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6.0/10
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1976 e in Giappone girava questa roba. Roba da non crederci.

Premesso che non sto cercando di "giustificarmi" perché sono adulto e faccio quello che mi pare, ma non sono un lettore di fumetti cosiddetti hentai o affini. Perché non c'è niente da leggere, fondamentalmente, non perché le donnine nude mi facciano schifo. In pratica mi è stato regalato il primo volume, e volevo vedere come andava avanti: quali altri personaggi dei manga Go Nagai avrebbe ridicolizzato, quali altre follie si sarebbe inventato il preside Unghia di Satana?

Perché è questo il senso di tutta l'opera, oltre che fare soldi col fan service. Infatti c'è chi dice che sia un ecchi. Onestamente, io non faccio l'equivalenza nudità=oscenità; il fatto è che Kekko Kamen suggerisce concetti alquanto osceni, violenti e misogini, per quanto tolleranti voi siate. Li ridicolizza, è vero, ma ci vuole una certa intelligenza e maturità per fare determinate distinzioni. Formalmente ecchi, concettualmente hentai. Almeno questa è la mia modesta opinione. Altrimenti dovrei dire che Video Girl Ai è uno shonen pudico e castigato, e non mi sembra calzante.

Una mia amica è rimasta sconvolta quando l'ha visto nella mia biblioteca: ma... questo... !?!? La cosa mi ha divertito assai, ben sapendo l'effetto che fa vederlo nella mia libreria zeppa di roba anche seria. Non dico "Il Principe" o "Il Nome della Rosa"; già certe opere di Tezuka sono tutto un programma. Tuttavia questo è un fumetto che dà qualche soddisfazione (dai, adesso non equivocate, su). In particolare, è ben scritto: cioè ti interessa abbastanza da voler sapere chi diavolo è questa Kekko Kamen, l'eroina che combatte tutta nuda tranne la maschera. Non è solo l'attesa della prossimo vestito strappato. Si sfiorano temi riguardanti la sessualità, ma in modo molto superficiale: ad esempio c'è una ragazza che si traveste da ragazzo, ma non si indaga più di tanto il motivo, che risulta quindi la volontà stimolare certe fantasie nel lettore e basta.

Qua e là alcune gag comiche sono riuscite benché tante allusioni sfuggano, se non si conoscono i personaggi dei fumetti giapponesi degli anni '70 che il fumetto cerca di prendere in giro. Molti non li conoscevo e ho dovuto leggere le note in fondo per capire, il che chiaramente rovina lo spirito del manga.

I disegni sono piuttosto datati, questo sì. Funzionano, ma non mi sento di perdonare a Go Nagai quello che sono disposto a perdonare a Tezuka, o alla Miuchi, o a Mizuki, o alla più stucchevole Rumiko Takahashi. Non in questo caso. Se non altro, non danno adito a spiacevoli accuse, dato che le ragazze dell'istituto Sparta non si comportano affatto come delle lolite, non ne hanno l'aspetto e anzi paiono un po' troppo "sapute".

Non so se è il primo manga porcellino in assoluto, ma ha un suo perché nella storia del genere, e di riflesso di tutti i manga. Non lo consiglierei, è chiaro. Costa abbastanza e non ti lascia niente di più che il pensiero: "Questi giapponesi...". Se avete 27 euro, ci sono modi migliori di spenderli.