Recensione
Recensione di Bradipo Lento
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La saga di "To LOVE-Ru" si arricchisce, almeno per quanto riguarda gli anime, di un nuovo capitolo dove viene finalmente svelato cosa si nasconde dietro al termine "Darkness" che aveva caratterizzato anche la serie precedente, con l'arrivo di Mea e di Tearju tra i protagonisti. Gli episodi presentano una componente ecchi molto accentuata, che in alcuni momenti si avvicina pericolosamente a un soft hentai: l'erotismo è addirittura più spinto rispetto alla prima serie del "Darkness", ma la seconda stagione riesce a farsi apprezzare per la maggiore intensità delle storie narrate, frutto di una evoluzione dei rapporti tra i personaggi. Da segnalare l'apparizione di Nemesis, che nella prima serie rimaneva sempre nell'ombra quando doveva dare i suoi ordini a Mea: un personaggio molto risoluto che alla fine entrerà a far parte del grande progetto di Momo insieme alle altre ragazze.
Nei primi dieci episodi si dà risalto a un singolo personaggio o a un piccolo gruppo di loro; vengono mostrati dei momenti di difficoltà e come riescono a superarli rafforzando il legame di affetto che li unisce. I più importanti riguardano quelli che vedono il progressivo avvicinamento di Mea a Yami e di quest'ultima a Tearju, che finiranno per formare una sorta di famiglia che si ritrova dopo anni di forzata lontananza. Molto romantici gli episodi dedicati a Lala, che nella serie precedente e in buona parte di questa aveva solo un ruolo di comparsa, che dimostrerà il suo amore per Rito sotto due aspetti: prima come se fosse un'adolescente ai suoi primi turbamenti amorosi, poi come una donna decisa a rischiare la sua vita quando Rito si trova in pericolo. Molto spazio anche per Mea, che cambia radicalmente il suo modo di rapportarsi con gli altri personaggi: il suo carattere si addolcisce, sente la forza del legame tra lei e Yami, e riesce a farsi una nuova amica oltre a Nana, che l'ha sempre accettata dal momento in cui è arrivata sulla Terra.
Gli ultimi quattro episodi vedono come protagonista principale Yami, che subisce una evoluzione del suo stato di arma letale - definita "Darkness" da Nemesis - tale da mettere in pericolo la vita della Terra e la sua stessa esistenza, se non dovesse riuscire a controllarne la potenza. L'inizio di questa parte mi è piaciuto molto, ci sono molte analogie con la storia di Chise in "Lei, l'arma finale", con una ragazza trasformata in arma e la dicotomia tra l'amore e la guerra; le somiglianze però finisco qui, perché poi gli eventi prendono una piega molto più scollacciata (come ci si può aspettare da "To LOVE-Ru") e ci mostrano una Yami depravata nei confronti di Rito. La storia rimane però ben costruita e regala passaggi molto intensi, come quelli che vedono l'impegno di Oshizu per aiutare Mea e l'affrancamento di quest'ultima da Nemesis. Da citare, anche se non fa parte della serie in senso stretto perché è l'ultimo degli OAD, l'episodio interamente dedicato ad Haruna, dove lei e Rito sono costretti a dichiararsi reciprocamente: lascia un finale aperto (visto che il manga da cui è tratto non era ancora giunto a termine) che fa sperare in un prosieguo agli appassionati di Lala, Rito e di tutta l'allegra combriccola.
Una serie che, tutto sommato, risulta migliore rispetto alla precedente del "Darkness"; come già detto, l'evoluzione della storia, le tanti parti riflessive e la maturazione dei personaggi fanno chiudere un occhio sulle scene più pruriginose, e regalano agli appassionati quattordici episodi di buon livello.
Nei primi dieci episodi si dà risalto a un singolo personaggio o a un piccolo gruppo di loro; vengono mostrati dei momenti di difficoltà e come riescono a superarli rafforzando il legame di affetto che li unisce. I più importanti riguardano quelli che vedono il progressivo avvicinamento di Mea a Yami e di quest'ultima a Tearju, che finiranno per formare una sorta di famiglia che si ritrova dopo anni di forzata lontananza. Molto romantici gli episodi dedicati a Lala, che nella serie precedente e in buona parte di questa aveva solo un ruolo di comparsa, che dimostrerà il suo amore per Rito sotto due aspetti: prima come se fosse un'adolescente ai suoi primi turbamenti amorosi, poi come una donna decisa a rischiare la sua vita quando Rito si trova in pericolo. Molto spazio anche per Mea, che cambia radicalmente il suo modo di rapportarsi con gli altri personaggi: il suo carattere si addolcisce, sente la forza del legame tra lei e Yami, e riesce a farsi una nuova amica oltre a Nana, che l'ha sempre accettata dal momento in cui è arrivata sulla Terra.
Gli ultimi quattro episodi vedono come protagonista principale Yami, che subisce una evoluzione del suo stato di arma letale - definita "Darkness" da Nemesis - tale da mettere in pericolo la vita della Terra e la sua stessa esistenza, se non dovesse riuscire a controllarne la potenza. L'inizio di questa parte mi è piaciuto molto, ci sono molte analogie con la storia di Chise in "Lei, l'arma finale", con una ragazza trasformata in arma e la dicotomia tra l'amore e la guerra; le somiglianze però finisco qui, perché poi gli eventi prendono una piega molto più scollacciata (come ci si può aspettare da "To LOVE-Ru") e ci mostrano una Yami depravata nei confronti di Rito. La storia rimane però ben costruita e regala passaggi molto intensi, come quelli che vedono l'impegno di Oshizu per aiutare Mea e l'affrancamento di quest'ultima da Nemesis. Da citare, anche se non fa parte della serie in senso stretto perché è l'ultimo degli OAD, l'episodio interamente dedicato ad Haruna, dove lei e Rito sono costretti a dichiararsi reciprocamente: lascia un finale aperto (visto che il manga da cui è tratto non era ancora giunto a termine) che fa sperare in un prosieguo agli appassionati di Lala, Rito e di tutta l'allegra combriccola.
Una serie che, tutto sommato, risulta migliore rispetto alla precedente del "Darkness"; come già detto, l'evoluzione della storia, le tanti parti riflessive e la maturazione dei personaggi fanno chiudere un occhio sulle scene più pruriginose, e regalano agli appassionati quattordici episodi di buon livello.