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8.0/10
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Lo scorso anno è stato, probabilmente, una delle migliori annate per l'animazione giapponese. Sono usciti titoli notevoli quali "Vinland Saga", "The promised Neverland", "Kaguya-Sama love is war", "Kanata no Astra" e tra questi anime rientra sicuramente anche "Dororo".

Remake di una serie del 1969, questo anime riadatta la storia originale con qualche lieve modifica per renderla più attuale e fruibile al pubblico moderno. Il materiale di partenza è sicuramente pregievole (l'anime del 69 era a sua volta adattamento di un fumetto del "Dio dei manga" Osamu Tezuka) ma devo confessare di essere rimasto un po' amareggiato da questo "Dororo". I punti da analizzare sono molti, ma andiamo con ordine partendo dalla trama. Facendo un breve sunto: le terre sotto il controllo del nobile Daigo stanno attraversando un periodo di forte carestia, dunque egli, per salvare il popolo, decide di offrire il suo neonato primogenito in pasto ai demoni (premio padre dell'anno assicurato). Al bimbo vengono sottratte dodici parti del corpo, che egli può riottenere solo sconfiggendo i vari demoni che le hanno rubate. Il bambino viene abbandonato da Daigo ma viene rinvenuto dal chirurgo Jukai, che lo accudisce come un figlio e gli dona anche un nome: Hyakkimaru. Nel viaggio per recuperare il proprio corpo Hyakkimaru verrà affiancato da Dororo, un orfano ostile ai samurai. Sebbene siano presenti alcuni cliché (il padre cattivo, l'eroe "badass" accompagnato dal bambino ecc.) bisogna sempre ricordarci che l'opera originale è degli anni Sessanta e ciò che a noi può sembrare scontato all'epoca non lo era affatto. Inoltre Dororo presenta dei tropi molto particolari, atipici anche per un anime attuale. Ad esempio: il protagonista ogni volta che vince uno scontro si indebolisce invece di diventare più forte, oppure i samurai non vengono visti come degli eroi ma come dei guerrieri prepotenti senza scrupoli. In questo senso i samurai del 99% delle opere giapponesi possono essere paragonati ai romanzi cavallereschi europei. Infatti sia la figura del cavaliere che quella del samurai è idealizzata, differendo molto dalla realtà. La trama in sé, oltre ad essere piuttosto originale, è abbastanza semplice, una revenge-story ambientata nell'epoca dei samurai, che però risulta molto più profonda di quello che si possa pensare. Infatti l'anime ci pone di fronte ad un quesito filosofico non indifferente: "è giusto sacrificare il singolo per il bene collettivo?". La motivazione dietro la scelta di Daigo è che egli voleva salvare il proprio popolo, il suo comportamento verso Hyakkimaru è dunque giustificabile? La serie offre una risposta molto interessante nel finale: la prosperità delle terre di Daigo avrebbe dovuto essere conquistata dagli stessi abitanti. Una società che sacrifica per il proprio benessere alcuni suoi elementi è marcia e instabile. Il dominio costruito da Diago non può essere perfetto perché si basa sul sacrificio di un neonato. Il fine non sempre giustifica i mezzi e una scelta sbagliata prima o poi si ritorcerà sempre contro alla persona che l'ha fatta. Infatti un demone fallisce nel divorare Hyakkimaru lasciandolo in vita e permettendogli di coltivare il suo desiderio di vendetta verso tutti coloro che gli hanno sottratto il corpo.

Un altro tema importante dell'anime è sicuramente la guerra. Da questo punto di vista "Dororo" somiglia un po' a "Vinland Saga". Entrambi infatti giungono, percorrendo strade diverse, alla medesima conclusione: in guerra non ci sono vincitori, ma solo perdenti. La guerra porta le persone a perdere la propria umanità ed è così sia per Thorfinn che per Hyakkimaru. Paradossalmente il protagonista di Dororo è più umano quando il suo corpo non lo è. Infatti mano a mano che Hyakkimaru recupera i suoi arti, il desiderio di riottenere il corpo completo ne pervade sempre più l'animo. Egli inizia a non farsi problemi neppure nell'uccidere esseri umani pur di soddisfare questa sua egoistica cupidigia. Hyakkimaru ricorda molto un bambino che non è in grado di rinunciare al suo giocattolo preferito nemmeno per un amico. Infatti verso fine serie egli non ascolta più nemmeno le preghiere di Dororo, che implora più volte Hyakkimaru di smettere di uccidere. Rimane sicuramente iconica la frase pronunciata da Dororo prima della battaglia finale: "lascia pure che si tengano i tuoi occhi. Sarò io a farti da occhi". Ed è proprio il bambino il personaggio di cui voglio parlarvi ora. Dororo è, a mio modo di vedere, il best character della serie. Egli è un bambino che ha visto morire i propri genitori per colpa dei samurai ed ora vive cercando di truffare gli altri. Da possibile comprimario comico del protagonista, il bambino assume sempre di più un significato connotativo fondamentale per il proseguimento della storia. Dororo è la rappresentazione metaforica della parte umana di Hyakkimaru, la coscienza che ne tiene a bada gli istinti animali e che ne frena gli impulsi omicidi. Dororo e Hyakkimaru assumono quindi un significato allegorico. Sono le due parti che compongono l'anima di ogni essere umano, come nel mito della biga alata di Platone. Dororo è il cavallo bianco, che rappresenta la parte sentimentale ed emotiva di ogni essere umano. Hyakkimaru è invece il cavallo nero che rappresenta la parte bramosa e impulsiva. Tra i due ci vuole equilibrio, infatti ogni volta che si ritrovano separati l'uno dall'altro Hyakkimaru impazzisce, nel senso che non riesce più a controllare i suoi istinti animali. Non potendo scrivere un libro su tutti i personaggi secondari della serie (e credetemi lo meriterebbero) mi limito ad analizzare solo l'antagonista principale. Sebbene il cattivo, almeno all'inizio, sia Daigo, in realtà questo ruolo è svolto principalmente da Tahomaru. Egli è il fratello minore di Hyakkimaru che, inizialmente, prova una profonda pietà per il fratello. Ma, una volta comprese le ragioni del padre, Tohomaru le sposa iniziando a combattere contro Hyakkimaru per salvare il popolo dalla carestia. Mi sono già espresso sul tema del sacrificio del singolo per il bene collettivo e non voglio ripetermi, ma trovo che anche il personaggio di Tohomaru abbia un significato allegorico. Egli è, infatti, la metafora dall'invidia, che logora l'animo fino a renderlo più vicino a un demone che a un essere umano. Oltre a voler salvare il proprio popolo Tahomaru ha un'altra motivazione che lo spinge a combattere il fratello. Egli è invidioso di Hyakkimaru perché la loro madre non ha mai tenuto in considerazione Tahomaru. La donna, infatti, ha sempre rimpianto di non essere riuscita a salvare Hyakkimaru, ignorando così completamente i sentimenti del proprio figlio minore.

Da come l'ho descritto fino a questo punto Dororo sembra un capolavoro assoluto. Però, allora perché ho iniziato la recensione dicendo che sono rimasto amareggiato? I motivi sono principalmente due. Di solito non mi esprimo molto riguardo l'apparato tecnico di un anime, perché non mi reputo in grado di comprendere scelte registiche e di animazione, dato che non ho mai studiato nessuna di queste materie. Però, secondo la mia umile opinione, Dororo pecca tantissimo in qualità grafica. Innanzitutto ci sono episodi dove le animazioni sono orribili e il disegno sembra quello di un bambino delle elementari. L'esempio più evidente lo abbiamo sicuramente alla quindicesima puntata, veramente terribile dal punto di vista grafico. Inoltre trovo i volti dei personaggi spesso troppo poco espressivi, non lasciano trasparire la crudeltà della situazione in cui si trovano. In generale il comparto tecnico non risulta sicuramente sufficiente poiché nella seconda metà della serie c'è stato un calo pazzesco sia dei disegni che delle animazioni.

Due parole infine sul sonoro. Le opening e le ending sono carine ma nulla di speciale. Le ost non sono memorabili ma adempiono al proprio compito. Invece il doppiaggio l'ho trovato tutto sommato di basso livello, specialmente quello di Dororo. Mi rendo conto che un personaggio bambino andrebbe doppiato da un altro bambino, ma credo che un bimbo non abbia le competenze necessarie per doppiare il protagonista di un anime di questa caratura. Suzuki Rio, considerando l'età (14 anni), ha anche svolto un buon lavoro. Ma non sarebbe dovuta essere lei la doppiatrice di Dororo.

Prima di passare alle votazioni faccio un rapido commento sul finale. Avrei preferito di gran lunga che venisse tagliato uno dei numerosi episodi centrali filler piuttosto che vedere un finale così frettoloso. Succede tutto di botto, alcuni personaggi spariscono senza conoscerne la fine ed alcune scene non sono minimamente spiegate.

Voti (li odio, ma li metto per riassumere la recensione)
Trama: 7,5 (Complessivamente abbastanza originale. Finale pessimo)
Grafica: 5 (Ottima nella prima metà, orribile nella seconda)
Sonoro: 6 (Musiche carine. Doppiaggio di alcuni personaggi sgradevole)
Tematiche: 9 (Serie molto più profonda di quello che appare)
Personaggi: 9.5 (Ben scritti, tutti con un significato metaforico dietro)
Voto complessivo (Non è la media matematica): 8

Sono riuscito a concludere questo poema omerico senza fare alcuno spoiler. Evviva!