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8.5/10
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Battle Royale. Il solo fatto che questa espressione sia oggi usata per categorizzare il fenomeno delle battaglie uno contro tutti, fa capire come l'opera (e il romanzo da cui deriva) di Koushun Takami sia una pietra miliare letteraria.
Da qui parte il filone di molti videogiochi e lo stesso "Hunger Games" di Suzanne Collins, tanto osannato, ha le sue radici proprio in quest'opera.

In una società governata da un dittatore, ogni anno gli studenti di una classe terza vengono scelti per partecipare ad una lotta all'ultimo sangue.
L'unico sopravvissuto al termine del gioco, viene proclamato vincitore. Non viene data una vera e propria spiegazione del perché di questo assurdo spettacolo, ma in fondo questa è la caratteristica prima di una dittatura. Chi sta a capo decide e nessuno può opporsi, punto.

Molto interessanti sono le dinamiche psicologiche dei malcapitati protagonisti del gioco. Il modo con cui ciascuno decide di affrontare questa sfida, i sentimenti che guidano le loro scelte e soprattutto il loro passato, che inevitabilmente condiziona le loro decisioni.

I personaggi sono la vera forza di quest'opera. Molto eterogenei per estrazione sociale, capacità, valori e traumi passati, danno una rappresentazione molto variegata della società. I colpi di scena e le situazioni al cardiopalma non mancano.

A volte lo splatter è un po' eccessivo, a quasi ogni morte corrisponde un cervello spappolato a terra. Però, viste le situazioni raccontate, la scelta di enfatizzarle in questo modo è quantomeno giustificabile.

Un manga estremamente coinvolgente, che, nonostante la gravità dei temi trattati, scorre con una facilità impressionante.