remore ad ammettere di avere sbagliato.
Ora, non arriverei a dire tanto! Certo, "Spirit in the sky" è una raccolta di racconti che mi ha lasciato abbastanza perplesso ed è lì sullo scaffale perché in futuro dovrò decidere cosa farne: occorre una rilettura, prima di decidere se tenerlo o no.
Le storie hanno tutte un sapore horror, alla Kitaro dei Cimiteri, se qualcuno l'ha letto, ma più serio. In una di esse, il protagonista perde addirittura un occhio, che mi sembra un chiaro riferimento.
Ammetto di non essere un grande amante del genere, per cui la mia critica potrebbe essere viziata da questo particolare (due voti in meno?). Di bello c'è che lo stile del disegno è spesso sporco, innaturale, e quindi perfetto per il tono generale dell'opera. Potrebbe, d'altro canto, non piacere affatto: non sono quelle linee pulite e patinate che si vedono al giorno d'oggi nei manga mainstream.
Personalmente apprezzo le cose diverse e particolari, e quest'opera lo è senz'altro. Devo però lamentare un senso di insoddisfazione, principalmente dovuto alla qualità altalenante dei racconti. Una paio mi sono piaciuti, due confesso di non averli capiti per quanto mi sforzassi, mentre gli altri non hanno lasciato segni tangibili. Scorre via in modo piacevole, eppure sono quasi sicuro che ci sono dei modi migliori per spendere 8 euro.
Chissà! Magari, una volta appropriatomi della chiave di lettura, Igarashi diventerà il mio mangaka preferito, nel qual caso aggiornerò la recensione cospargendomi il capo di cenere. La vedo molto dura, e non perché io abbia remore ad ammettere di avere sbagliato.