Recensione
Hotel
9.0/10
Un delirio. E neanche in questo modo riuscirei a descrivere bene il turbinio di sensazione che questo volumetto autoconclusivo intitolato semplicemente "Hotel" riesce a scatenare. Boichi, autore noto in Italia per il seinen "Sun Ken Rock", riprende la tematica a lui tanto cara della fantascienza e propone cinque brevi storie, del tutto sconnesse fra di loro, in cui l'uomo appare per quello che è realmente: piccolo, fragile e pieno di complessi esistenziali.
Il tema portante di tutte e cinque le storie è la genetica; in veste citazionistica (la iniziale "Hotel" - chiaramente ispirata a "Wall-E" della Disney), romantica ("Present" - lo sforzo di uno scienziato di mantenere in vita la moglie altrimenti condannata alla morte), comica ("It was all for the Tuna" - come un ragazzo, nel tentativo di clonare l'ultimo tonno rimasto al mondo, diventa poi un premio Nobel), profetica ("Stephanos" - una ragazza ospita a propria insaputa uno degli angeli dell'apocalisse nel proprio grembo) e fantastica ("Diadem" - battaglia fra il bene e il male a suon di spada e mecha), il tutto con quel tocco di ironia e comicità tipiche di un autore profondamente ispirato.
Il tratto di Boichi è semplicemente sublime in quest'opera, fra disegni dettagliatissimi e fandom a go-go, e la narrazione scorre veloce e senza intoppi grazie anche ad espedienti narrativi che ricordano molto lo "stream of cosciousness" di joyciana memoria. L'unico difetto è forse l'esiguo numero di storie (un paio in più non avrebbero fatto male), ma ciò non toglie il fatto che "Hotel" è un ottimo lavoro che andrebbe letto con quel pizzico di disimpegno capace di rendere le storie narrate ancora più appetibili di quanto già non siano. Un lavoro davvero valido da leggere almeno una volta. Chapeau.
Il tema portante di tutte e cinque le storie è la genetica; in veste citazionistica (la iniziale "Hotel" - chiaramente ispirata a "Wall-E" della Disney), romantica ("Present" - lo sforzo di uno scienziato di mantenere in vita la moglie altrimenti condannata alla morte), comica ("It was all for the Tuna" - come un ragazzo, nel tentativo di clonare l'ultimo tonno rimasto al mondo, diventa poi un premio Nobel), profetica ("Stephanos" - una ragazza ospita a propria insaputa uno degli angeli dell'apocalisse nel proprio grembo) e fantastica ("Diadem" - battaglia fra il bene e il male a suon di spada e mecha), il tutto con quel tocco di ironia e comicità tipiche di un autore profondamente ispirato.
Il tratto di Boichi è semplicemente sublime in quest'opera, fra disegni dettagliatissimi e fandom a go-go, e la narrazione scorre veloce e senza intoppi grazie anche ad espedienti narrativi che ricordano molto lo "stream of cosciousness" di joyciana memoria. L'unico difetto è forse l'esiguo numero di storie (un paio in più non avrebbero fatto male), ma ciò non toglie il fatto che "Hotel" è un ottimo lavoro che andrebbe letto con quel pizzico di disimpegno capace di rendere le storie narrate ancora più appetibili di quanto già non siano. Un lavoro davvero valido da leggere almeno una volta. Chapeau.