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A volte mi ritrovo a chiedermi se valga davvero la pena usare il proprio tempo per cercare di imparare qualcosa sugli usi ed i costumi delle persone che hanno camminato su questa terra prima di noi, chi erano, cosa cercavano, cosa hanno fatto, la loro storia insomma. In fondo gli uomini tendono a commettere sempre gli stessi errori e sembra che non riescano ad imparare nulla se non lo sperimentano direttamente sulla propria pelle. Quindi perché?
Le risposte che di solito si ottengono ponendo questa domanda sono molto spesso insoddisfacenti, probabilmente perché quasi nessuno riesce a vedere oltre le le motivazioni standardizzate che si usano di routine e forse anche perché non sono molti quelli che hanno chiaro un motivo valido per farlo. Eppure ogni tanto qualcuno che sia in grado di fornirci una ragione valida, anche in maniera indiretta, per degnare la storia dell'umanità dell'attenzione che merita lo si incontra: è il caso di Susumu Higa e della sua graphic-novel <i>Kajimunugatai</i>.

Per certi versi è ironico che sia proprio la guerra la cosa che molte volte desta la nostra attenzione e ci porti a considerare la storia come una materia interessante. I cosiddetti "grandi" personaggi storici, che da bambini o adolescenti si tende ad ammirare, quando si cresce spesso si rivelano, nella migliore delle ipotesi, molto meno nobili di quanto si pensasse. Nei cinque racconti che compongono questo manga non troverete nessun accenno ad alcuno di loro, solo un gran numero di persone comuni, capaci tanto di gesti gentili che verrebbe quasi da chiamare miracoli quanto di un numero imprecisato di azioni che definire spregevoli sarebbe a dir poco un eufemismo. Ma in fin dei conti tutti loro non fanno che subire le tragiche conseguenze delle scelte operate senza cognizione di causa da qualcun altro.

Questa è la natura della guerra e per raccontare i suoi orrori forse non c'è modo migliore che scegliere episodi che i libri di solito definiscono marginali, preferendo a loro fatti di "maggiore rilevanza" corredati da una marea di inutili date di un'infinità di battaglie. Perché allora non prendere una piccola prefettura, quella delle Ryukyu, in cui si trovano tre piccoli arcipelaghi, Yaeyama, Miyako e Okinawa, e usarla come teatro della nostra storia. In particolare Okinawa, che per tutta la durata della seconda guerra mondiale è stata trattata al suo stesso governo come un avamposto altamente sacrificabile, quasi non appartenesse nemmeno al Giappone, e considerata niente più che una comoda base militare da cui partire con i propri bombardieri per l'esercito americano. Entrambi l'hanno sfruttata come meglio credevano e gli unici a farne le spese sono stati gli abitanti dell'isola. Alcuni episodi recenti, riportati nel volume, non fanno che dimostrare quanto gli abitanti di Okinawa abbiano sofferto e quanto ancora oggi continuino a subire gli effetti della guerra.

Susumu Higa ad Okinawa ci è nato ed ha voluto mostrare ad altri la complicata situazione della sua terra natale scegliendo di raccontare cinque storie ispirate ad episodi realmente accaduti e lo fa con uno stile di disegno che a molti potrebbe far storcere il naso, ma che comunque svolge egregiamente il suo lavoro. Ad ogni modo, se anche non vi piacesse, non dovete farvi scoraggiare da questo dettaglio, in un'opera del genere il disegno non ha una grande importanza. Ciò che conta realmente è la capacità dell'autore di trasmettere al lettore la crudeltà di una guerra che, come ogni guerra, non aveva ragione di esistere ed io credo che Higa ci sia pienamente riuscito.

Per quanto riguarda l'edizione D/visual fa davvero un ottimo lavoro: 320 pagine di carta bianca senza trasparenze, magnifica sovracopertina, volume robusto, il tutto a soli 9,50 euro. Come se non bastasse ogni racconto è corredato da un breve dossier introduttivo che aiuta il lettore a contestualizzarlo meglio, molto utile considerando quanto poco siano note al pubblico le vicende narrate, più altre informazioni di carattere storico. Alla fine del volume è inoltre presente una <i>Breve storia di Okinawa e degli avvenimenti che hanno portato alla guerra del pacifico</i>, che non è altro che una sintetica cronologia della storia dell'isola dagli anni della guerra al 2003, anno in cui l'opera è stata pubblicata in Giappone.

A cosa serve dunque conoscere la storia del nostro passato? Evitare di fare gli stessi errori sarebbe una risposta ipocrita o dettata da un eccessivo idealismo, piuttosto sarebbe meglio dire cercare di migliorarci nel nostro piccolo ogni giorno che passa, per essere domani uomini migliori di oggi. Questo è ciò che spero otteniate qualora decideste di dare un'occasione a <i>Kajimunugatai</i>.