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7.0/10
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Non so se sia una caratteristica della Ohba, o è la sua collaborazione con Obata a farla diventare così, fatto sta che ormai non ho dubbi che la cara Tsugumi lo faccia apposta a creare una storia originale ed accattivante per poi trasformarla in una grande commercialata. Come in Death Note, così in Bakuman. Ma partiamo con ordine.

[ ATTENZIONE: LIEVI SPOILER ]

Bakuman, serie del 2008 scritta da Tsugumi Ohba e disegnata da Takeshi Obata, presenta un genere totalmente opposto dall'eterno Death Note. Qui troviamo infatti la storia di due liceali compagni di classe, Mashiro Moritaka e Akito Takahi, i quali aspirano non solo a diventare mangaka nella celebre rivista "Shonen Jump", la più famosa ed amata nella terra nipponica, ma soprattutto ambiscono al tanto fatidico adattamento anime della loro stessa opera (quale mangaka non ci spera, dopotutto?).
La trama, di base, è semplice: Mashiro, giovane ragazzo col talento del disegno, è innamorato di Miho Azuki, affascinante compagna di classe che si scoprirà avere il sogno di diventare doppiatrice. Takagi, secchione della classe, prendendo la palla al balzo, fa sigillare una promessa tra i due innamorati: quando un manga di Mashiro e Takagi avrà un anime e Miho doppierà l'eroina dello stesso, Miho e Mashiro si sposeranno. La storia, quindi, è tutta incentrata non solo sull'essere serializzati sulla famosa rivista, ma ad avere soprattutto il fatidico anime.
Fin qui tutto bene. Ma che storia è senza un cattivo? Eccolo qui, il rivale di turno: Niizuma Eiji, ragazzo geniale serializzato su Jump e il suo manga, "Crow", è famosissimo e apprezzato.
Ordunque, perché, nonostante questo prologo che non sembra criticare niente ed il mio voto per niente stitico, ho iniziato questa recensione con "la cara Tsugumi lo fa apposta a creare una storia originale ed accattivante per poi trasformarla in una grande commercialata"? Semplicissimo. La trama di base, a mio parere, è molto buona: è una commedia, certo, ma è anche sentimentale e ha quella sorta di azione "alla Death Note" dove non ci si scontra con i pugni, ma con le parole e l'ingegno. Ma, a quanto pare, la Ohba non è riuscita a sfruttare appieno quest'idea, a volte ideando parti che davvero facevano sbadigliare, ed aggiungendo pian piano "avversari" (e cioè mangaka concorrenti) sempre più inadatti (andiamo, su una rivista shonen mi mettete una mangaka che disegna principalmente shojo? Che senso ha?). A tratti la storia era appassionante, specie all'inizio ma anche più avanti c'erano degli spunti interessanti (il dilemma dei protagonisti che non riuscivano a conciliare liceo -e successivamente università- e lavoro, ad esempio), ma a volte ci metteva cose davvero assurde, oppure tendeva ad enfatizzare troppo qualcosa (specie un evento importante come l'uscita dei sondaggi e cose così), rendendo quindi il tutto poco realistico (e già comunque Bakuman di certo non è nato per essere realistico, in quanto i mangaka per venire serializzati si fanno un mazzo così).

Ma non per questo quest'opera non merita il mio sette. I lati positivi indubbiamente ci sono: un esempio è l'eterna competizione tra Eiji e Ashirogi Muto (nome d'arte della coppia Mashiro e Tagaki), che all'inizio era percepita solo da un lato (Eiji non li calcolava più di tanto), ma pian piano si accende una forte rivalità che spingerà entrambe le parti a migliorarsi per "battere" l'altro, specie nelle classifiche di preferenza (anche perché, nel mondo di Jump, nel momento in cui scendi sotto un tot di posti in classifica, la tua serie viene cancellata).
In più, a volte notiamo anche cosa combina la nostra eroina, Miho, la quale non avrà certo vita facile nel mondo del doppiaggio, e la sua vita sarà ancora più "incasinata" quando si scoprirà la sua "relazione" con Mashiro.
Altro punto a favore è indubbiamente l'originalità delle opere dei personaggi: nel corso della storia ci saranno molti mangaka e altrettanti manga, ed ognuno di questi non verrà solo citato, ma spesso si mostreranno delle "tavole" ed una trama, e mi devo davvero complimentare con la Ohba per aver inventato certe trame bellissime (che ti chiedi perché non esitano davvero manga del genere) e anche con Obata per essere riuscito a differenziare il suo stile innumerevoli volte, che passa dallo shonen puro di "Crow", al semi-shojo di "Hideout door", al quasi-seinen di "Reverse" e ad ancora allo stile "sporco" di "Kyoshi Night".

In sostanza, se dicessi che non mi è piaciuto, mentirei spudoratamente. Bakuman, nonostante i suoi difetti, è una bella opera. Come Death Note, ha avuto la pecca di essere andata troppo per le lunghe e che quindi, personalmente, doveva finire prima, ma alla fine sono stata soddisfatta del risultato che ne è uscito fuori. Poteva venire meglio, ma indubbiamente poteva venire molto peggio. Consigliato a chi è un fan di quest'accoppiata che tutti conosciamo per Death Note, ma anche a chi cerca un shonen senza troppe pretese, con uno stile semplice ma particolareggiato, la giusta dose di humor bilanciato ad una buona "azione alla Death Note".