Recensione
The Ancient Magus' Bride
10.0/10
"Sarebbe meglio che tu non fossi mai nata!". Le parole hanno un peso, e spesso sono in grado di uccidere.
Chise, tormentata dall'ingiustizia della vita, appare come una ragazza dallo sguardo spento, sempre a capo chino, dalla mente annebbiata dal dolore e dalla depressione che cerca di non lasciar trasparire. Per lei vivere non ha un significato, i giorni vanno via come i passi che fa, e i secondi che passano altro non sono che battiti di ciglia.
Un giorno, quando viene messa all'asta, una figura mostruosa le si avvicina, acquistandola, e facendo di lei la sua discepola. In questo modo Elias, stregone dalla testa di teschio, lunghe corna marroni e occhi rossi, le regala una seconda opportunità. Si rivela infatti gentile e disponibile nei confronti della ragazza, la quale, convivendo con lui e con le magiche creature attorno alla sua nuova dimora, inizia a fidarsi di lui.
Incantesimi, creature mitologiche (Titania, regina delle fate, sposa di Oberon, re delle Fate, nella letteratura medievale e rinascimentale), elfi, folletti, draghi, gatti parlanti... lo spettatore si ritroverà immerso in un ambiente da "favola".
Animazione ad opera d'arte, non potevo aspettarmi di meglio da Wit Studio. Ambientazioni curate fin nei minimi dettagli, colori accesi e limpidi, le sfumature degli occhi di Chise paiono due gemme. I personaggi sono ben caratterizzati e unici, e apprezzo moltissimo i riferimenti mitologici (citati sopra).
La sigla di apertura, "Here" di JUNNA, mi ha conquistato. La voce, il ritmo, la musicalità dell'intera composizione, una di quelle canzoni che canteresti a squarciagola pur non ricordando tutte le parole. E le OST sono una più bella dell'altra. "Iruna Eteluro", la canzone di Lindel, protettore dei draghi, ancora adesso mi fa venire la pelle d'oca.
È una storia ambientata in una Gran Bretagna più magica, dal significato più puro che pochi riescono a cogliere: il significato della vita. Momenti tristi ci saranno sempre e comunque, anche quelli che non riuscirai mai a superare da subito ma che trascinerai nel tempo. Ma ci sarà sempre qualcuno che ti amerà al tal punto, da metterti al proprio fianco e proteggerti qualunque cosa accada. L'amore. Le parole più dolci: "Vuoi diventare la mia sposa?". Lasciare alle proprie spalle il passato e andare oltre. Vivere.
Un capolavoro, senza alcun dubbio. Una delle opere più belle che io abbia mai visto, peccato che pochi lo conoscano, merita molto più supporto.
Chise, tormentata dall'ingiustizia della vita, appare come una ragazza dallo sguardo spento, sempre a capo chino, dalla mente annebbiata dal dolore e dalla depressione che cerca di non lasciar trasparire. Per lei vivere non ha un significato, i giorni vanno via come i passi che fa, e i secondi che passano altro non sono che battiti di ciglia.
Un giorno, quando viene messa all'asta, una figura mostruosa le si avvicina, acquistandola, e facendo di lei la sua discepola. In questo modo Elias, stregone dalla testa di teschio, lunghe corna marroni e occhi rossi, le regala una seconda opportunità. Si rivela infatti gentile e disponibile nei confronti della ragazza, la quale, convivendo con lui e con le magiche creature attorno alla sua nuova dimora, inizia a fidarsi di lui.
Incantesimi, creature mitologiche (Titania, regina delle fate, sposa di Oberon, re delle Fate, nella letteratura medievale e rinascimentale), elfi, folletti, draghi, gatti parlanti... lo spettatore si ritroverà immerso in un ambiente da "favola".
Animazione ad opera d'arte, non potevo aspettarmi di meglio da Wit Studio. Ambientazioni curate fin nei minimi dettagli, colori accesi e limpidi, le sfumature degli occhi di Chise paiono due gemme. I personaggi sono ben caratterizzati e unici, e apprezzo moltissimo i riferimenti mitologici (citati sopra).
La sigla di apertura, "Here" di JUNNA, mi ha conquistato. La voce, il ritmo, la musicalità dell'intera composizione, una di quelle canzoni che canteresti a squarciagola pur non ricordando tutte le parole. E le OST sono una più bella dell'altra. "Iruna Eteluro", la canzone di Lindel, protettore dei draghi, ancora adesso mi fa venire la pelle d'oca.
È una storia ambientata in una Gran Bretagna più magica, dal significato più puro che pochi riescono a cogliere: il significato della vita. Momenti tristi ci saranno sempre e comunque, anche quelli che non riuscirai mai a superare da subito ma che trascinerai nel tempo. Ma ci sarà sempre qualcuno che ti amerà al tal punto, da metterti al proprio fianco e proteggerti qualunque cosa accada. L'amore. Le parole più dolci: "Vuoi diventare la mia sposa?". Lasciare alle proprie spalle il passato e andare oltre. Vivere.
Un capolavoro, senza alcun dubbio. Una delle opere più belle che io abbia mai visto, peccato che pochi lo conoscano, merita molto più supporto.