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7.0/10
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Mi appresto a recensire "Naruto", uno dei manga più popolari degli ultimi anni, per cui non mi dilungo nell'ennesimo riassunto della trama. Personalmente ritengo che se "Naruto" avesse sfruttato a pieno le sue potenzialità sarebbe potuto diventare il "Dragon Ball" del 2000, cosa che purtroppo non è avvenuta anche, a mio avviso, per colpa della casa editrice. Se penso a "Naruto" in me si mescolano diverse emozioni, sia positive che negative, ma andiamo con ordine. Il manga parla di Naruto, questo ragazzo dal passato triste, emarginato da tutti, che però con la sua volontà e determinazione intende guadagnarsi il rispetto e l'ammirazione del suo villaggio. Per la sua goffaggine, la sua simpatia, il suo carisma e la sua testardaggine, il lettore, specialmente se adolescente, empatizza immediatamente con Naruto, poiché egli rappresenta in fondo ciascuno di noi, un ragazzo normale, che vuole essere accettato dagli altri. Per tutta la prima parte il manga si mantiene su alti livelli, per merito di un'ambientazione affascinante, una trama avvincente e ricca di colpi di scena, tanti personaggi ben caratterizzati che ispirano simpatia nel lettore e combattimenti ninja dalla forte componente strategica e dal tocco splatter, che non guasta mai. La narrazione è leggera ma in alcuni punti è capace di diventare profonda e più matura. Dal volume 27 poi, dopo uno scontro memorabile che conclude magistralmente la prima parte, si assiste ad un time-skip di 2 anni che segna l'inizio della seconda parte del manga. Io non sono tra coloro che affermano che con Shippuden (il nome della seconda serie nell'anime) il manga decada in modo verticale, in quanto penso che la situazione sia un po' diversa. Indubbiamente questa seconda serie appare un po' sottotono rispetto alla prima, alcuni passaggi sono un po' noiosi, alcuni storici personaggi diventano marginali e ne vengono introdotti altri un po' piatti. La seconda serie vive di lampi estemporanei, tuttavia si mantiene comunque interessante. Il lettore è spinto dalla curiosità di vedere come sono cresciuti i personaggi, inoltre vengono introdotti numerosi misteri ed un gruppo di nemici veramente "fighi". Addirittura dopo una decina di numeri la serie sembra risollevarsi, si entra in una delle saghe migliori del manga, dove si raccontano le vicende di Jiraya e vengono presentate rivelazioni scioccanti sul passato di Itachi Uchiha (mio personaggio preferito). Il tutto culmina con la saga di Pain, molto interessante sia per la filosofia propria dell'antagonista, sia per l'evoluzione di Naruto stesso. Tuttavia è nei numeri seguenti che a mio avviso inizia il vero declino del manga, che culmina nella saga della grande guerra ninja. I concetti di amicizia e vendetta vengono esasperati e banalizzati , così Sasuke diviene un personaggio quasi ridicolo nelle sue scelte. La morale stessa del manga viene contraddetta; mentre all'inizio viene insegnato che con l'impegno e la determinazione si può raggiungere qualsiasi risultato, ora Naruto si scopre essere il ragazzo della profezia, la reincarnazione di uno dei ninja più forti della storia, insomma un predestinato. Inoltre la guerra, ingiustificabilmente lunga è piena zeppa di fanservice. Personalmente la sensazione che ho avuto è stata quella di leggere un manga diverso da quello che avevo iniziato. "Naruto" in quest'ultimo arco sembra sempre più "Dragon Ball", con power up a ripetizione e onde energetiche sempre più grandi che prendono il posto dei combattimenti strategici con kunai e shuriken cui eravamo abituati. Tuttavia a "Naruto" dò lo stesso un 7, perché è un manga che per lunghi tratti è stato incredibilmente bello, perché è un fumetto cui sono affezionato che mi ha accompagnato per anni, e perché è uno di quei manga che mi ha commosso fino alle lacrime in alcune occasioni(storia di Obito e nascita di Naruto). Insomma il ninja biondo è riuscito nel bene e nel male a far breccia nel cuore dei lettori, segnando una generazione.