Recensione
Ai-Ore! ~Amami!~
2.0/10
Ho letto tutti i volumetti del manga con l'intensione di dare una recensione oggettiva fino alla fine, ma temo che un po' d'irritazione in merito alla lettura rimarrà ugualmente nel mio commento che, ad ogni modo, ha le sue motivazioni. Non sono qui per criticare chi ha adorato questo manga, ma credo che bisognerebbe notare alcuni punti che lo rendono una lettura sconsigliabile, per questo mi sento in dovere di avvisare il prossimo in merito alle brutte sorprese che ho avuto da "Ai-Ore!", così da evitarle proprio all'ignaro lettore.
Mayu Shinjo è la classica mangaka che ambienta le sue storie in contesti che dal nostro punto di vista potrebbero sembrare "particolari", ma che con l'andare del tempo non fanno che diventare noiosi, perché sebbene io non voglia citare la costante presenza della struttura scolastica e delle vicende che avvengono al suo interno, c'è pur da dire che il mondo dello spettacolo regna sovrano e incontrastato nelle sue idee, cosa che inizialmente poteva essere apprezzabile, ma dopo un titolo o al massimo due, la cosa risulta stancante. Il primo punto della mia recensione ha a che vedere proprio con questo, perciò lo chiameremo "Il contorno".
Il contorno di "Ai-Ore!" È fatto dal tema della musica, un tema che di per sé potrebbe essere interessante se sviluppato nella maniera corretta, ma in questi volumetti risulta come vuotato del suo significato. Le scene in cui la band di Mizuki suona sono totalmente spoglie, perché si limitano a quella comparsa sporadica senza avere una vera e propria rilevanza al livello della trama, anche perché l'unico aggancio con il mondo dello spettacolo è stato dato da Akira che, scambiato per una ragazza, viene abbordato da un pezzo grosso che vuole investire su di lui. È ridicolo, senza nessuna ombra di dubbio, perché tutto appare così statico, mentre i due continuano a fare un tira e molla insensato, s'infastidiscono per cose assurde, s'imbarazzano e agiscono senza un motivo logico verso strade incomprensibili. La stessa Mizuki rifiuta di partecipare all'idea proposta dallo sponsor di Akira, quindi rifiuta di far debuttare la sua band, ora il domandarsi il perché sarebbe riduttivo e ridicolo ancor più del fatto in sé, quindi non lo farò, mi limiterò solo a dire che quella ragazzina è un genio nel farsi scappare le opportunità. L'unico "attaccamento" che abbiamo nei confronti della musica è visibile quando Mizuki appare catatonica (o forse sotto effetto di stupefacenti, chissà) dinanzi al mondo che scorre accanto a lei perché la sua chitarra è andata a fuoco.
Il secondo punto che vorrei analizzare lo chiamerò semplicemente "Muzuki", ecco, lei è uno stereotipo e io detesto gli stereotipi, perché quasi nessuno sa adottarli al meglio, facendoli risultare inutili, vuoti, insignificanti e chi più ne ha più ne metta. Questo è il caso di Mizuki. Una donna dall'aspetto mascolino che sembra essere adorata da tutte le altre compagne della scuola, non è certo una cosa nuova - a parte che il motivo secondo il quale indossi i pantaloni nell'uniforme è a me ignoto -, ma è così strano vedere su di lei una melensa voglia di stare accanto al suo adorato Akira che va di pari passo al tentativo di allontanarlo. Perché lei s'inventi patetiche scuse per attirare la sua attenzione e allontanarlo è oscuro a molti, compresa me. È lagnosa, piagnucolona, indecentemente vittima del mondo, incapace di reagire e di prendere una posizione, insomma, Mizuki è un personaggio flemmatico, uno di quelli che io paragono alle Mary Sue delle fan fiction. Non ha un bel corpo, non sembra né uomo né donna, quasi un trans. Non ha che la musica come aspirazione di vita, ma nella trama non si nota. La cosa "bella" (per non dire brutta) di questo manga è che lo scopo è diventato "contorno".
Il terzo punto è quel poverino del protagonista, perciò lo identificherò con il suo nome: "Akira". Lui è un ragazzo come molti altri, non sembra avere un vero e proprio scopo nella vita se non quello di compiacere la sua donna dei sogni, perché giusto dei sogni stiamo parlando visto che Mizuki a fatica è un essere umano senziente e pensante. Canta nella band della ragazza sotto espresso desiderio di Kaoru, la precedente vocalist che lo ha raccomandato prima di partire per New York, ma il suo carattere è assurdo tanto quanto quello della protagonista femminile. Appare come una ragazza, non come un ragazzo, è il totale opposto di Mizuki, e fin qui nulla di strano, a parte che sembra un uke uscito da un Boy's Love, sempre bersagliato dagli amici che sembrano non solo sciocchi, ma anche maniaci. Il suo atteggiamento maschile a tratti cozza con la sua figura, cambiare il taglio degli occhi nelle vignette non modifica il suo perenne atteggiamento da cagnolino bastonato che segue l'osso in mano al padrone (Muzuki). Il suo scopo è "fare l'amore con Mizuki" e l'unica volta che ci va vicino afferma di non volerlo fare in quel momento. Stenderei un velo pietoso dinanzi a tutto ciò, considerando anche che il coraggio di Akira è stato ammirevole, avvicinarsi tanto a Mizuki è spaventoso. Si comporta come se potesse regalarle l'anima, ma la cosa macabra è che lei non la vuole. C'è poco da fare, è frigida.
Il prossimo punto che vorrei analizzare è chiamato "Il fotografo". Vorrei sapere da Mayu Shinjo il motivo dell'identità misteriosa del fotografo di Akira. Per quale arcano motivo gli italiani devono essere mostrati come i maniaci di turno in questo manga? Un vero latin lover? Chissà. Mi sono solo soffermata sul fatto che egli sia membro della famiglia reale italiana. Per quale motivo è a me ignoto, come molte altre cose del resto. Ha un carattere arcano anche lui, ma non voglio dilungarmi molto su questo personaggio, quello che dovevo dire in merito l'ho detto, anche perché aveva dato il via al suo solito pretesto per il sesso nel mondo dello spettacolo, peccato che Akira abbia rifiutato all'ultimo, altrimenti questo manga avrebbe avuto un 5 invece che un 2 da parte mia (la trama rimaneva ugualmente squallidissima).
L'ultimo punto è per tutti voi che avete letto la mia recensione, forse avrei dovuto metterlo all'inizio, ma non ne avevo voglia, perché lo scopo di questa mia recensione era quello di mettere in luce gli effettivi e visibili difetti di quest'opera.
Muzuki è una ragazza come tante altre, ha un sogno, un fidanzato e delle amiche. Akira è il suo ragazzo, ma la situazione è problematica, perché se egli sembra essere una ragazza, Mizuki appare come un uomo, ma nessuno dei due è come mostra la copertina, tutt'altro. Lei ha la tendenza a vittimizzarsi e a finire nei pasticci, addirittura fa invaghire uno dei migliori amici di Akira, mentre l'altro ha la perpetua convinzione che Akira sia una ragazza. Il manga procede su questa linea, mentre le persone vogliono separarli e loro tengono l'uno all'altra, terminando con il loro legame consolidato.
Ad ogni modo Akira non batte chiodo!
Mayu Shinjo è la classica mangaka che ambienta le sue storie in contesti che dal nostro punto di vista potrebbero sembrare "particolari", ma che con l'andare del tempo non fanno che diventare noiosi, perché sebbene io non voglia citare la costante presenza della struttura scolastica e delle vicende che avvengono al suo interno, c'è pur da dire che il mondo dello spettacolo regna sovrano e incontrastato nelle sue idee, cosa che inizialmente poteva essere apprezzabile, ma dopo un titolo o al massimo due, la cosa risulta stancante. Il primo punto della mia recensione ha a che vedere proprio con questo, perciò lo chiameremo "Il contorno".
Il contorno di "Ai-Ore!" È fatto dal tema della musica, un tema che di per sé potrebbe essere interessante se sviluppato nella maniera corretta, ma in questi volumetti risulta come vuotato del suo significato. Le scene in cui la band di Mizuki suona sono totalmente spoglie, perché si limitano a quella comparsa sporadica senza avere una vera e propria rilevanza al livello della trama, anche perché l'unico aggancio con il mondo dello spettacolo è stato dato da Akira che, scambiato per una ragazza, viene abbordato da un pezzo grosso che vuole investire su di lui. È ridicolo, senza nessuna ombra di dubbio, perché tutto appare così statico, mentre i due continuano a fare un tira e molla insensato, s'infastidiscono per cose assurde, s'imbarazzano e agiscono senza un motivo logico verso strade incomprensibili. La stessa Mizuki rifiuta di partecipare all'idea proposta dallo sponsor di Akira, quindi rifiuta di far debuttare la sua band, ora il domandarsi il perché sarebbe riduttivo e ridicolo ancor più del fatto in sé, quindi non lo farò, mi limiterò solo a dire che quella ragazzina è un genio nel farsi scappare le opportunità. L'unico "attaccamento" che abbiamo nei confronti della musica è visibile quando Mizuki appare catatonica (o forse sotto effetto di stupefacenti, chissà) dinanzi al mondo che scorre accanto a lei perché la sua chitarra è andata a fuoco.
Il secondo punto che vorrei analizzare lo chiamerò semplicemente "Muzuki", ecco, lei è uno stereotipo e io detesto gli stereotipi, perché quasi nessuno sa adottarli al meglio, facendoli risultare inutili, vuoti, insignificanti e chi più ne ha più ne metta. Questo è il caso di Mizuki. Una donna dall'aspetto mascolino che sembra essere adorata da tutte le altre compagne della scuola, non è certo una cosa nuova - a parte che il motivo secondo il quale indossi i pantaloni nell'uniforme è a me ignoto -, ma è così strano vedere su di lei una melensa voglia di stare accanto al suo adorato Akira che va di pari passo al tentativo di allontanarlo. Perché lei s'inventi patetiche scuse per attirare la sua attenzione e allontanarlo è oscuro a molti, compresa me. È lagnosa, piagnucolona, indecentemente vittima del mondo, incapace di reagire e di prendere una posizione, insomma, Mizuki è un personaggio flemmatico, uno di quelli che io paragono alle Mary Sue delle fan fiction. Non ha un bel corpo, non sembra né uomo né donna, quasi un trans. Non ha che la musica come aspirazione di vita, ma nella trama non si nota. La cosa "bella" (per non dire brutta) di questo manga è che lo scopo è diventato "contorno".
Il terzo punto è quel poverino del protagonista, perciò lo identificherò con il suo nome: "Akira". Lui è un ragazzo come molti altri, non sembra avere un vero e proprio scopo nella vita se non quello di compiacere la sua donna dei sogni, perché giusto dei sogni stiamo parlando visto che Mizuki a fatica è un essere umano senziente e pensante. Canta nella band della ragazza sotto espresso desiderio di Kaoru, la precedente vocalist che lo ha raccomandato prima di partire per New York, ma il suo carattere è assurdo tanto quanto quello della protagonista femminile. Appare come una ragazza, non come un ragazzo, è il totale opposto di Mizuki, e fin qui nulla di strano, a parte che sembra un uke uscito da un Boy's Love, sempre bersagliato dagli amici che sembrano non solo sciocchi, ma anche maniaci. Il suo atteggiamento maschile a tratti cozza con la sua figura, cambiare il taglio degli occhi nelle vignette non modifica il suo perenne atteggiamento da cagnolino bastonato che segue l'osso in mano al padrone (Muzuki). Il suo scopo è "fare l'amore con Mizuki" e l'unica volta che ci va vicino afferma di non volerlo fare in quel momento. Stenderei un velo pietoso dinanzi a tutto ciò, considerando anche che il coraggio di Akira è stato ammirevole, avvicinarsi tanto a Mizuki è spaventoso. Si comporta come se potesse regalarle l'anima, ma la cosa macabra è che lei non la vuole. C'è poco da fare, è frigida.
Il prossimo punto che vorrei analizzare è chiamato "Il fotografo". Vorrei sapere da Mayu Shinjo il motivo dell'identità misteriosa del fotografo di Akira. Per quale arcano motivo gli italiani devono essere mostrati come i maniaci di turno in questo manga? Un vero latin lover? Chissà. Mi sono solo soffermata sul fatto che egli sia membro della famiglia reale italiana. Per quale motivo è a me ignoto, come molte altre cose del resto. Ha un carattere arcano anche lui, ma non voglio dilungarmi molto su questo personaggio, quello che dovevo dire in merito l'ho detto, anche perché aveva dato il via al suo solito pretesto per il sesso nel mondo dello spettacolo, peccato che Akira abbia rifiutato all'ultimo, altrimenti questo manga avrebbe avuto un 5 invece che un 2 da parte mia (la trama rimaneva ugualmente squallidissima).
L'ultimo punto è per tutti voi che avete letto la mia recensione, forse avrei dovuto metterlo all'inizio, ma non ne avevo voglia, perché lo scopo di questa mia recensione era quello di mettere in luce gli effettivi e visibili difetti di quest'opera.
Muzuki è una ragazza come tante altre, ha un sogno, un fidanzato e delle amiche. Akira è il suo ragazzo, ma la situazione è problematica, perché se egli sembra essere una ragazza, Mizuki appare come un uomo, ma nessuno dei due è come mostra la copertina, tutt'altro. Lei ha la tendenza a vittimizzarsi e a finire nei pasticci, addirittura fa invaghire uno dei migliori amici di Akira, mentre l'altro ha la perpetua convinzione che Akira sia una ragazza. Il manga procede su questa linea, mentre le persone vogliono separarli e loro tengono l'uno all'altra, terminando con il loro legame consolidato.
Ad ogni modo Akira non batte chiodo!