Recensione
Amarsi, Lasciarsi
8.0/10
"Stavolta la storia presenta due protagoniste femminili che possiedono due visioni totalmente opposte dell'amore. [...] Nessuna delle due concezioni di amore è più giusta dell'altra, quindi nessuna delle due protagoniste è più protagonista dell'altra. [...] nella mia testa e nel mio cuore le protagoniste sono due."
Con queste parole Io Sakisaka ci presenta la sua nuova opera "Omoi, Omoware, Furi, Furare" edito da Planet Manga con il titolo di "Amarsi, lasciarsi". Dopo il grande successo della sua opera precedente "Ao Haru ride" (pubblicato da noi come "A un passo da te" sempre da Planet Manga), la mangaka torna a parlarci di adolescenti in crescita.
Abbiamo due protagoniste femminili: Yuna Ichihara e Akari Yamamoto. La prima è molto timida, impacciata e con autostima pari a zero, ma sogna un amore romantico che le porti il suo principe azzurro, possibilmente molto simile a quello del libro d'infanzia che tanto adorava da piccola. Akari, invece, è spigliata, espansiva, apparentemente sicura di sé e soprattutto ha una concezione dell'amore diametralmente opposta a Yuna, molto più pragmatica e quasi studiata a tavolino per avere il massimo rendimento con il minimo sforzo. Le due si incontreranno per caso, per poi scoprire di abitare nello stesso condominio, frequentare la stessa scuola nella stessa classe, diventando così molto amiche.
A corredo delle ragazze, ci sono due maschietti: Rio Yamamoto e Inui Kazuomi. Il primo è il fratello di Akari, bello, molto corteggiato e per questo con la fama di Dongiovanni, visto che pare avere una predilezione soprattutto per le più carine (ma scopriremo che ha i suoi buoni motivi per farlo). Il secondo è un amico di infanzia di Yuna, molto allegro, il tipo che ti aspetti essere friendzonato già nel primo volume e che invece rivelerà un animo molto più complicato da comprendere.
"Io non voglio proprio ferire nessuno. Anzi, vorrei che tutti fossero felici. E tutte le mie decisioni le ho prese sempre tenendo a mente queste due cose."
A fare da sfondo alle vicende sentimentali dei quattro giovani, la mangaka pone la più classica delle ambientazioni, cioè la scuola superiore con i suoi momenti topici: la maratona sportiva, il matsuri estivo, il festival scolastico, la vigilia di Natale, San Valentino. Quindi ci troviamo di fronte ad uno shojo manga al quadrato, prevedibile e scontato? Proprio no!
Il bello è proprio questo: Io Sakisaka costruisce un impianto ben collaudato che dà sicurezza ai lettori e poi li fa uscire dalla comfort zone donando spessore ai suoi personaggi, rendendoli non stereotipi ma adolescenti reali.
Yuna, Akari, Rio e Inui crescono e si pongono domande e sfide. Vorrebbero essere ascoltati dai genitori che invece li ignorano e dispongono delle loro vite come se non fossero in grado di prendere decisioni per il loro futuro essendo dei semplici liceali. Vorrebbero cambiare e migliorare per essere degni dell'amore del loro fidanzato e per migliorare se stessi.
La mangaka riesce ad impartire un giusto ritmo alla storia, soprattutto dal terzo volume in poi: se all'inizio non ci si sente magari coinvolti subito dalle vicende dei ragazzi, in realtà tutto è costruito per fare in modo che piano piano si insinuino nei nostri cuori, ci si affezioni a loro e si seguano con gli occhi a cuore le loro vicissitudini.
Pur avendo una certa età, mi sono ritrovata a sospirare di soddisfazione per un obiettivo raggiunto e a battere i piedi per l'emozione di fronte a certe dichiarazioni d'amore.
Un grande pregio è poi l'equilibrio che la sceneggiatura riesce a mantenere fra i vari ingredienti della storia che risulta essere dolce ma non stucchevole, riflessiva senza risultare noiosa o perdersi in elucubrazioni mentali, stemperate un attimo prima di diventare pesanti con una battuta o una scenetta divertente, sottolineata graficamente. I volti diventano leggermente deformed o virano al chibi, regalando sorrisi e pucciosità a mano bassa.
"Anche se... non sarebbe male sentirsi dire... qualche volta... Scusa... Grazie... Meno male che ci sei tu. Basterebbe così poco per ricomporre quell'armonia che tiene insieme le persone."
D'altronde la Sakisaka sa il fatto suo dal punto di vista grafico: il tratto è preciso e pulito, senza sbavature e si concentra soprattutto su intensi primi piani dei protagonisti. Sui loro volti si legge senza fatica tutta la gamma di emozioni che attraversa i loro cuori. Sono spesso ritratti di profilo, quasi a voler sottolineare il loro rivolgersi verso il futuro, come è giusto che facciano gli adolescenti che dovrebbero avere sempre il diritto di guardare avanti per costruire al meglio gli uomini e le donne che saranno un domani.
Il tratto è preciso e pulito, senza sbavature e si concentra soprattutto su intensi primi piani dei protagonisti
Quindi, tirando le somme, Amarsi, lasciarsi è un manga che consiglio sia agli amanti del genere shojo sia a quelli che vi si vogliono avvicinare perché inizierebbero con un ottimo titolo. L'opera è ancora in corso, quindi il mio giudizio e il mio voto non possono essere per forza di cose definitivi, ma i nove volumi che ho letto finora mi hanno conquistata e non vedo l'ora di leggere il seguito, sperando che la storia continui su questi livelli.
Con queste parole Io Sakisaka ci presenta la sua nuova opera "Omoi, Omoware, Furi, Furare" edito da Planet Manga con il titolo di "Amarsi, lasciarsi". Dopo il grande successo della sua opera precedente "Ao Haru ride" (pubblicato da noi come "A un passo da te" sempre da Planet Manga), la mangaka torna a parlarci di adolescenti in crescita.
Abbiamo due protagoniste femminili: Yuna Ichihara e Akari Yamamoto. La prima è molto timida, impacciata e con autostima pari a zero, ma sogna un amore romantico che le porti il suo principe azzurro, possibilmente molto simile a quello del libro d'infanzia che tanto adorava da piccola. Akari, invece, è spigliata, espansiva, apparentemente sicura di sé e soprattutto ha una concezione dell'amore diametralmente opposta a Yuna, molto più pragmatica e quasi studiata a tavolino per avere il massimo rendimento con il minimo sforzo. Le due si incontreranno per caso, per poi scoprire di abitare nello stesso condominio, frequentare la stessa scuola nella stessa classe, diventando così molto amiche.
A corredo delle ragazze, ci sono due maschietti: Rio Yamamoto e Inui Kazuomi. Il primo è il fratello di Akari, bello, molto corteggiato e per questo con la fama di Dongiovanni, visto che pare avere una predilezione soprattutto per le più carine (ma scopriremo che ha i suoi buoni motivi per farlo). Il secondo è un amico di infanzia di Yuna, molto allegro, il tipo che ti aspetti essere friendzonato già nel primo volume e che invece rivelerà un animo molto più complicato da comprendere.
"Io non voglio proprio ferire nessuno. Anzi, vorrei che tutti fossero felici. E tutte le mie decisioni le ho prese sempre tenendo a mente queste due cose."
A fare da sfondo alle vicende sentimentali dei quattro giovani, la mangaka pone la più classica delle ambientazioni, cioè la scuola superiore con i suoi momenti topici: la maratona sportiva, il matsuri estivo, il festival scolastico, la vigilia di Natale, San Valentino. Quindi ci troviamo di fronte ad uno shojo manga al quadrato, prevedibile e scontato? Proprio no!
Il bello è proprio questo: Io Sakisaka costruisce un impianto ben collaudato che dà sicurezza ai lettori e poi li fa uscire dalla comfort zone donando spessore ai suoi personaggi, rendendoli non stereotipi ma adolescenti reali.
Yuna, Akari, Rio e Inui crescono e si pongono domande e sfide. Vorrebbero essere ascoltati dai genitori che invece li ignorano e dispongono delle loro vite come se non fossero in grado di prendere decisioni per il loro futuro essendo dei semplici liceali. Vorrebbero cambiare e migliorare per essere degni dell'amore del loro fidanzato e per migliorare se stessi.
La mangaka riesce ad impartire un giusto ritmo alla storia, soprattutto dal terzo volume in poi: se all'inizio non ci si sente magari coinvolti subito dalle vicende dei ragazzi, in realtà tutto è costruito per fare in modo che piano piano si insinuino nei nostri cuori, ci si affezioni a loro e si seguano con gli occhi a cuore le loro vicissitudini.
Pur avendo una certa età, mi sono ritrovata a sospirare di soddisfazione per un obiettivo raggiunto e a battere i piedi per l'emozione di fronte a certe dichiarazioni d'amore.
Un grande pregio è poi l'equilibrio che la sceneggiatura riesce a mantenere fra i vari ingredienti della storia che risulta essere dolce ma non stucchevole, riflessiva senza risultare noiosa o perdersi in elucubrazioni mentali, stemperate un attimo prima di diventare pesanti con una battuta o una scenetta divertente, sottolineata graficamente. I volti diventano leggermente deformed o virano al chibi, regalando sorrisi e pucciosità a mano bassa.
"Anche se... non sarebbe male sentirsi dire... qualche volta... Scusa... Grazie... Meno male che ci sei tu. Basterebbe così poco per ricomporre quell'armonia che tiene insieme le persone."
D'altronde la Sakisaka sa il fatto suo dal punto di vista grafico: il tratto è preciso e pulito, senza sbavature e si concentra soprattutto su intensi primi piani dei protagonisti. Sui loro volti si legge senza fatica tutta la gamma di emozioni che attraversa i loro cuori. Sono spesso ritratti di profilo, quasi a voler sottolineare il loro rivolgersi verso il futuro, come è giusto che facciano gli adolescenti che dovrebbero avere sempre il diritto di guardare avanti per costruire al meglio gli uomini e le donne che saranno un domani.
Il tratto è preciso e pulito, senza sbavature e si concentra soprattutto su intensi primi piani dei protagonisti
Quindi, tirando le somme, Amarsi, lasciarsi è un manga che consiglio sia agli amanti del genere shojo sia a quelli che vi si vogliono avvicinare perché inizierebbero con un ottimo titolo. L'opera è ancora in corso, quindi il mio giudizio e il mio voto non possono essere per forza di cose definitivi, ma i nove volumi che ho letto finora mi hanno conquistata e non vedo l'ora di leggere il seguito, sperando che la storia continui su questi livelli.