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"Uchuu Patrol Luluco" è esaltazione. L'esaltazione del primo amore di una sciocca tredicenne, così come l'esaltazione di TRIGGER di tutti i propri prodotti. Ma, soprattutto, è un calderone gigantesco di citazioni, di gag esagerate, di invenzioni visive, di scene fuori di testa e, in generale, di intrattenimento allo stato dell'arte. Tanto divertente, tanto vario, che nella sua realizzazione si potrebbe dire isterico, e questa sua isteria è anche il suo miglior pregio.

Questa volontà di strafare e infilare di tutto e di più si riflette in ogni ambito della serie, a partire dalla trama: la giovane Luluco vive ad Ogikubo, crocevia di vite aliene tra le più varie, e vuole vivere una vita banalmente normale a differenza del resto delle strane creature che popolano la città e di suo padre, membro della Pattuglia Spaziale; a seguito di svariate disavventure che portano la piccola a congelare il padre e romperlo per errore, la nostra Luluco si ritrova incastrata da Over Justice, capo della Space Patrol, nella sua organizzazione, accoppiata con il misterioso e belloccio ΑΩ Nova di cui si innamora follemente a prima vista. Dopo questa introduzione la trama poi vira verso lidi sempre più assurdi e inaspettati, tra mamme piratesse spaziali, alieni stravaganti, viaggi inter-dimensionali e astronavi gigantesche, complotti, contro-complotti e chi più ne ha più ne metta, e come legante della vicenda l'amore irrazionale della nostra protagonista per ΑΩ Nova. La scala epica cresce e cresce a velocità sconcertante, e in sole tredici puntate da sette minuti ciascuna l'opera di TRIGGER raggiunge vette di tale portata, da essere considerabile un "Gurren Lagann" in miniatura. Non nomino "Gurenn Lagann" a caso, poiché la serie è infarcita di citazioni esplosive di precedenti lavori di TRIGGER, e più in generale di Himaishi, sbattute in faccia allo spettatore costantemente: interi pianeti con stili grafici o eventi ripresi dalle opere a cui fanno riferimento (ad esempio "Kill la Kill" o "Little Witch Academia"), gli occhialoni a V di Kamina appiccicati dovunque sembrino opportuni e, meraviglia delle meraviglie, i veri personaggi di quelle stesse serie che talvolta fanno capolino, agendo attivamente nella narrazione; il tutto è fatto con una tale leggerezza e autoironia che inevitabilmente strappa risate o sorrisi nello spettatore. Citazioni a parte, Himaishi fa un lavoro incredibile nel farci affezionare ai personaggi, caratterizzati tutti nella loro esagerazione in un lasso di tempo così breve in maniera monumentale, e rende l'amore di Luluco per ΑΩ Nova un'impresa titanica e davvero emozionante dall'inizio alla fine, da vivere tutta d'un fiato (e, vista la durata risibile della serie, è il modo migliore per fruirne).

Se quindi a livello di narrazione si viaggia su livelli di follia tanto elevati quanto magnifici, picchi più alti vengono raggiunti dall'estetica generale: TRIGGER si riconferma come uno degli studi di animazione più talentuosi e soprattutto fantasiosi di sempre, grazie a una varietà di stili grafici in parte già sperimentati e in parte di nuova fattura che generano così un'esperienza visiva geniale in ogni frangente. Il tratto è sempre morbido e pulito, i colori splendenti, vivaci, con una deliziosa predilezione per il celeste e il rosa, o desaturati per sottolineare i momenti drammatici, le animazioni fluidissime e malleabili per modellare ogni personaggio nel modo più esagerato possibile (e la trasformazione di Luluco in pistola è un esempio perfetto, tanto inaspettato quanto buffo).

Insomma, ci troviamo davanti a un lavoro di grande perizia e che soprattutto non si prende sul serio, è divertito, divertente e condito da sperimentazioni a destra e a manca in un concentrato di genio ormai solito allo studio e al regista. Non siamo di fronte a un capolavoro imprescindibile, certo, ma a un'opera ottimamente riuscita, altro cult che va ad aggiungersi al già imponente curriculum dello staff, che riesce a far credere per un momento che le emozioni di ciascuno siano la cosa più importante dell'universo con immensa forza vivificatrice. Finirete il viaggio della piccola Luluco con un sorriso stampato in volto e una lacrima che vi riga il viso, e ogni tanto serve anche questo.