Recensione
Bokura ga ita mi è stato consigliato talmente tanto spassionatamente da tante persone che è stato uno dei pochi manga di cui ho comprato tutti i numeri usciti a scatola chiusa senza esitazione e devo ammettere che non me ne sono pentita. Nonostante durante la lettura dei primi volumi abbia pensato che come opera non fosse affatto originale, le vicende e i protagonisti (etichettabili superficialmente come comuni) hanno comunque catturato subito la mia curiosità e, dopo aver letto tutto d'un fiato 13 numeri, sono dell'idea che Yuuki Obata stia facendo un ottimo lavoro e che Bokura ga ita sia assolutamente un bellissimo shojo.
La storia ha inizio come tante altre durante il primo anno di liceo, quando Nanami e Yano si ritrovano nella stessa classe. Nanami è a detta di tutti una ragazza molto semplice, sia per quanto riguarda il suo aspetto che per il carattere e il medio andamento scolastico, mentre Yano è il classico fighetto; il bello della classe di cui tutte sono innamorate e che nonostante le scarse ore dedicate allo studio durante la giornata, ha risultati scolastici eccezionali.
Nana e Yano sono quindi due personaggi banali, che in modo rapido e altrettanto banale passano dall'intolleranza reciproca al reciproco interesse, e decidono di mettersi insieme. I primi capitoli del manga da me riassunti, sono senza dubbio dolci e freschi come ogni primo amore che si rispetti, ma hanno da offrire poco altro. Ciò che però secondo me è veramente mirabile, è il modo in cui Yuki Obata è riuscita lentamente ad inserire elementi tragici all'interno della storia. Infatti, nonostante i due protagonisti siano prodighi di sorrisi nei primi volumi, intuiamo subito un velo di inquietudine che caratterizza la vita di Yano e il suo passato. Col passare dei capitoli ce ne vengono rivelati i risvolti più tristi, ma lentamente, così come lentamente si evolvono i sentimenti di Nanami per Yano e viceversa, proprio quando i due giungono al culmine del loro amore ecco che l'angosciante passato di lui si ripropone agli occhi della protagonista così come ai nostri, e assieme a Nanami ci chiediamo: è possibile andare avanti e dimenticare? È possibile cancellare il passato o più semplicemente accettarlo?
È attraverso riflessioni di questo tipo che seguiamo la crescita di questa giovane coppia, di Nana e Yano, che coraggiosamente si fanno forza e cercano di superare i sempre più numerosi ostacoli che si pongono loro davanti ed è con loro che soffriamo, nel momento in cui il loro rapporto così forte e puro, modello di aspirazione per tutti gli amici, improvvisamente si spezza, affossato da difficoltà troppo grandi per essere sopportate da due adolescenti.
Bokura ga ita avrebbe potuto concludersi così, con un finale amaro, negativo ma, come tutta l'opera, realistico e invece Yuki Obata ha deciso di mostrarci i due protagonisti adulti, di farci vedere ancora una volta quanto possano essere dolorosi i ricordi, quanto possano influenzare le nostre vite e renderci incapaci di investire le energie in rapporti costruttivi, rendendoci schiavi di qualcosa di bello ma che consapevolmente abbiamo sciupato e per questo non abbiamo il coraggio di recuperare.
Essendo il manga ancora in prosecuzione, nonostante la Obato lo abbia iniziato nel 2002 ed abbia superato le aspettative della stessa autrice circa la sua durata, non possiamo fare altro che aspettare e condividere l'ansia di Nana e Yano. C'è da dire in suo favore che nonostante la lunghezza atipica per uno shojo, Bokura ga ita non scade mai e numero dopo numero è capace di regalare grandi emozioni e frasi ad effetto che per quanto semplici (o forse proprio per questo), sono difficili da dimenticare. I disegni sono luminosi e curati, soprattutto per quanto riguarda gli occhi, le copertine sono bellissime, sognanti e nostalgiche e l'edizione Flashbook senza dubbio non delude.
Non posso quindi fare a meno di consigliare questo shojo a tutti, soprattutto a chi solitamente snobba il genere, proprio per ricredersi.
La storia ha inizio come tante altre durante il primo anno di liceo, quando Nanami e Yano si ritrovano nella stessa classe. Nanami è a detta di tutti una ragazza molto semplice, sia per quanto riguarda il suo aspetto che per il carattere e il medio andamento scolastico, mentre Yano è il classico fighetto; il bello della classe di cui tutte sono innamorate e che nonostante le scarse ore dedicate allo studio durante la giornata, ha risultati scolastici eccezionali.
Nana e Yano sono quindi due personaggi banali, che in modo rapido e altrettanto banale passano dall'intolleranza reciproca al reciproco interesse, e decidono di mettersi insieme. I primi capitoli del manga da me riassunti, sono senza dubbio dolci e freschi come ogni primo amore che si rispetti, ma hanno da offrire poco altro. Ciò che però secondo me è veramente mirabile, è il modo in cui Yuki Obata è riuscita lentamente ad inserire elementi tragici all'interno della storia. Infatti, nonostante i due protagonisti siano prodighi di sorrisi nei primi volumi, intuiamo subito un velo di inquietudine che caratterizza la vita di Yano e il suo passato. Col passare dei capitoli ce ne vengono rivelati i risvolti più tristi, ma lentamente, così come lentamente si evolvono i sentimenti di Nanami per Yano e viceversa, proprio quando i due giungono al culmine del loro amore ecco che l'angosciante passato di lui si ripropone agli occhi della protagonista così come ai nostri, e assieme a Nanami ci chiediamo: è possibile andare avanti e dimenticare? È possibile cancellare il passato o più semplicemente accettarlo?
È attraverso riflessioni di questo tipo che seguiamo la crescita di questa giovane coppia, di Nana e Yano, che coraggiosamente si fanno forza e cercano di superare i sempre più numerosi ostacoli che si pongono loro davanti ed è con loro che soffriamo, nel momento in cui il loro rapporto così forte e puro, modello di aspirazione per tutti gli amici, improvvisamente si spezza, affossato da difficoltà troppo grandi per essere sopportate da due adolescenti.
Bokura ga ita avrebbe potuto concludersi così, con un finale amaro, negativo ma, come tutta l'opera, realistico e invece Yuki Obata ha deciso di mostrarci i due protagonisti adulti, di farci vedere ancora una volta quanto possano essere dolorosi i ricordi, quanto possano influenzare le nostre vite e renderci incapaci di investire le energie in rapporti costruttivi, rendendoci schiavi di qualcosa di bello ma che consapevolmente abbiamo sciupato e per questo non abbiamo il coraggio di recuperare.
Essendo il manga ancora in prosecuzione, nonostante la Obato lo abbia iniziato nel 2002 ed abbia superato le aspettative della stessa autrice circa la sua durata, non possiamo fare altro che aspettare e condividere l'ansia di Nana e Yano. C'è da dire in suo favore che nonostante la lunghezza atipica per uno shojo, Bokura ga ita non scade mai e numero dopo numero è capace di regalare grandi emozioni e frasi ad effetto che per quanto semplici (o forse proprio per questo), sono difficili da dimenticare. I disegni sono luminosi e curati, soprattutto per quanto riguarda gli occhi, le copertine sono bellissime, sognanti e nostalgiche e l'edizione Flashbook senza dubbio non delude.
Non posso quindi fare a meno di consigliare questo shojo a tutti, soprattutto a chi solitamente snobba il genere, proprio per ricredersi.