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"L'Uomo Ragno e i suoi fantastici amici", o meglio "Spider-Man and his Amazing Friends", è la serie animata della Marvel Comics, del 1981, che unisce le avventure di Spider-Man a quelle degli X-Men, che all'epoca, in America, andavano per la maggiore fra i lettori di fumetti.

Non potendo usare nello show il violento e artigliato Wolverine (che comunque appare in qualche cameo, fra gli X-Men del professor Xavier) e la Torcia Umana de "I Fantastici 4" (il miglior amico/rivale di Spider-Man, nei fumetti), si opta per il meno noto Bobby Drake, ovvero l'Uomo Ghiaccio (componente degli X-Men originali, degli anni '60) e per l'inedita Angelica Jones, alias Stella di Fuoco, e la cosa, stranamente, funziona. I due mutanti, arrivati a casa Parker, diventano coinquilini del coetaneo Peter Parker e vanno all'università assieme a lui, dove lo aiutano a fare meno figuracce del solito con il bullo Flash Thompson (che qui fa ufficialmente il debutto in uno show animato ragnesco). Grazie ai macchinari di Tony Stark, alias Iron Man, la casa di May Parker diventa un piccolo quartier generale ipertecnologico, all'insaputa della vecchietta, che si ritrova a badare a miss Lyon, la cagnetta-mascotte di Angelica. Poche apparizioni di Jameson e del "Daily Bugle", ma troppe di altri supereroi Marvel (squadra degli X-Men inclusi), dove a splendere, di solito, sono i criminali di serie B. Gli episodi con il Camaleonte, Mysterio, l'Uomo Sabbia, lo Scorpione, Shocker e Electro (che crea Videoman, un personaggio da videogame esperto in furto computerizzato), infatti, risultano migliori di quelli di Goblin, del dottor Octopus e del dottor Destino. Persino l'inarrestabile Fenomeno surclassa Magneto come avversario di puntata, forse perché nello show non si osava ancora puntare sulla tragica figura del signore del magnetismo, ridotto qui a semplice super-criminale da combattere.

Questa serie piace a parecchie persone (in USA pare quasi la risposta Marvel al telefilm camp di Batman), la considerano un bel ricordo d'infanzia, io invece no (se prima era difficile per Spider-Man gestire i suoi nemici da solo, qui la cosa diventa sin troppo facile), anche se ammetto che i quattro episodi curati dalla giapponese Toei alzano il livello della qualità, perché si nota la differenza di stile e d'animazioni. Il trio d'eroi è comunque simpatico e scanzonato, ma Spider-Man che combatte solitario il dottor Destino nell'altra serie gemella e in sei episodi collegati assieme era un'altra cosa.
Oggi siamo affezionati alla versione italiana anni '90 completa e doppiata a Roma, ma vi ricordo che una quindicina di puntate, negli anni '80, vennero trasmesse su Retequattro, con doppiaggio diverso e milanese (lo stesso delle prime due serie di "Spider-Man", oggi irrimediabilmente perduto). Sette, e sono buono.