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Non credo ci saranno altri manga che riusciranno mai a farmi ridere più di questo (a parte manga dello stesso autore). Sto parlando ovviamente del famosissimo manga degli anni ottanta: Occhi di gatto di Tsukasa Hojo. In Italia credo che sia più famosa la versione animata, che indubbiamente conserva parte del fascino di quest'opera, ma è completamente diversa da quella cartacea che a mio avviso è di una qualità superiore. Ecco il perché.
La storia ha come protagoniste le belle sorelle Kisugi (Rui, Hitomi e Ai nell'ordine di età) le quali si sono votate al "mestiere" di ladre per ricostruire una collezione di opere d'arte del padre, un pittore scomparso di nome Michael Heinz. Ad intralciare il tutto ci sarà l'ingenuo e un po' maldestro Toshio, il fidanzato di Hitomi che, ironia della sorte di mestiere fa proprio il poliziotto! Ebbene sì, chi si appresta a leggere questo magnifico capolavoro si aspetti le gag più esilaranti e le situazioni più comiche, che si verranno a creare fra le incursioni di Hitomi e delle sue sorelle, e di Toshio e la squadra di polizia nel tentativo di acciuffarle. Solo a ripensarci mi viene da ridere! Non bisogna però pensare che il manga sia una gag continua, vi si alternano infatti momenti dolci fra il poliziotto e la ladra, drammatici di tre sorelle che si illudono nel cercare le tracce paterne tramite i suoi quadri o momenti toccanti che culminano con il finale dell'opera (niente spoiler non vi preoccupate).

In questo che possiamo definire il primo esperimento del sensei Hojo nel mondo del manga, ritroviamo tutte le tematiche che gli sono care e che poi ritroveremo nelle altre opere, quali l'amore fra due persone così diverse e al contempo così simili, la sessualità e il travestimento (a quanto pare il primo personaggio che Hojo ha fatto travestire da donna è stato proprio Toshio durante i primi numeri di Cat's Eye, e da allora è diventato per lui una specie di cliché) e la giustizia, tutte tematiche importanti ma che vengono pienamente affrontate senza che il manga diventi pesante, anzi, ribadisco che è un manga simpaticissimo e frizzante.
Bisogna però notare che essendo il sensei agli inizi, il disegno non è ancora ai livelli stratosferici che possiamo invece notare nelle altre sue opere; i volti non sono ancora ben bilanciati, le proporzioni non sono ancora perfette e l'espressività ha bisogno ancora di qualche aggiustatina, tuttavia una cosa piacevole da vedere è che il tratto del maestro si evolve e si perfeziona senza ancora arrivare ad uno stile uguale a quello di altri suoi lavori. Soprattutto negli ultimi numeri, il disegno, l'inquadratura dei personaggi e tutti gli altri difetti enumerati sopra, a poco a poco quasi si eclissano, per lasciare il posto ad uno stile completamente diverso da quello di partenza e da qualunque altro stile che abbia mai adottato fino ad ora, molto più gradevole.

Con il migliorare del disegno, va di pari passo l'evoluzione della narrazione e del suo stile, la storia diventa più carica di suspence e più fluida e le gag sono sempre migliori, i personaggi si caratterizzano sempre meglio e gli stratagemmi che le tre gatte (le sorelle Kisugi) usano durante le loro scorribande nei musei artistici, diventano sempre meglio studiati e più ingegnosi.
Che dire con questo manga assistiamo alla formazione di uno dei più grandi sensei della storia del manga e che quindi non può mancare nelle collezioni degli appassionati, cosa ahimé, un po' difficile al giorno d'oggi, data l'irreperibilità degli albi se non durante le fiere o nei mercatini dell'usato. Ma ecco una buona notizia per concludere: la Panini ha recentemente annunciato una nuova versione di questa storia con addirittura delle pagine a colori (sperando in un prezzo non elevatissimo, com'è stato per City Hunter)!