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Eliminare la malvagità dell’impero. Ma potrà un assassino portare giustizia?

L’opera, in generale, presenta una trama che, anche se può risultare banale, riesce a coinvolgere anche il lettore più esperto: gli assassini, normalmente percepiti dal pubblico in modo negativo, hanno un ruolo predominante e si occupano di eliminare ciò che di brutto e corrotto esiste nel mondo per poter creare un nuovo regno. I Night Raid, infatti, sono in realtà solamente un piccolo gruppo che fa il cosiddetto “lavoro sporco” per quello che è l’esercito rivoluzionario, intenzionato a fare un colpo di Stato e a eliminare il primo ministro, principale responsabile della degradazione e della rovina del regno. L’imperatore, infatti, è solamente un ragazzino, ed è il primo ministro a muovere i fili dietro all’esercito e alla repressione di ogni suo possibile rivale politico.

Per quanto riguarda i personaggi, troviamo tra i Night Raid assassini con caratteri completamente diversi e con obiettivi diversi, ma che si aiutano l’un l’altro durante le missioni creando così forti legami: si passa da chi, come Akame, che dà il nome alla serie, sembra sempre priva di emozioni (una sua caratteristica è dire sempre “eliminare” prima di far fuori un obiettivo) a chi, come Leone, che viene dai bassifondi della città, è sempre piena di vita. Troviamo tra i membri di questo gruppo anche Najenda (il boss) che era un generale dell’esercito; Bulat, anch’esso soldato prima di unirsi ai Night Raid e sempre dedito ad allenarsi; Mine, molto permalosa e sicura di sé; Sheele, il tipico esempio di ragazza goffa e con la testa tra le nuvole; Lubbock, apparentemente molto pigro ma pieno di risorse. Ciò che unisce questi protagonisti è il fatto che si considerano parte della stessa famiglia. Ognuno di loro ha avuto un brutto passato alle spalle, ma l’ha superato e si è impegnato per riuscire a raggiungere il proprio obiettivo.

Altra particolarità di questo manga è quanto sia spietato. Infatti Takahiro non fa differenza tra i personaggi, che siano personaggi principali o antagonisti, potrebbero fare tutti una brutta fine. Ma non è spietato solo in questo, basti vedere lo stile di disegno e la violenza presente.
La tanta violenza infatti è strana, visto che negli altri manga del suo genere c’è si, ma in quantità minore. L’unica cosa che non mi é piaciuta molto sono i personaggi stereotipati (la tsundere, il pervertito, la “oppai”), ma questo non vuol dire che siano brutti, visto che io mi ci sono affezionato comunque.