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Premetto fin da subito che non ho mai visto l'anime corrispondente a 'Il giocattolo dei bambini', benché fosse stato trasmesso su Italia 1 quando frequentavo l'asilo. Ho sempre associato l'immagine della famosa Rossana' ad 'Anna dai capelli rossi': due opere molto diverse, sia per storia che per anno di pubblicazione, ma tuttavia per me le protagoniste erano lo stesso personaggio. E dato che 'Anna dai capelli rossi' non mi è mai piaciuto particolarmente, mi sono rifiutata di vedere anche 'Rossana'.
Per sentito dire, l'anime de 'Il giocattolo dei bambini' è stato molto censurato da parte della Mediaset, a differenza del manga pubblicato all'incirca nello stesso periodo dalla Dynit. Quindi, essendomi pentita per la scelta che ho fatto da bambina, dopo aver letto le positive recensioni, ho deciso di comprare questo manga.

E ora passiamo alla trama. Non sarà troppo lunga, dato che sono davvero in molti a conoscere già la storia.
Sana Kurata è una giovane ragazza che frequenta la sesta elementare, ma è una ragazza speciale: fin da piccola frequenta la compagnia di danza Komawari e soprattutto grazie alla sua bravura è riuscita a diventare un membro del mondo dello spettacolo, quasi come una piccola idol. Partecipa a programmi televisivi e radiofonici, ma anche a film. È famosa particolarmente per il programma a cui partecipa come ospite onnipresente, ovvero 'Il giocattolo dei bambini'. Come tutti i ragazzi, però, Sana deve anche frequentare la scuola oltre che il lavoro e non è sempre facile distribuire le due cose. In più, nella classe di Sana vi è un gruppo di ragazzi dispettosi capitanati da Akito Hayama, che amano prendersi gioco dei maestri ma talvolta anche di alcune delle proprie compagne. E questo scatenerà più volte l'ira di Sana, che in un modo o nell'altro riuscirà a ribaltare la situazione.

Ovviamente poi la storia si spingerà molto oltre, soprattutto inizierà a cambiare a partire dall'inizio della prima media, sia per i disegni che per i temi. A proposito dei disegni, bisogna dire che nei primi due volumi non mi piacevano granché, con i sorrisi mento in fuori e gli occhi non molto espressivi. Ma nel corso della storia la mangaka è riuscita a sviluppare in bene il suo tratto e a renderlo davvero bello ed originale.
Ciò che mi ha più attirata e spinta a proseguire è la sua comicità. La personalità di ogni personaggio, come Sana, Akito, Tsuyoshi o Fuka, è veramente formidabile. Sana è vivace, spritosa e piena di vita; Akito è scontroso, ma a volte comprensibile; Tsuyoshi è gentile, simpatico, anche se quando si parla male della propria madre scoppia; Fuka è estroversa e sempre pronta a dire in faccia quello che pensa. Tutti hanno una propria caratteristica, ma anche qualcosa che li accomuna: il saper affrontare anche i problemi più difficili da superare, tra i più rari e dolorosi che possano capitare. Sana e Akito in particolare sono i personaggi che più mi hanno fatto apprezzare al meglio questo bellissimo racconto. E in cuor mio, sono soddisfatta di avere letto 'Il giocattolo dei bambini' e di averlo valutato in modo più che positivo, oltretutto senza aver mai visto nemmeno una puntata dell'anime. Questo dimostra che non bisogna sottovalutare, o sopravvalutare, un'opera basandosi unicamente alla sua versione animata. Consiglio, per chi non l'abbia mai letto, di non fermarsi ai primi due o tre volumi e dire "Basta, la storia non mi piace". Niente di più sbagliato.
Ma poi: stiamo parlando di bambini? A partire da metà storia, soprattutto, si può vedere quanto questi 'bambini' sono più maturi di alcuni adulti. Davvero, ho avuto l'impressione che non fossero semplici bambini, ma già dei ragazzi vissuti. Inoltre, ammetto che alcune scene ti scaldano veramente il cuore. Sono scene nelle quali ti piacerebbe immedesimarti, vivere la stessa situazione della protagonista in persona. E sarebbe bello se potesse accadere realmente. Purtroppo, dato che alcune scene sono improbabili, ci si affida solo alla propria immaginazione e creatività.
Credo che questo manga, in fondo, possa insegnare qualcosa, di non mollare mai alla prima difficoltà che ci si presenta davanti, ma di continuare a sperare in un futuro migliore. E a questo punto dico grazie, maestra Obana, grazie per aver creato questo capolavoro, sebbene siano già passati quindici anni dalla prima pubblicazione del primo volume; grazie per le immancabili battute, spiritose quanto basta e capaci di metterci il sorriso stampato sulle labbra e concederci delle risate.

Anche se non posso, non smetterei mai di parlare a proposito di questo manga. Si è davvero inserito in un pezzo del mio cuore. E il 10 come voto è poco per esprimere quello che ho provato leggendolo. Perché? Perché questo è il mio manga preferito.