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Su consiglio di un amico ho incominciato a leggere "Phantom Blood" per introdurmi nel magico mondo del "Le Bizzarre avventure di JoJo". Tutto nasce da questi 5 volumi che hanno dato inizio ad una delle saghe più longeve del fumetto giapponese. Un manga acerbo come il suo creatore che già nel lontano 1987 qualche intuizione l'aveva avuta. Jonathan e Dio... due fratellastri divisi da un odio profondo… delle schermaglie arricchite da una maschera misteriosa proveniente da una civiltà antica… un dualismo che condizionerà l'intera serie e che si forgia su filosofie risolute e inconciliabili. "Phantom Blood" ha come miglior pregio quello di essere profetico, lasciando intuire che il meglio deve ancora arrivare e che Araki si sta preparando per stupirci con qualcosa di pirotecnico. I disegni sono ben curati anche se è inevitabile cogliere delle similitudini con lo stile di Tetsuo Hara (Ken il guerriero), soprattutto nella caratterizzazione del protagonista (Jonathan Joestar) che ricorda fortemente Kenshiro. Sul fronte narrativo "Phantom Blood" non è proprio originalissimo e sembra attingere dalle ben più note opere (parlo soprattutto del genere "picchiaduro/arti marziali") che, negli anni '80, stavano esportando l'arte giapponese in tutto il mondo. Presa singolarmente, questa prima serie, non è da inserire negli annali del manga giapponese ma il mio consiglio è di leggerlo comunque e di non fermarvi con "Le Bizzarre Avventure di JoJo" per poter cogliere la portata e il contributo del lavoro di Hiroiko Araki (dalla terza serie in poi vi stupirà).