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9.0/10
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Di coraggio ce ne vuole per considerare "Happy" l'opera meno riuscita di Urasawa.
Disegni eccezionali, storia fuori dai comuni canoni del seinen sportivo: l'opera che mi appresto a recensire rappresenta una gemma di incredibile valore nelle librerie di ogni lettore.
Protagonista della vicenda è Miyuki Umino, una dolce ragazza a cui il destino ha troppo presto sottratto i genitori, rendendola di fatto responsabile dei suoi tre fratellini. A dirla tutta ci sarebbe anche quello scemo del suo fratellone... che non fa altro che causare problemi: ha infatti contratto un enorme debito per finanziare una sua strampalata invenzione. Dopo essere scappato dai creditori, Ieyasu Umino ha però messo nei guai Miyuki, poiché i creditori si sono rivolti a lei per la compensazione del debito mai pagato.
Alla protagonista tocca guadagnare più soldi possibili...dal tennis! Il tennis è infatti la sua vera passione: Miyuki è stata iniziata allo sport fin da piccola da suo padre, ex giocatore e coach di tennis. Ma duecentocinquanta milioni di yen non si restituiscono facilmente...una somma tanto elevata consiste unicamente nel montepremi del torneo di tennis più importante del mondo, ovvero Wimbledon, in Inghilterra. Il leitmotiv dell'opera diviene dunque il sogno di Miyuki Umino di poter giocare nel campo centrale di Wimbledon...sogni e doveri si equiparano in questa unica volontà. Col primo premio Miyuki potrebbe pagare il debito di suo fratello Ieyasu senza che gli sia fatto alcun male, e con la vittoria del torneo più prestigioso del mondo coronerebbe il suo sogno di atleta.
Il cammino da fare è però assai complicato: prima la signora Ohtori e il suo veto ai campi da tennis nei confronti di Miyuki, poi Choko Ryugasaki, voltafaccia come poche, Thunder Ushiyama, pervertito e losco come pochi e infine gli scagnozzi della yakuza, pronti a tutto pur di metter mano su denaro contante.
Sono i sentimenti a muovere questa deliziosa commedia: Miyuki è animata dalla ferrea volontà di ripagare il debito del fratello e di crescere i suoi tre fratellini con affetto e amore...e proprio i suoi sentimenti conquistano tutti, poco alla volta. A iniziare dal signorino Keiichiro, per continuare con l'amica/rivale O'Kiku, passando per il tirapiedi yakuza Sakurada e finendo con la rivale di sempre, Choko Ryugasaki, nel cui pianto a fine opera si può riassumere tutto il calore umano che impregna l'opera di Urasawa.
E' facile comprendere come la caratterizzazione dei personaggi sia superlativa: tralasciando Miyuki di cui si è già parlato, ognuno dei personaggi si muove in un cammino evolutivo coerente ma al tempo stesso imprevedibile, tale da lasciare grande sorpresa al lettore - l'emblema è proprio la vicenda di Choko. Sugli scudi ci sono qui proprio gli antieroi per eccellenza: il galoppino Sakurada che rischia più volte la vita perchè conquistato dal dolce candore di Miyuki in un meccanismo di profonda redenzione. Sakurada comprende che oltre al lavoro di galoppino per conto della mafia c'è qualcosa di più, c'è il senso di responsabilità che Miyuki prova per il fratellone e per i fratellini e che convince Sakurada a proteggere a sua volta Miyuki stessa, rea a volte di preoccuparsi troppo per gli altri e troppo poco per sé stessa. Altro personaggio descritto in maniera eccellente è Thunder: da losco maneggione invischiato in gioco d'azzardo e scommesse giunge a pregare in ginocchio, in lacrime, che gli si lasci l'opportunità di assistere la sua baby (Miyuki) nel momento del bisogno... Il finale dell'opera è puro cortocircuito emotivo, il lettore ne rimane assolutamente folgorato: troppi i sentimenti in ballo, c'è troppo, anzi tutto da perdere. Ed è proprio nel punto più basso che inizia la risalita, che ci si muove da soli verso la salvezza: qui la lezione del maestro Urasawa.
I disegni soddisfano pienamente la richiesta estetica: si assiste anzi ad un lento ma progressivo miglioramento del tratto, sopratutto durante le partite di tennis dove il movimento viene reso in maniera magistrale.
Opera sportiva, ma non solo, "Happy" lascia bene intravedere il legame con opere più corpulente e profonde dello stesso autore, ma il pregio qui è di descrivere le vicende con invidiabile leggerezza tuttavia senza rinunciare ad un intreccio denso e articolato.
Urasawa non sbaglia, mai. Consigliato a tutti, ma proprio a tutti!