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2.0/10
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Ho acquistato questo manga per la curiosità dovuta al titolo, che richiama l'opera di Mark Twain, dato che è uno dei miei scrittori preferiti. Non l'avessi mai fatto! Non so se è possibile fare una critica equilibrata di quest'opera. Vorrei anzi farla a pezzi, ma è talmente insipida che temo mi limiterò a spiegare, a chi avesse intenzione di acquistarlo, i motivi per cui è meglio evitare.

La storia narra di una ragazza che torna dalla città per la morte della madre, la quale viveva da sola in una casa di campagna. Haru, questo il nome della ragazza, si trova subito a disagio. Infatti arriva in ritardo al funerale e scatena l'indignazione di tutti i compaesani, per i quali è una ragazza dissoluta o peggio: vive da sola in una grande città, veste all'occidentale e "ha poco rispetto", come ancora si sente dire oggi. La reputazione della madre non l'aiuta, dato che l'aver cresciuto una bambina da sola (senza un uomo) ha suscitato innumerevoli malelingue, al punto da instillare nel paesello la convinzione che la vecchietta defunta fosse una specie di strega.

In questo scenario di piccole meschinità contadine, Haru riesce a trovare l'amicizia di un gruppo di giovani adolescenti del luogo, ovviamente spronati dal divieto dei genitori ad intrattenersi con questa degna erede di tanta madre. In questo frangente, Tom Sawyer ripropone spezzoni della trama dell'opera originaria. La permanenza di Haru nella casa della madre defunta, si trasforma così in una sorta di "vacanza" estiva in cui vivrà alcune avventure insieme al gruppo di ragazzini.

Il problema è che, fondamentalmente, questa riscrittura shojo di Tom Sawyer è densa di cliché e non particolarmente originale. L'inizio vorrebbe essere una sorta di appello poetico alla magia dell'adolescenza? Mah... La premessa/promessa viene meno in modo clamoroso nel seguito.

Pare che Shin Takahashi cerchi di creare una storia a tinte "esistenziali", forse con l'intenzione di ritrarre quel periodo incerto tra la giovinezza e l'età adulta. Peccato che non ne cavi niente di buono, utile o almeno interessante, perché l'autore suona totalmente fuori posto. Come è senza dubbio fuori posto Haru, la protagonista che continua a ripetersi che dovrebbe comportarsi da adulta, mentre invece è quasi peggio degli altri ragazzini.

Sorge il sospetto che "Tom Sawyer" non sia altro che un vaneggiamento a livello subcosciente dell'autore, che si trova a scrivere suo malgrado un racconto stupidino per ragazzine, tanto per far cassa sul facile sentimentalismo. Ecco perché non stupisce che i personaggi siano in fin dei conti piatti, privi di motivazioni (perfino della voglia di avventura, privi di fantasia, di vitalità), e vengano sbatacchiati qui e là dalla narrazione senza un disegno preciso.

Noia, noia e ancora noia. O, se vogliamo, paranoia. Adolescenziale. Ecco cosa vi portate a casa per 10 euro. Sicuri che non siate in grado di fare da soli?