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Credo che questa sia una delle serie anime più "paradossali" che mi sia capitata di vedere; definire il genere a cui appartiene "The Promised Neverland" è molto arduo, se si considera come appare inizialmente lo scenario rispetto alla reale identità dell'opera.

I protagonisti sono bambini che non superano il dodicesimo anno di età, radunati in un orfanotrofio gestito dalla classica e dolce "mamma" o "tata" di turno, in un ambiente rilassante e pacifico; il classico cartone animato apparentemente allegro e felice che, in realtà, nasconde qualcosa di anomalo e inquietante. Tutto sembra apparentemente tranquillo, ma qualcosa incombe dietro le quinte: un'insolita recinzione delimita la loro area di movimento; un inquietante ed enorme cancello vieta loro l'accesso a qualche luogo dall'atmosfera oscura e ignota; si percepisce un mistero dietro l'angolo, ma non ne si riconosce la reale forma.
Il primo episodio è come uno tsunami che travolge lo spettatore, portando quest'ultimo a fare ragionamenti concatenati tra loro nei soli primi venti minuti... fino ad arrivare a un "to be continued" devastante e completamente spiazzante; a quel punto la "lampadina" della curiosità si accende come una spia rossa, portando inevitabilmente a voler sapere cosa nasconda quel luogo.
Tutto il clima rilassante e giocoso di quel contesto viene mescolato come un cocktail dagli ingredienti sconosciuti, rimettendo in discussione tutto quello che si poteva pensare durante i primi cinque minuti dell'episodio.
A quel punto si diventa compagni di quei bambini: si vivono le loro paure, le loro preoccupazioni e le loro prese di coraggio, spolverando, di episodio in episodio, sempre qualcosa in più, trovando ogni volta un pezzo piccolissimo di quell'enorme puzzle che costituisce quel luogo e l'intera storia.
Quindi, dietro a un fuorviante clima amoroso, si nasconde una realtà agghiacciante capace di mettere a fuoco una chiave di lettura matura e drammatica.
Gli elementi di fantasia non mancano, ma una caratteristica che rende quest'opera un'autentica chicca è la straordinaria capacità che mostra nell'utilizzarli con criterio, senza farli diventare predominanti; i veri protagonisti sono i tre ragazzi più grandi della compagnia che, con difficoltà non da poco, hanno sulle loro spalle un fardello più grande di quanto pensino.

Questa prima stagione racchiude il primo arco narrativo del manga, ma riesce comunque a concludere il suo ciclo di episodi senza lasciare alcun amaro in bocca; chiude il cerchio con classe senza dimenticarsi di strizzare l'occhio allo spettatore a cui lascia la porta socchiusa.
Una serie da non sottovalutare affatto, piena di risvolti inaspettati e dallo script originale; una piacevole sorpresa che non ama mettersi in mostra, ma che, in verità, nasconde una prova narrativa non indifferente...