Qualche giorno fa si è tenuta una live sul nostro canale Twitch dedicata interamente al doppiaggio italiano della prima stagione de Le Bizzarre Avventure di JoJo (che comprende Phantom Blood e Battle Tendency) disponibile in streaming su Netflix. Nel corso di questa live, il direttore Mosè Singh e l'adattatore dei dialoghi Davide Campari hanno risposto a molte domande degli spettatori e hanno raccontato qualche retroscena dietro la lavorazione del doppiaggio.
Nonostante siano passati più di dieci anni dall'arrivo dell'anime, il fandom, anche italiano, è rimasto attivo tra le varie piattaforme social e forum, anche e soprattutto grazie all'enorme quantità di meme che ne sono scaturiti. Basti pensare all'iconico "Muda Muda" di Dio Brando e al "Nigerundayo" di Joseph Joestar, citazioni che, tradotte, rischiavano di perdere il loro fascino. Una sfida che Mosè e Davide hanno affrontato gli ostacoli traduttivi con leggerezza, rendendoli "Inutili Inutili", e sfuggendo alle difficoltà gridando con fierezza "fuori dai cogli*ni!".
Ma partiamo dal principio. A giugno 2024, la project manager Elena Padovani ha affidato a Mosè la lavorazione del doppiaggio, e durante l'estate si è svolta la selezione dei traduttori, dei dialoghisti e dei doppiatori: "La grande fortuna è stata la libertà totale da parte di Netflix per scegliere il cast, non ho dovuto fare provini. Le uniche richieste sono state riguardo alcuni cambi rispetto a chi era già apparso in Stone Ocean", ha detto Mosè. "Sono riuscito a spuntarla con Federico Viola mettendolo su Ceasar, facendo leva che sarebbero passate più di cento puntate prima di sentirlo nuovamente su Anasui". Il ritmo di lavoro è stato poi molto sostenuto, con l'inizio delle registrazioni in sala ad ottobre e la conclusione avvenuta pochi giorni prima di Natale. "La scelta dei doppiatori doveva basarsi su un eventuale doppiaggio futuro delle altre parti, tutto per evitare doppioni o ricicli".
Altri presupposti che Mosè ha voluto tenere in considerazione sono stati, ovviamente, le voci adatte per il viso del personaggio, le voci più simili a quelle originali, e infine quali doppiatori avevano già doppiato altri personaggi dei seiyuu originali. In quest'ultimo punto ne fa parte Gianluca Iacono, che in JoJo ha doppiato Speedwagon, interpretatoin originale Yōji Ueda (seiyuu di Gamakichi in Naruto e Bebin in Ranking of Kings). Per Lisa Lisa invece è stata scelta Gea Riva date le sue caratteristiche da matura, sensuale e maestra. "Un caso a parte è stato sicuramente Luigi Rosa su Zeppeli: avevo bisogno di un attore che non solo fosse in grado di essere giocoso sui versi, ma che fosse anche in grado di ricoprirli dandomi lo stesso suono. E Gigi ha un orecchio pazzesco".

Non si può parlare di JoJo senza parlare del villain che ha dato inizio a tutto: Dio Brando. Un personaggio criptico, dotato di enorme fascino e carisma, che ha vissuto un'evoluzione caratteriale e stilistica nel corso delle parti in cui ha fatto la sua comparsa. In Phantom Blood non è che un ragazzino fin troppo ambizioso, cresciuto in un borgo povero con un padre violento e ubriaco. Un personaggio amato da moltissime persone in tutto il mondo, tra cui lo stesso doppiatore scelto da Mosè, Maurizio Merluzzo. "Il manga mi è stato consigliato proprio da Maurizio tantissimi anni fa, quindi conoscevo la sua passione e sapevo che era molto innamorato del personaggio", ha raccontato Mosè, "ma io ho ragionato sulle caratteristiche psicologiche dei personaggi: Maurizio ha delle note particolarmente giuste che danno con credibilità alcune sfumature senza sforzarsi troppo". L'impegno era quello di mantenere, dove possibile, l'interpretazione e le sporcature originali di Takehito Koyasu, la cui voce nasale sarebbe risultata troppo buffa e "bizzarra" se resa pari pari in italiano. "Jacopo Calatroni, dall'altro lato, nel suo essere profondamente gentiluomo aveva già una propensione naturale per essere Jonathan Joestar".
Il lavoro con Maurizio e con gli altri doppiatori, chi appassionati e chi ha scoperto solo dopo l'importanza della serie, è stato molto piacevole secondo Mosè. "Tutti si sono messi in gioco anche perché avevano capito quanto tutto questo significasse per me, cosa che ho apprezzato veramente tanto".
Per Davide è stata la sua prima serie da dialoghista, pur lavorando come traduttore da più di 10 anni. Il lavoro del dialoghista consiste non solo nel tradurre il copione con le battute dei personaggi, ma anche nell'adattarle al labiale per il doppiaggio. "Iniziare con una serie come JoJo è stata un battesimo di fuoco", non essendo semplice nei dialoghi, nella resa, nelle pause. "Riuscire a dare in italiano la stessa enfasi richiede un minimo di ragionamento che non era così immediato", ha così commentato. "La puntata che ho adorato di più da adattare è stata la diciassettesima, con lo scontro tra Joseph e Esidisi".
Se Davide non ha consultato il manga per l'adattamento dei dialoghi, in quanto la sua collezione cartacea parte da Stardust Crusaders, Mosè ha voluto fare questo ulteriore controllo per poter eventualmente fare un richiamo al manga stesso. Si è avvalso anche dei sottotitoli, cercando di trovare un compromesso tra le versioni esistenti. "Lo script di partenza su cui abbiamo lavorato era quello giapponese, anche se avevamo anche la traduzione in inglese. Ci è stato richiesto di partire da zero, non di basarci sui sottotitoli presenti su Netflix". La questione più importante da affrontare, secondo Mosè, era accogliere non solo gli appassionati ma anche nuovi spettatori con un linguaggio adatto a tutte le generazioni. "Non ho abbracciato nessuna politica di censura all'interno della lavorazione, ma il compromesso era quello di capire l'utenza". Consultando vari forum e siti online, ha constatato quanto i meme avessero ancora una forte influenza sugli utenti del web, a prescindere dalla loro età. Per questo motivo ha voluto dare maggior risalto a quelle battute, così che chi aveva conosciuto JoJo al tempo tramite di essi poteva ritrovarli anche nel doppiaggio italiano. Ciò ha creato non poche risate e momenti imbarazzanti dal dietro le quinte: "Marzo Balzarotti ancora mi rinfaccia i gargarismi di Stroheim. [...] Quando Jonathan impreca contro Dio Brando suonando quasi una bestemmia c'è stata inizialmente un po' di resistenza, ma ho insistito pensando alle varie clip che sarebbero uscite in rete proprio per pubblicizzare questo doppiaggio".
Mosè ha raccontato, a tal proposito, altri aneddoti divertenti e interessanti. Il primo riguarda la scena con Kars essere supremo e lo "scoiattolo pazzo" che massacra tutti i soldati. In quel contesto, sfruttando la libertà creativa, si è voluto fare un rimando al Signore degli Anelli facendo dire a Dimitri Winter, doppiatore di Joseph Joestar, il famoso "Fuggite, sciocchi!" di Gandalf. Un altro omaggio è stato il "Sei un folle" di Goku rivolto al temibile Freezer. "Mi piace giocare con queste citazioni trasversale, ovviamente senza tradire il concetto originale".
Non solo risate, ma anche pugni e denti stretti per la questione del copyright. Se in Phantom Blood e Battle Tendency i riferimenti a gruppi musicali, canzoni e cantanti sono relativamente pochi, nelle parti successive sono invece molte di più anche grazie all'introduzione dei tanto amati Stand. Ciò ha comportato un cambiamento di molti nomi dei personaggi e degli Stand del franchise, come per esempio da Crazy Diamond a Shiny Diamond. "Abbiamo una referente giapponese che si occupa del brand, ma nonostante mi sia battuto fino alla fine ci è stato detto che quelli sono nomi approvati ormai anche da Araki stesso". Ma Mosè non ha voluto ancora darsi per vinto, poiché, qualora fosse confermato il doppiaggio delle parti successive, adotterà ogni stratagemma possibile come quello che ha sfruttato per Esidisi.
A proposito di eventuali doppiaggi futuri sul resto delle serie, non sono mancate delle supposizioni e delle domande nate da una pura e semplice curiosità, soprattutto per quanto riguarda Vento Aureo che è ambientato nel nostro buon vecchio stivale. Tra Venezia, Roma e Napoli, quanto sarebbe "bizzarro" sentire i personaggi parlare in dialetto? Già in Battle Tendency il protagonista Joseph Joestar dà a Ceasar del "Cesarì bello", grazie a una scelta traduttiva che sfrutta la romanità del co-protagonista. Ma per le parti successive, tenendo sempre presente che non c'è alcuna conferma a riguardo, la richiesta da parte di Mosè c'è stata, e nel limite del possibile potrebbe essere fattibile.
"Non farei parlare in dialetto i protagonisti, ma quelli secondari potrebbero farlo. Anche l'iconico 'Di Molto' di Melone si potrebbe tenere con una cadenza particolare. Bisognerebbe vedere le indicazioni di Araki sulla provenienza dei personaggi, e dovrei avvalermi di colleghi originari della regione in questione e tenermeli in sala". Prima di Vento Aureo, però, sappiamo che appare un altro personaggio italiano: Tonio "Trendy" Trussardi in Diamond is Unbreakable, con il suo memabile "ho capito" che potrebbe suonare molto più divertente con un dialetto napoletano.
"È sempre questione di come imposti il lavoro", dice Davide. Usare il dialetto può essere un'arma a doppio taglio poiché potrebbe suonare strano all'orecchio dello spettatore medio. Se però c'è una logica dietro, potrebbe funzionare senza mandare tutto in caciara. "Sono cose che vanno pensate anche in fase di adattamento".

Uscito nel 1993, JoJo è stato il primo manga giapponese pubblicato in Italia da Star Comics. La serie OVA, tradotta da Yamato Video con Ivo de Palma, ha dato nuova linfa al franchise prima dell'arrivo della prima stagione televisiva del 2012. Da allora, tantissimi eventi sono stati organizzati in Italia e ancora adesso gli appassionati e i cosplayer si riuniscono nelle varie fiere del fumetto per rendere omaggio alla saga di Hirohiko Araki. Le richieste a gran voce di ottenere un doppiaggio italiano degno della saga sono state ascoltate, ma l'invito è farlo conoscere a più persone possibili, a parlarne e discuterne, in modo tale che, notando l'interesse mediatico, si possa decidere di continuare con questo adattamento in italiano. "Se questo doppiaggio viene reputato ottimo da Netflix, potrebbero decidere di rifarlo tutto per tenerlo congruo a quello attuale", queste sono state le parole speranzose di Davide.
Potete vedere la live completa ricaricata sul nostro canale YouTube. Ringraziamo Mosè Singh, Davide Campari, Alessio Joestar e Dario (Kotaro) Rotelli per la partecipazione.
Nonostante siano passati più di dieci anni dall'arrivo dell'anime, il fandom, anche italiano, è rimasto attivo tra le varie piattaforme social e forum, anche e soprattutto grazie all'enorme quantità di meme che ne sono scaturiti. Basti pensare all'iconico "Muda Muda" di Dio Brando e al "Nigerundayo" di Joseph Joestar, citazioni che, tradotte, rischiavano di perdere il loro fascino. Una sfida che Mosè e Davide hanno affrontato gli ostacoli traduttivi con leggerezza, rendendoli "Inutili Inutili", e sfuggendo alle difficoltà gridando con fierezza "fuori dai cogli*ni!".
Ma partiamo dal principio. A giugno 2024, la project manager Elena Padovani ha affidato a Mosè la lavorazione del doppiaggio, e durante l'estate si è svolta la selezione dei traduttori, dei dialoghisti e dei doppiatori: "La grande fortuna è stata la libertà totale da parte di Netflix per scegliere il cast, non ho dovuto fare provini. Le uniche richieste sono state riguardo alcuni cambi rispetto a chi era già apparso in Stone Ocean", ha detto Mosè. "Sono riuscito a spuntarla con Federico Viola mettendolo su Ceasar, facendo leva che sarebbero passate più di cento puntate prima di sentirlo nuovamente su Anasui". Il ritmo di lavoro è stato poi molto sostenuto, con l'inizio delle registrazioni in sala ad ottobre e la conclusione avvenuta pochi giorni prima di Natale. "La scelta dei doppiatori doveva basarsi su un eventuale doppiaggio futuro delle altre parti, tutto per evitare doppioni o ricicli".
Altri presupposti che Mosè ha voluto tenere in considerazione sono stati, ovviamente, le voci adatte per il viso del personaggio, le voci più simili a quelle originali, e infine quali doppiatori avevano già doppiato altri personaggi dei seiyuu originali. In quest'ultimo punto ne fa parte Gianluca Iacono, che in JoJo ha doppiato Speedwagon, interpretatoin originale Yōji Ueda (seiyuu di Gamakichi in Naruto e Bebin in Ranking of Kings). Per Lisa Lisa invece è stata scelta Gea Riva date le sue caratteristiche da matura, sensuale e maestra. "Un caso a parte è stato sicuramente Luigi Rosa su Zeppeli: avevo bisogno di un attore che non solo fosse in grado di essere giocoso sui versi, ma che fosse anche in grado di ricoprirli dandomi lo stesso suono. E Gigi ha un orecchio pazzesco".

Non si può parlare di JoJo senza parlare del villain che ha dato inizio a tutto: Dio Brando. Un personaggio criptico, dotato di enorme fascino e carisma, che ha vissuto un'evoluzione caratteriale e stilistica nel corso delle parti in cui ha fatto la sua comparsa. In Phantom Blood non è che un ragazzino fin troppo ambizioso, cresciuto in un borgo povero con un padre violento e ubriaco. Un personaggio amato da moltissime persone in tutto il mondo, tra cui lo stesso doppiatore scelto da Mosè, Maurizio Merluzzo. "Il manga mi è stato consigliato proprio da Maurizio tantissimi anni fa, quindi conoscevo la sua passione e sapevo che era molto innamorato del personaggio", ha raccontato Mosè, "ma io ho ragionato sulle caratteristiche psicologiche dei personaggi: Maurizio ha delle note particolarmente giuste che danno con credibilità alcune sfumature senza sforzarsi troppo". L'impegno era quello di mantenere, dove possibile, l'interpretazione e le sporcature originali di Takehito Koyasu, la cui voce nasale sarebbe risultata troppo buffa e "bizzarra" se resa pari pari in italiano. "Jacopo Calatroni, dall'altro lato, nel suo essere profondamente gentiluomo aveva già una propensione naturale per essere Jonathan Joestar".
Il lavoro con Maurizio e con gli altri doppiatori, chi appassionati e chi ha scoperto solo dopo l'importanza della serie, è stato molto piacevole secondo Mosè. "Tutti si sono messi in gioco anche perché avevano capito quanto tutto questo significasse per me, cosa che ho apprezzato veramente tanto".
Per Davide è stata la sua prima serie da dialoghista, pur lavorando come traduttore da più di 10 anni. Il lavoro del dialoghista consiste non solo nel tradurre il copione con le battute dei personaggi, ma anche nell'adattarle al labiale per il doppiaggio. "Iniziare con una serie come JoJo è stata un battesimo di fuoco", non essendo semplice nei dialoghi, nella resa, nelle pause. "Riuscire a dare in italiano la stessa enfasi richiede un minimo di ragionamento che non era così immediato", ha così commentato. "La puntata che ho adorato di più da adattare è stata la diciassettesima, con lo scontro tra Joseph e Esidisi".
Se Davide non ha consultato il manga per l'adattamento dei dialoghi, in quanto la sua collezione cartacea parte da Stardust Crusaders, Mosè ha voluto fare questo ulteriore controllo per poter eventualmente fare un richiamo al manga stesso. Si è avvalso anche dei sottotitoli, cercando di trovare un compromesso tra le versioni esistenti. "Lo script di partenza su cui abbiamo lavorato era quello giapponese, anche se avevamo anche la traduzione in inglese. Ci è stato richiesto di partire da zero, non di basarci sui sottotitoli presenti su Netflix". La questione più importante da affrontare, secondo Mosè, era accogliere non solo gli appassionati ma anche nuovi spettatori con un linguaggio adatto a tutte le generazioni. "Non ho abbracciato nessuna politica di censura all'interno della lavorazione, ma il compromesso era quello di capire l'utenza". Consultando vari forum e siti online, ha constatato quanto i meme avessero ancora una forte influenza sugli utenti del web, a prescindere dalla loro età. Per questo motivo ha voluto dare maggior risalto a quelle battute, così che chi aveva conosciuto JoJo al tempo tramite di essi poteva ritrovarli anche nel doppiaggio italiano. Ciò ha creato non poche risate e momenti imbarazzanti dal dietro le quinte: "Marzo Balzarotti ancora mi rinfaccia i gargarismi di Stroheim. [...] Quando Jonathan impreca contro Dio Brando suonando quasi una bestemmia c'è stata inizialmente un po' di resistenza, ma ho insistito pensando alle varie clip che sarebbero uscite in rete proprio per pubblicizzare questo doppiaggio".
Mosè ha raccontato, a tal proposito, altri aneddoti divertenti e interessanti. Il primo riguarda la scena con Kars essere supremo e lo "scoiattolo pazzo" che massacra tutti i soldati. In quel contesto, sfruttando la libertà creativa, si è voluto fare un rimando al Signore degli Anelli facendo dire a Dimitri Winter, doppiatore di Joseph Joestar, il famoso "Fuggite, sciocchi!" di Gandalf. Un altro omaggio è stato il "Sei un folle" di Goku rivolto al temibile Freezer. "Mi piace giocare con queste citazioni trasversale, ovviamente senza tradire il concetto originale".
Non solo risate, ma anche pugni e denti stretti per la questione del copyright. Se in Phantom Blood e Battle Tendency i riferimenti a gruppi musicali, canzoni e cantanti sono relativamente pochi, nelle parti successive sono invece molte di più anche grazie all'introduzione dei tanto amati Stand. Ciò ha comportato un cambiamento di molti nomi dei personaggi e degli Stand del franchise, come per esempio da Crazy Diamond a Shiny Diamond. "Abbiamo una referente giapponese che si occupa del brand, ma nonostante mi sia battuto fino alla fine ci è stato detto che quelli sono nomi approvati ormai anche da Araki stesso". Ma Mosè non ha voluto ancora darsi per vinto, poiché, qualora fosse confermato il doppiaggio delle parti successive, adotterà ogni stratagemma possibile come quello che ha sfruttato per Esidisi.
A proposito di eventuali doppiaggi futuri sul resto delle serie, non sono mancate delle supposizioni e delle domande nate da una pura e semplice curiosità, soprattutto per quanto riguarda Vento Aureo che è ambientato nel nostro buon vecchio stivale. Tra Venezia, Roma e Napoli, quanto sarebbe "bizzarro" sentire i personaggi parlare in dialetto? Già in Battle Tendency il protagonista Joseph Joestar dà a Ceasar del "Cesarì bello", grazie a una scelta traduttiva che sfrutta la romanità del co-protagonista. Ma per le parti successive, tenendo sempre presente che non c'è alcuna conferma a riguardo, la richiesta da parte di Mosè c'è stata, e nel limite del possibile potrebbe essere fattibile.
"Non farei parlare in dialetto i protagonisti, ma quelli secondari potrebbero farlo. Anche l'iconico 'Di Molto' di Melone si potrebbe tenere con una cadenza particolare. Bisognerebbe vedere le indicazioni di Araki sulla provenienza dei personaggi, e dovrei avvalermi di colleghi originari della regione in questione e tenermeli in sala". Prima di Vento Aureo, però, sappiamo che appare un altro personaggio italiano: Tonio "Trendy" Trussardi in Diamond is Unbreakable, con il suo memabile "ho capito" che potrebbe suonare molto più divertente con un dialetto napoletano.
"È sempre questione di come imposti il lavoro", dice Davide. Usare il dialetto può essere un'arma a doppio taglio poiché potrebbe suonare strano all'orecchio dello spettatore medio. Se però c'è una logica dietro, potrebbe funzionare senza mandare tutto in caciara. "Sono cose che vanno pensate anche in fase di adattamento".

Uscito nel 1993, JoJo è stato il primo manga giapponese pubblicato in Italia da Star Comics. La serie OVA, tradotta da Yamato Video con Ivo de Palma, ha dato nuova linfa al franchise prima dell'arrivo della prima stagione televisiva del 2012. Da allora, tantissimi eventi sono stati organizzati in Italia e ancora adesso gli appassionati e i cosplayer si riuniscono nelle varie fiere del fumetto per rendere omaggio alla saga di Hirohiko Araki. Le richieste a gran voce di ottenere un doppiaggio italiano degno della saga sono state ascoltate, ma l'invito è farlo conoscere a più persone possibili, a parlarne e discuterne, in modo tale che, notando l'interesse mediatico, si possa decidere di continuare con questo adattamento in italiano. "Se questo doppiaggio viene reputato ottimo da Netflix, potrebbero decidere di rifarlo tutto per tenerlo congruo a quello attuale", queste sono state le parole speranzose di Davide.
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Aspettavo da tantissimo tempo un bel doppiaggio italiano. E scrivere questa notizia, aver visto per intero la live su Twitch, mi ha riempito di gioia e di speranza. Grandissimi complimenti a tutti coloro che hanno lavorato a questa produzione!
Son passati tanti anni dalla prima uscita di JoJo e, di certo, il poco brillante doppiaggio di Stone Ocean non credo abbia aiutato.
Speriamo in bene perché questo è veramente valido e si vede quando dietro ci sono persone appassionate che ci lavorano.
Ho adorato Singh come doppiatore, però sono perplesso su certe derive come direttore del doppiaggio, se i criteri sono questi.
Inseguire i meme, aggiungere citazioni non presenti in originale e pensare per il futuro di introdurre il dialetto (che da sempre è il rifugio dei doppiaggi scadenti), a dispetto di quello che viene detto sembra proprio un modo di mandarla in caciara. Non so se sia auspicabile che le modalità per un doppiaggio di qualità diventino queste. E quando attuate da persone che sembrano realmente interessate al prodotto e che quindi ci tengono, non so che pensare.
Come che favore, riprendono lo spirito dell' originale, JoJo non ha un doppiaggio giapponese "normale", quei meme l' hanno reso famoso in tutto il mondo, sarebbe stato assurdo adattarli facendo finta che non esistessero, anche l' idea del dialetto, è un modo per riportare la stranezza dell' originale, o devono parlare italiano in modo sbagliato per rendere l' idea?
Spero possano continuare con le altre serie.
I meme sono un fenomeno che nasce esternamente all'opera, non dico di non tenerne conto ma se li insegui perché gli spettatori ricordano quello dalla versione originale, rischi solo di alterare il lavoro con solo quel fine oltre che a dipendere da esso. Non dico di snaturare quelle parti, ma di dare la priorità all'adattamento piuttosto che ad inseguire il divertimento social.
Aggiungere il dialetto significa aggiungere un elemento estraneo, non va fatto con leggerezza. Anche se il risultato può essere comico/divertente non significa aver fatto un buon adattamento. Quante volte è stato usato in passato con finalità comiche ma senza rispettare l'originale? Nel doppiaggio giapponese come parlano? Non credo sia lo stesso discorso per l'inglese giapponese.
Poi ci sono le citazioni non presenti in originale ma aggiunte per divertimento. E non dico che non lo siano. Ma sono alterazioni che per altro sopravvivono solo all'attualità della citazione stessa.
Son tutte cose che in un fandub ci possono stare per farsi due risate, meno in un lavoro professionale.
Preferirei non diventasse la norma, se possibile.
Sull'entusiasmo non dico nulla, quello si vede che è presente.
Non credo diventerà la norma semplicemente perchè Jojo non è una serie nella norma, nè per contenuti nè per doppiaggio, dalle parole di Mosè si capisce come sia stato fatto un lavoro particolare per una serie che lo richiedeva, che ha costruito il suo successo universale sul modo curioso in cui i personaggi parlano, l'edizione italiana riporta queste stranezze non è che se le inventa, il dialetto, casomai venisse usato perchè si parla comunque di un'ipotesi, prenderebbe il posto dell'italiano sgrammaticato parlato in giapponese, e le citazione sono un divertimento dell'adattatore innocuo alla fine, di base sono frasi normalissime e che si adattano al contesto, sì "sei un folle" può richiamare Torrisi e Goku per chi è appassionato del media ma in fondo è semplice italiano, vuole solo dire a quel personaggio che non sta bene con la testa.
Capisco quello che dici, ma non sono d'accordo.
Se il dialetto dovesse essere usato per riportare l'italiano sgrammaticato, non andrebbe applicato lo stesso criterio dell'inglese che mi pare sia riportato nell'articolo? Se il dialetto non è previsto in originale, è un po' un azzardo introdurlo: c'è anche il rischio di straniare gli spettatori per qualcosa non nelle intenzioni dell'autore.
Per il discorso citazioni, inserirle per divertimento dell'adattatore non mi sembra un buon criterio. Inoltre proprio perché la citazione è riconoscibile andrebbe evitata, introdurrebbe un collegamento non voluto. Tra l'altro un appassionato del media sa bene che quello di Dragon Ball Z (ma Dragon Ball in generale) non è un buon doppiaggio e adattamento, e Torrisi seppur fosse un grande non è mai stato adatto a Goku (ma era un ottimo Kinder Pinguì). Quindi la citazione dovrebbe ricollegarmi ad un doppiaggio scadente? Boh.
Se poi mi dici, giustamente, che il significato è quello e la frase poteva uscire in quel modo comunque (anche per il caso di Gandalf), posso essere d'accordo. Per me il problema è ricercarla di proposito, non trovo sia qualcosa di cui vantarsi.
La differenza tra l'inglese e l'italiano è che l'inglese è una lingua straniera sia per noi che per i giapponesi mentre l'italiano ovviamente no, per cui nelle scene in cui si parla italiano anche in giapponese noi non percepiremmo alcuna differenza rispetto al modo in cui parlano di solito, il dialetto è l'unica soluzione per far percepire questo distacco anche a noi, seppur non sia una lingua a noi estranea (e viste le origini dei personaggi e l'ambientazione in quella parte non potremmo pretendere che cambino totalmente lingua come è stato fatto in Friends con Pablo/Paolo che da italiano è diventato spagnolo, in quel caso ci stava perché usare il dialetto non avrebbe reso bene la differenza culturale con gli altri personaggi
Nessun doppiaggio in nessuna lingua del mondo potrà mai essere come l'originale.
Se sei un purista hai solo due opportunità
1. Vedere tutto sottotitolato.
2. Imparare il giapponese.
La corrispondenza 1:1 al 100% non potrà mai esserci.
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