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Attirato dalla particolarità della premessa, che lasciava senz'altro presagire una trama piuttosto strutturata, e dall'indubbia bontà dell'edizione Magic Press, mi sono avvicinato a quest'opera con più di qualche aspettativa, pur non conoscendo le opere precedenti di Kei Toume.

Per quel che riguarda la trama c'è poco d'aggiungere a quello già scritto nella sinossi: una malattia incurabile non meglio specificata (a metà tra l'ematofagia, una grave forma di anemia e non meglio precisabile disturbo ossessivo-compulsivo) affligge i membri di una sfortunata famiglia, i cui componenti provano un insopprimibile bisogno di bere sangue umano. A partire da questa condizione di disagio, il suddetto nucleo famigliare ha dovuto sopportare periodi turbolenti, in seguito ai quali il protagonista è stato affidato agli "zii". Le vicende narrate prendono il via dal nuovo incontro tra i due fratelli Takashiro, che dovranno fare i conti con il loro malessere nella vita di tutti i giorni. Fondamentalmente la serie è incentrata tutta sulla descrizione della quotidianità dei due fratelli (in particolare del protagonista) e del rapporto di dipendenza che si viene a creare tra loro. Per i primi tre o quattro volumi la narrazione scorre bene, con l'intreccio che viene sostenuto dalla relativa originalità della premessa e da un ritmo compassato che permette un'analisi piacevolmente articolata della psicologia dei personaggi primari e secondari. Proseguendo, tuttavia, la trama mostra i suoi limiti, faticando a cambiare marcia quando è ormai chiaro che sia rimasto ben poco da dire sulla situazione degli sfortunati fratelli. Anche i personaggi secondari, seppur ricoprano ruoli tutt'altro che irrilevanti, non riescono mai ad incidere nella narrazione, nonostante una caratterizzazione curata, per quanto non originalissima: questo difetto non permette di dare all'intreccio un respiro più ampio.
Il risultato è che l'opera mi è parsa, diciamo così, "divisa in due": la prima parte interessante, piuttosto originale e profonda, mentre la seconda, monotona e scontata, utile solo a posporre immotivatamente il finale, per altro non brillantissimo. Indicativa in questo senso, appare l'introduzione di un personaggio secondario negli ultimi volumi, di cui, anche sforzandosi, è difficile comprendere l'utilità narrativa: entra ed esce di scena nel giro di (relativamente) poche pagine, con poco da dire e quasi nulla da fare.

Lo stile grafico della Toume, seppur non eccezionale, è sicuramente adatto al genere: rozzo e graffiato, descrive perfettamente le anatomia fragili dei vari personaggi, esprimendone compiutamente il profondo disagio psicologico. Detto questo, non sono state poche le volte in cui mi è capitato di riscontrare imperfezioni nel disegno degli sfondi, per la verità sempre piuttosto essenziali: nulla di tanto fastidioso da inficiare il giudizio globale, ma abbastanza negativo da dover essere citato (a mio parere) come lieve difetto.
Indovinata la scelta d'impiegare i retini con parsimonia; espediente, questo, che rafforza l'incisività delle linee.

In conclusione, consiglierei il manga solo agli estimatori dell'autrice e a quanti fossero disposti alla lettura di slice of life globalmente ben disegnato, ma caratterizzato da ritmi molto lenti, in cui l'elemento di maggior interesse è l'approfondimento psicologico dei due protagonisti.
Quanto al voto numerico, voglio precisare che un 6 e mezzo sarebbe stato sicuramente più indicato.

Due parole in conclusione per elogiare l'edizione Magic Press, che vanta bellissime sovraccoperte e carta bianchissima.