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Can you hear my heartbeat?


Il battito del cuore (nostro o di chi ci stava accanto) l'abbiamo probabilmente sentito sin dal primo ascolto di questa bella opening e sicuramente si sarà fatto più forte di puntata in puntata.
Se c'è una cosa che non si può negare, è che Yuri!!! on Ice abbia fatto battere il cuore di milioni di telespettatori (eh no, non solo telespettatrici) per tutta la sua durata, in un crescendo emotivo inarrestabile.
Dalla sceneggiatura originale della mangaka Mitsuro Kubo, con la regia di Sayo Yamamoto e la produzione dello studio Mappa, Yuri!!! on Ice si aggiudica la medaglia d'oro come "sorpresa dell'anno", sicuramente non la serie di maggior successo ma, dati alla mano, la più twittata.

Cos'è che ha reso speciale questa storia? Forse l'incentrarsi su uno sport affascinante come il pattinaggio artistico, forse le relazioni tra i personaggi e la loro particolare bellezza estetica, forse l'enfasi posta su ogni cosa, forse tutto questo messo insieme.

Un grande successo di pubblico non è mai sintomo di un'opera esente da difetti, sia sul piano tecnico che narrativo, anzi, la sua risonanza ci concede di guardare con un pizzico di malizia in più tutti quegli aspetti troppo spesso passati dal fandom come perfetti o particolarmente innovativi. Dei fandom, si sa, non c'è da fidarsi, d'altronde, come dice il nome stesso, si tratta di fan accaniti, così tanto coinvolti da perdere la lucidità e negare evidenze sconvenienti. Non che sia un problema del solo Yuri!!! on Ice, si tratta di una situazione comune a tutte quelle opere che, per un motivo o per un altro, accolgono attorno a sé schiere di folli innamorati: era successo con Free!, ma, perché no, anche con Neon Genesis Evangelion e tantissime altre opere, alcune delle quali dimenticate all'indomani dell'esplosione del nuovo fenomeno, altre che hanno fatto la storia e ancora oggi resistono conservando il loro fervente fandom.

Ma, digressioni a parte, di questo insieme di fanatici ci importa qualcosa? Sarebbe bello dire "No, per niente", ma in realtà a volte i fan accaniti e le loro community che strabordano di elucubrazioni sui singoli fotogrammi (e anche sui fotogrammi che esistono solo nella loro testa) della serie permettono a chi è meno coinvolto di loro di percepire qualcosa che magari era sfuggito all'occhio profano e quindi di provare ad analizzare le cose con distacco.

La storia inizia con il protagonista ventitreenne, Yuri Katsuki, chiuso in bagno a piangere la sua sconfitta nella finale del Grand Prix. L'ansia lo ha schiacciato, ha fatto molti errori, ha perso. Mentre un giovane talento russo che porta il suo stesso nome lo insulta senza mezzi termini, Yuri torna a caso volgendo lo sguardo per l'ultima volta verso il suo mito di sempre, Victor Nikiforov, leggenda vivente del pattinaggio artistico.
Arrivato a casa, Yuri trova ad accoglierlo una famiglia festosa nonostante tutto e felice di rivederlo, ma palesemente incapace di comprendere il suo stato d'animo.
Ricongiungendosi con l'amica d'infanzia Yuko Nishigori, Yuri pensa al suo futuro e pattina davanti alla ragazza sulle note di "Stammi vicino", riproducendo la coreografia che fece vincere al suo idolo Victor il titolo di campione del mondo. Seppur il ragazzo sia parecchio fuori forma e ancora provato dalla sconfitta, la sua performance è splendida e, quando tre piccole parche mettono in moto il destino di Yuri, l'esibizione privata finisce davanti agli occhi di tutto il mondo, anche del suo idolo Victor, che si presenta il giorno dopo nel freddo Kyushu proponendosi come suo coach. L'obiettivo è vincere il prossimo Grand Prix.

Yuri!!! on Ice è un'opera che mette insieme diverse anime, una prettamente sportiva e competitiva e una più sentimentale, laddove con questo termine non si vuole indicare soltanto il sentimento di amore per lo sport ma più direttamente l'amore romantico, le relazioni affettive di molti dei suoi personaggi. La caratterizzazione dei singoli gioca un ruolo importantissimo, poiché, non trattandosi di uno sport di squadra, è stato essenziale caratterizzare al meglio possibile ogni personaggio, protagonista e non, che abbia messo piede su quella pista ghiacciata.
Sportivamente parlando, la serie segue alcuni canovacci abbastanza classici quali la crescita personale del protagonista insicuro e senza fiducia in sé stesso, la sconfitta seguita dalla rivalsa e magari da un'altra sconfitta e forse da un'altra rivalsa, e regala diversi momenti emozionanti durante le competizioni.

E' pur vero però che Yuri, senza dimenticare tutti gli sforzi fatti per rimettersi in carreggiata e dare il meglio, sembra in un certo modo un protagonista un po' troppo protetto dalla stessa sceneggiatura, poiché, indipendentemente dal fallimento con cui tutto ha inizio, più di una volta pare vincere perché sì, perché Victor deve restare il suo coach o perché è meglio far fuori in maniera poco elegante avversari fin troppo pericolosi.

Tornando invece all'aspetto più ampiamente corale dell'opera, è bello vedere le esibizioni dei vari pattinatori che si danno il cambio sulla pista, tutti con stili diversi, e stimoli differenti per andare avanti: troviamo performance commoventi, divertenti, esaltanti, con il grosso difetto che però proprio nell'ultima puntata queste vengano un po' troppo velocizzate o tagliuzzate.

La chiamavano "Fujoshi bait", ossia l'esca per prendere all'amo le fujoshi, quell'insieme di piccole o grandi attenzioni che servono ad attirare il pubblico amante dei Boys Love e che, a detta di chi usa questa espressione, sarebbe capace di innamorarsi di un prodotto solo grazie a qualche ammiccamento omosessuale. Personalmente non amo per nulla il termine, perché da lettrice e amante dei Boys Love credo che molte, come me, non abbocchino semplicemente a un amo come un pesce che per caso passa davanti a un vermetto penzolante e ci rimane secco; credo che molte delle cosiddette fujoshi credano davvero in quello che per altri sono solo esche, e a volte ne hanno anche ben ragione, poiché, tra un'esca e l'intenzione (seppur velata) di trasmettere qualcosa di vero, ce ne passa. Partendo dalla premessa che il sentimento che nasce e cresce tra Victor e Yuri non si possa chiamare in altro modo se non "amore", il rapporto tra i due è stato sviluppato in maniera abbastanza approssimativa e spesso forzata.

Praticamente sin dall'inizio Yuri e Victor si riempiono la bocca di parole come "amore" (viene usato proprio il termine "Ai"), di affetto, di gesti simbolici dalla forte valenza, di baci vedo-non vedo nascosti da inquadrature apposite e di proclami sul restare insieme anche dopo questo o quello. Insomma, passando sopra allo sbandieramento eccessivo del sentimento, gridato ai quattro venti come se non fosse qualcosa di intimo e profondo ma qualcosa da dover necessariamente far conoscere al mondo, la natura di questo rapporto così stretto è invero poco approfondita: sappiamo che Yuri idolatrava Victor da molto tempo, per cui la cotta per l'idolo è anche comprensibile, ma Victor dove, come e quando ha sviluppato sentimenti tanto forti per lui? Ha iniziato ad allenarlo e boom, forse anche per il suo carattere un po' frescone si propone immediatamente di essere fratello/padre/fidanzato o tutto ciò di cui lui ha bisogno, ma resta comunque qualcosa di molto approssimativo e più forzato che naturale. Non tiriamo in ballo il famoso (e divertentissimo) flashback dell'episodio 10, perché una notte brava e brilla non può bastare alla nascita di un sentimento così forte. La realtà è che il personaggio di Victor andava maggiormente approfondito nei suoi aspetti più intimi e nel suo background, così da poter capire cosa lo abbia spinto a fare determinate cose.

Ma volendo anche essere romantici e sognatori oltre ogni dire, e mettendo da parte quindi anche la verosimiglianza di un innamoramento talmente flash, resta il fatto che Yuri e Victor, come coppia, sono tanto teneri quanto poco funzionali. Pare che l'uno non possa vivere senza l'altro e soprattutto Yuri, nei suoi tira e molla del "resta con me/meglio se ci separiamo qui", si inabissa in un rapporto che sfiora la dipendenza affettiva, vanificando quella che dovrebbe essere la sua crescita personale.

Se è vero che Yuri, ragazzo insicuro, con scarsa stima di sé e che si fa prendere facilmente dall'ansia riesce a trovare il buono in sé stesso grazie all'aiuto di Victor, non arriva comunque a una vera autonomia, poiché, causa questo affetto fin troppo straripante, resta evidentemente ancorato al cordone ombelicale dell'adorato coach, il che non è bene, che si tratti di una relazione professionale o anche amorosa. Yuri insomma compie un percorso, ma non lo porta davvero del tutto a termine, poiché ancora lontano dalla maturità come artista e come uomo, cosa comunque plausibile in quanto si parla di un ragazzo tra i ventitré-ventiquattro anni che avrà ancora tempo per crescere e maturare. Victor è il motore del cambiamento di Yuri, la guida sul suo percorso, ma non il suo punto di arrivo.

Altro problema riguarda le aspettative che si erano create attorno alla storia tra i due protagonisti: su quel bacio/non bacio, Yuri e Victor sembravano aver scritto la storia, ossia mostrare una coppia palesemente omo, innamorata e dichiarata davanti al mondo in un anime non prettamente Boys Love. In realtà, Yuri!!! on Ice purtroppo resta nel campo dell'ambiguo e del "decidete voi", con una netta propensione a farci credere che la coppia avrà presto dei bambini e una casa con giardino e cane, ma non si azzarda comunque a concretizzare, dimostrando ancora una volta come, quando si rivolge a un pubblico ampio, il Giappone non sia abbastanza coraggioso da mostrare una storia gay in un contesto non prettamente Boys Love.

Yuri e Victor sono una coppia anche molto tenera a cui è facile affezionarsi e per la quale ci si ritrova a fare il tifo, ma la storia non l'hanno scritta, non ancora o non davanti ai nostri occhi. Difficile dunque ritenere Yuri!!! on Ice il paladino dei diritti LGBT in un mondo prevalentemente "maschio" come quello dell'animazione; ci provano, si impegnano e danno anche qualche soddisfazione, ma non vanno davvero più in là della recinzione. Il tutto si riduce quindi a una bella ruffianata che, senza esporsi al massimo, accontenta comunque il suo pubblico.

Estrapolando però Yuri e Victor dal concetto di coppia e prendendoli come soggetti singoli, otteniamo fortunatamente due personaggi molto interessanti, seppur per caratteristiche diverse. Yuri è un ragazzo comune, a partire dalla sua tendenza all'ingrasso per amore del katsudon, per finire all'ansia e all'insicurezza che dominano il suo cuore, specialmente dopo un grosso smacco. Yuri è dolce, tenero, 'coccoloso' e non si può fare a meno di volergli bene, perché nonostante tutto cerca la forza di rialzarsi, la trova, si impegna per rimettersi in gioco. Victor è un tipo bizzarro, allegro, fresco e mattacchione, ma che conscio delle sua abilità riesce a trasmettere, non senza qualche grosso errore, sicurezza e fiducia a chi gli sta accanto, non per nulla pare che tutti lo vogliano. Il problema di Victor, come già accennato, è la sua mancanza di background.

Yuri!!! on Ice non è propriamente un'opera corale, ma, vista la sua natura sportiva, non può trascurare personaggi di contorno quali supporter e famiglia ma soprattutto i rivali nelle competizioni di pattinaggio. A parte le dovute lodi alle tre gemelline smartphone-dipendenti, la parte più variopinta della serie è rappresentata dai pattinatori rivali/amici di Yuri: a partire dal biondo e bellissimo Yuri Plisetsky, colui che sbraita nel primo episodio contro Yuri, troviamo una schiera di singolari pattinatori dal comportamento spesso un po' troppo sopra le righe, basti pensare al buon Giacometti o al nostro compaesano Crispino, che spesso e volentieri strappano una risata (amara per qualcuno) in virtù del loro comportamento assurdo ma che altrettanto facilmente scivolano nel grottesco.

I pattinatori di Yuri!!! on Ice competono ognuno alla propria maniera, tutti allo scopo di vincere, ma portando nell'intimo obiettivi e mete differenti; così come Yuri esegue il suo programma all'insegna del tema "amore", anche gli altri sembrano fare lo stesso, impegnandosi al massimo per soddisfare ciò che il loro cuore urla. In tutto ciò è forse il biondo Yuri (Plisetsky) a venirne fuori come personaggio più completo, che, nonostante la giovane età, lavora e sputa sangue per andare oltre i suoi limiti, facendosi ovviamente aiutare da chi crede in lui e nel suo talento innato, ma non dipendendo mai da nessuno. Allo stesso tempo altri pattinatori si fanno apprezzare per le storie personali o semplicemente per la passione che mettono nelle loro esibizioni, per la simpatia, la naturalezza e persino per i grossi scivoloni.

Tenendo conto che si tratta di una serie ricca di comprimari e composta da soli dodici episodi, il lavoro svolto è tutto sommato buono.

In un alternarsi di episodi vispi e ricchi di esibizioni ad altri più lenti e di passaggio, Yuri!!! on Ice ha fatto parlare di sé anche in merito alla sua realizzazione tecnica. Lodato da molti per il comparto registico ad opera della Yamamoto, la serie non ha ricevuto altrettanto benevoli critiche sulla questione delle animazioni, evidentemente approssimative e riciclate in diverse occasioni. Purtroppo, quelli che dovrebbero essere i momenti di maggior interesse degli episodi, nei quali si sarebbero dovuti concentrare gli sforzi tecnici, ossia le performance sul ghiaccio, risentono dei suddetti problemi. In due parole possiamo dire che lo studio Mappa ha avuto grossi problemi finanziari e che abbia quindi dovuto lavorare in fretta e furia agli episodi, pagandone così lo scotto. Si tratta certamente di un grosso punto a sfavore, poiché alcune bellissime esibizioni vengono macchiate da animazioni e disegni di basso livello.

Quella che salta subito all'occhio positivamente è invece la opening, History Maker (eseguita dall'attore/cantante Dean Fujioka), sia per la bellezza di musica e testo, sia per la realizzazione grafica che utilizza, come per le esibizioni, una tecnica che mette insieme 2D, 3D e rotoscopio, creando un effetto sognante e al contempo realistico.

Altrettante lodi alla ending, You Only Live Once, cantata da Hatano Wataru (che nella serie doppia il russo Georgi Popovich) e che graficamente utilizza lo scorrere delle foto dei nostri protagonisti in stile Instagram.
Di certo la lavorazione di Yuri!!! On Ice ha richiesto un gran dispendio di energie, basti pensare alle accurate citazioni ai pattinatori realmente esistenti o alle complesse coreografie realizzate dal danzatore su ghiaccio Kenji Miyamoto.

La colonna sonora di Yuri!!! on Ice è ovviamente molto ricca e contiene un insieme di brani originali e della musica classica.
Il doppiaggio vede al lavoro tanti nomi che hanno fatto la gioia delle orecchie dei fan: Junichi Suwabe doppia divinamente il bel Victor (nella sua versione meno sexy ma sempre piacevole a sentirsi), Toshiyuki Toyonaga è il dolce Yuri, mentre Kouki Uchiyama abbandona i suoi personaggi cool e composti per dar voce al focoso Yuri Plisetsky. Tra i personaggi di contorno abbiamo gli ottimi Kensho Ono (Phichit), Mamoru Miyano (JJ), Tomoaki Maeno (Crispino) e Yasumoto Hiroki (Giacometti).

Yuri!!! On Ice è un anime gradevolissimo, che sa commuovere e divertire, che appassiona a una disciplina tanto affascinante quanto generalmente poco seguita, non per nulla ha fatto la gioia di vari pattinatori che ne hanno apprezzato i tributi o anche solo il realismo di alcune situazioni (sportive). Si fa seguire con molto interesse, ma, purtroppo, non esce particolarmente fuori dagli schemi e, diciamolo sinceramente, avrebbe dato la nausea a parecchie persone se Victor e Yuri fossero stati un uomo e una donna (specie ai/alle denigratori/denigratrici delle "mielosità" da shojo manga). Ma, se passiamo oltre i potenziali meriti che il fandom gli ha attribuito dopo una manciata di episodi, se lasciamo perdere la pretesa di essere il paladino dei diritti degli omosessuali, se prendiamo la storia di Yuri e Victor con la leggerezza che gli spetta e ci concentriamo più sulla competizione sportiva e lasciamo le frivolezze di contorno come il mero divertimento che dovrebbero essere, otterremo una serie anime piacevole, con una bellissima colonna sonora e dei personaggi strambi ma più che azzeccati.

Yuri!!! on Ice probabilmente non ha fatto la storia, forse tra qualche anno sarà dimenticato in favore del Free! di turno con i giocatori di bocce, ma dall'autunno del 2016 a ora, e forse anche per qualche anno a venire, ha conquistato il cuore di migliaia di fan in tutto il mondo, come già detto magari spingendo i giusti tasti, ma in ogni caso è riuscito in quello che dovrebbe essere lo scopo di ogni serie di intrattenimento: far sognare il suo pubblico, dargli la possibilità di ridere, piangere e amare i suoi personaggi, facendoglieli portare nel cuore quanto più tempo possibile. E questo, in un periodo storico in cui vengono prodotte più di 150 serie l'anno, il 90% delle quali vengono dimenticate appena dopo la trasmissione dell'ultima puntata, non è esattamente poco.