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C'è chi pensa che la Kawashita sappia sfornare solo fan service a go-go e che con le sue storie stia man mano peggiorando e cadendo nella banalità. In parte, queste affermazioni sono oggettivamente vere, visto che le sue opere pubblicate su Weekly Shonen Jump diventano sempre più corte e perché seni, sederi e mutandine, non fanno che spadroneggiare nelle varie pagine. Tuttavia, se alla Kawashita dobbiamo riconoscere dei meriti, sono senz'ombra di dubbio:

- un tratto pulito;
- il fatto che una volta tanto è una donna a scrivere manga per uomini con componentistiche ecchi;
- le relazioni sentimentali mostrate non sono MAI scontate.

Anedoki è forse la meno riuscita delle tre opere (motivo per cui rasenta a malapena la sufficienza), ma rimane solo per il terzo ed ultimo volume, una serie da sette pieno. Spieghiamo il perché. La storia parla di Kota, tredicenne orfano di madre che si trova spesso a vivere da solo a causa delle continue trasferte lavorative del padre, che dall'oggi al domani si ritrova a vivere a casa con una babysitter - che si è autoinvitata in quanto tale - liceale, dalle forme esplosive e curve mozzafiato. La bellezza ed intraprendenza della ragazza, Natsuki, metteranno in seria difficoltà gli ormoni di un ancora ingenuo Kota cambiando per sempre la sua adolescenza.

Fin qui, la storia presenta diversi cliché piuttosto scontati e ben noti per altro a noi italiani, popolo figlio di commedie sexy in cui commilitoni, ragazzacci e studentelli corteggiano, spiano e seducono professoresse, infermiere e milf di turno, tuttavia dopo alcuni episodi autoconclusivi apparentemente inutili al di fuori della dinamica del rapporto Kota-Natsuki, l'introduzione di nuovi personaggi (la sorella di lei, la spasimante coetanea di lui) e il cambio di tono della serie, rende per l'ennesima volta, la storia degna e meritevole d'esser letta sino in fondo.

È impossibile non immedesimarsi in Kota nel desiderare dichiarare quel primo amore impossibile e proibito verso quella che è già una donna, quando noi siamo poco più che bambini, ma se avete letto 100% Fragola, saprete bene che le storie della Kawashita non ci risparmiano finali verosimili più che da favola, quindi se riuscite ad andare oltre al solito fanservice gratuiti e diversi capitoli apparentemente inutili, riuscirete a trovare questa miniserie estremamente godibile nel suo genere.

Consigliato ai neofiti del generis e ai fan stretti dell'autrice.