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<b> Attenzione: possibili spoiler e contenuti disturbanti </b>

Che dire di Ichi The Killer?
Che, come Homunculus di Hideo Yamamoto, è un manga che va al di là del genere di appartenenza.
Se, in effetti, Homunculus è un thriller psicologico che finisce con l'avere aspetti sulla filosofia dell'ego non comprensibili ai più, Ichi The Killer dovrebbe essere un Pulp, ma travalica il genere per tutta una serie di motivi, e, come Homunculus, rischia di non essere compreso.
Il primo motivo è il modo in cui è rappresentata la violenza: spiazzante, esplicito, e, diciamolo, per un occidentale, forse addirittura ridondante.
Il secondo è il modo in cui è rappresentata la sessualità, spiazzante, esplicito, e, diciamolo, per un occidentale, forse addirittura ridondante.
Il terzo è il modo in cui rappresenta il bullismo, ma qui non mi ripeto, poi importante, il modo in cui è rappresentato il rapporto tra il buono (?!) Ichi, e il cattivo (?!) Kakihara, una splendida ed inquietante mescolanza di sadismo, devianza, empatia e, credetemi, romanticismo.
L'ultimo ed il più importante di tutti, però, è il modo in cui ci viene presentata la moralità del "Master Puppet", del burattinaio, di colui che tira i fili: il Vecchio.
In apparenza, un uomo spinto da un sano spirito vendicativo-distruttivo e, crediamo fino alla fine, guidato da principi superiori, invece…
Invece questo personaggio è il più fuorviante di tutti, di una crudeltà sopraffina, e, in definitiva, fine a sé stessa.
Se non mi credete, guardate ciò che instilla nella mente di Ichi e ciò che, manipolandolo, lo induce a compiere e indirettamente provoca… Credetemi, tra donne e uomini sgozzati e fatti a pezzi, peni tranciati in due (due peni, quindi il plurale è d'obbligo), sperma che fiotta, donne abusate, donne violentate a morte, facce tranciate, capezzoli fritti e peni minacciati di frittura e chi più ne ha più ne metta, il nano bastardo provoca tanta di quella sofferenza che, quando si finisce con il comprendere i suoi reali scopi, si resta semplicemente schoccati (di m#r#a, suona molto meglio).

Del resto, quando in Homunculus vidi il protagonista che famelicamente inghiottiva il proprio sperma, io, che ve lo posso dire senza tema di esagerare, sono venuto su a pane ed eccessi visivi (si tratti di fumetti, di romanzi o di cinema, io ho dei gusti che farebbero sollevare il sopracciglio a più di uno psicanalista), rimasi non solo basito, ma un filo sconcertato.
Ecco, Ichi The Killer è come Homunculus: sconcertante, eccessivo, non per tutti, di difficile comprensione.
Però, se Homunculus presenta più livelli di lettura, Ichi The Killer, alla fine, pure con un certo sforzo, è maggiormente interpretabile...
Ho visto che qualcuno lo ha giudicato incomprensibile ed inconcluso, ma, credetemi, un senso ce l'ha eccome.
Ora, dal momento che non voglio incorrere nelle ire di nessuno, qui vi, avviso, vado a SPOILERARE SUL FINALE, per cui chi non lo ha letto in toto o chi non lo ha finito è meglio si fermi qui.
Ichi The Killer, è, di fatto, il gioco perverso di uno psicopatico.
E non parlo nè di Ichi nè di Mabo (nomignolo con cui un'altra protagonista del manga, la prostituta d'alto bordo Karen, che farà una fine orrenda, chiama "affettuosamente" Kakihara): lo psicopatico è il Vecchio.
In un paio di albi della serie si vedono dei fascicoli dal titolo emblematico "Piano per portare la pace a Shinjuku per mezzo di Ichi".
Behm, dato che il fumetto si svolge per lo più a Shinjuku, che è una sorta di quartiere dei divertimenti con una forte componente a luce rossa, l'ho scritto, all'inizio viene da pensare che il Vecchio sia mosso da intenti nobili, da intenti pacificatori, e si cade nella trappola di Yamamoto a piedi uniti...
Invece, vi dicevo, no: il Vecchio è il personaggio più insano di tutti: non vuole radere al suolo Shinjuku per farne un posto migliore… Vuole semplicemente appagare la propria psiche distorta di manipolatore e assieme di gambler (il Vecchio, imho, questo è: uno "Smooth Operator").
E Ichi è solo uno dei mezzi che utilizzerà per farlo; una volta che Ichi stesso, "contaminato" dal quartiere in questione, si farà incapace di soddisfare gli intenti del Vecchio, questi ripiegherà sul figlio di Takeshi, "proiettile" appartenente al gruppo Yakuza di Kakihara, che, guarda tu, finirà con l'essere ucciso proprio da Ichi.
Uno dei momenti in cui la vena psicopatica del Vecchio emerge con più chiarezza, è quando, nel decimo volume, al telefono con una donna, parla del modo in cui utilizzava Ichi. All'inizio cadiamo nella trappola definitiva: forse, il bastardo, un fine superiore ce lo aveva, forse non ha fatto tutto per il suo piacere… Invece, no: quando attacca il telefono, capiamo che, ripeto, no, non è un buono che si è fatto prendere la mano dai propri metodi: è un individuo totalmente fuori di senno. Vediamo, in una serie memorabile di vignette, che il Vecchio, in pieno delirio solipsistico, sta, di fatto, parlando con un'operatrice di un Call Center - una sorta di "Telefono Amico" - come se stesse parlando con una sua socia. All'inizio siamo indotti a pensare che sia una psicanalista appartenente alla Polizia o a qualche altra Forza dell'Ordine, e, invece, poche vignette dopo comprendiamo che la donna, una impiegata del "Tokyo Hello Himawari Telephone", non lo prende assolutamente sul serio, ritenendolo un povero demente che dà sfogo ad una fantasia (emblematico il fatto che, appunto, pur trattandosi di una sorta di "Telefono Amico", la donna rida di lui, non mostrando alcuna empatia e, apparentemente, alcun senso morale).
Ecco, queste sono le parole del "Vecchio" (che, per inciso non è affatto un vecchio, ma un quarantenne che si è invecchiato di proposito, un fottuto maniaco manipolatore e giocatore d'azzardo che usa le persone per il suo divertimento), mentre si prepara ad iniettarsi steroidi, da cui è dipendente e che l'hanno trasformato in una sorta di nano mostruoso e con muscoli che paiono bozzi: "Quello che vorrei sono delle rovine silenziose, come un deserto… In cui non esiste distinzione tra ieri, oggi e domani. Non voglio lasciare in piedi nessuna delle cose che mi interessano… Però, se penso alle cose divertenti che ci saranno dopo la mia morte, non posso davvero morire".
Datemi retta: in Ichi The Killer niente è lasciato al caso…
E' l'opera di un mangaka perfido e geniale.
Non per niente, "Hideo" è il nome del protagonista di quello che sembra essere un altro ottimo manga: "I am a Hero" (una delle trascrizioni in ideogrammi di "Hideo", si puo' leggere come eroe, e egli stesso dice di se': "I am a hero").
E, guarda un po', cosa c'è nella libreria di "Hideo"?
I primi nove numeri di Homunculus…
Per finire: Ichi The Killer è un manga da leggere e, poi, una volta terminatolo, rileggere, per capire come, in buona sostanza, non sia altro che l'elaborato giochetto di un pazzoide totale (se vi chiedete di chi sto parlando, se del "Vecchio" o di Yamamoto stesso, fate voi…).
Alla prox,
D.