Recensione
All You Need Is Kill
7.0/10
All you need is kill è il manga in due volumi tratto dall'omonima light novel di Hiroshi Sakurazawa. Premetto subito che non avendo letto la novel, non sono in grado di valutare la fedeltà e la qualità della trasposizione, ma mi limiterò a recensire il fumetto. L'adattamento è stato affidato alla coppia Ryosuke Takeuchi e Takeshi Obata, il primo addetto alla sceneggiatura e il secondo ai disegni.
Difficile fare critiche al tratto ormai celeberrimo di Obata, che anche in quest'opera si dimostra all'altezza della sua fama: l'impostazione grafica delle tavole rende onore al fluire della storia, il tratto si dimostra pulito e i dettagli sono chiari e precisi anche nelle scene di guerra e in quelle più caotiche.
È invece sulla sceneggiatura che il manga perde qualche passo, non so dire se per colpa di Takeuchi o dell'autore della novel stessa: nonostante l'idea del loop temporale sia molto suggestiva, permettendo uno sviluppo della trama non banale, nel corso della storia si accumulano piccoli dettagli che sembrano soffrire di alcune lacune. A partire dalla natura dai nemici, creature mostruose e aliene, di cui alla fin fine non veniamo a sapere quasi niente. Può darsi che lo scrittore abbia voluto appositamente dipingerli in questo modo per enfatizzare il carattere alienante e incomprensibile della guerra, ma così facendo si perde l'opportunità di avere un antagonista credibile e carismatico, barattandolo con uno molto più in stile videoludico. E l'impressione rimane in realtà quella di un nemico solo abbozzato, scelto così per comodità più che per voglia di comunicare qualcosa.
Oltre a questo, ho trovato un po' forzata la spiegazione degli eventi finali (non sto a dirli per evitare spoiler), che mi è risultata non del tutto calzante, come se mancasse qualche pezzo del puzzle, o meglio come se alcuni pezzi fossero stati incastrati a forza per far tornare il tutto.
Eppure, nonostante tutto, All you need is kill si fa leggere, e molto bene.
Questo perché in realtà funziona molto meglio come storia d'amore che non come storia di fantascienza: è l'analisi introspettiva dei due protagonisti che tiene su ed eleva la storia, ed è leggendo tutto come contorno del loro trovarsi che si riesce ad apprezzare al meglio questo manga.
Tutto il caos della guerra e quello che ci ruota attorno non è altro che un enorme processo estraneo che porta Keiji e Rita a scoprirsi esseri simili in un mondo assurdo, e la loro reciproca comprensione permetterà ad entrambi di trovare una propria umanità.
Difficile fare critiche al tratto ormai celeberrimo di Obata, che anche in quest'opera si dimostra all'altezza della sua fama: l'impostazione grafica delle tavole rende onore al fluire della storia, il tratto si dimostra pulito e i dettagli sono chiari e precisi anche nelle scene di guerra e in quelle più caotiche.
È invece sulla sceneggiatura che il manga perde qualche passo, non so dire se per colpa di Takeuchi o dell'autore della novel stessa: nonostante l'idea del loop temporale sia molto suggestiva, permettendo uno sviluppo della trama non banale, nel corso della storia si accumulano piccoli dettagli che sembrano soffrire di alcune lacune. A partire dalla natura dai nemici, creature mostruose e aliene, di cui alla fin fine non veniamo a sapere quasi niente. Può darsi che lo scrittore abbia voluto appositamente dipingerli in questo modo per enfatizzare il carattere alienante e incomprensibile della guerra, ma così facendo si perde l'opportunità di avere un antagonista credibile e carismatico, barattandolo con uno molto più in stile videoludico. E l'impressione rimane in realtà quella di un nemico solo abbozzato, scelto così per comodità più che per voglia di comunicare qualcosa.
Oltre a questo, ho trovato un po' forzata la spiegazione degli eventi finali (non sto a dirli per evitare spoiler), che mi è risultata non del tutto calzante, come se mancasse qualche pezzo del puzzle, o meglio come se alcuni pezzi fossero stati incastrati a forza per far tornare il tutto.
Eppure, nonostante tutto, All you need is kill si fa leggere, e molto bene.
Questo perché in realtà funziona molto meglio come storia d'amore che non come storia di fantascienza: è l'analisi introspettiva dei due protagonisti che tiene su ed eleva la storia, ed è leggendo tutto come contorno del loro trovarsi che si riesce ad apprezzare al meglio questo manga.
Tutto il caos della guerra e quello che ci ruota attorno non è altro che un enorme processo estraneo che porta Keiji e Rita a scoprirsi esseri simili in un mondo assurdo, e la loro reciproca comprensione permetterà ad entrambi di trovare una propria umanità.