Recensione
Blue Exorcist
4.5/10
Sin dal 2011, ben nove anni fa, sentii parlare di questo titolo, anche se ho avuto l'occasione di vederlo solo recentemente.
Rin, fin da piccolo, è vissuto in una umile chiesa insieme a suo fratello Yukio. Nonostante ciò ha un caratteraccio abbastanza ingestibile, tanto che non riesce nemmeno a trovarsi un lavoro part-time per pagarsi le spese per lo studio. Un segreto viene celato all'interno delle sacre mura, segreto che nemmeno il protagonista conosce: lui è il figlio di Satana. Quest'ultimo incita il figlio a unirsi a lui nel mondo dei demoni, Gehenna, ma sta a Rin decidere.
Una trama alquanto semplice e probabilmente banale, contornata però da colpi di scena abbastanza coinvolgenti che in qualche modo trascinano lo spettatore a continuare la serie. La curiosità fa da padrona e ti ritrovi in situazioni in cui non vorresti essere.
Tipico di ogni shonen, il protagonista si unisce in una scuola di esorcisti (una novità) ed ecco l'arrivo di nuovi personaggi secondari che verranno trattati superficialmente e che riceveranno poco spazio all'interno della storia.
Ancora, la solita lotta del bene contro il male, grande classico, tra esorcisti e creature demoniache che si impossessano degli esseri umani e dei loro ricordi. Tecniche magiche, armi, grida, dispetti fra compagni di classe, fan-service imposto senza un motivo apparente... E gli eventi stessi, narrati con ritmo lento e ripetitivo, che rendono la visione più noiosa e distante.
Il nemico principale di Rin non è un demone, né Satana, ma sé stesso. Il suo animo combattuto tra la sua parte umana e la sua parte demone lo spinge a commettere azioni impulsive e a perdere la testa. Mantenere il controllo della propria parte demoniaca e saperla sfruttare per poter far del bene è il suo obbiettivo principale (dove ho già visto questa cosa?). Nonostante il messaggio sia del tutto positivo e perché no avvincente, è ormai ripetuto e scontato, il che porta a varie sensazioni di dejà vu o addirittura, come nel mio caso, alla sospensione della visione della serie.
Un prodotto ricco di potenziale, ovviamente mal sfruttato. Animazioni ben fatte, cast formato da doppiatori conosciutissimi (Daisuke Ono, Nobuhiko Okamoto), le ost e le sigle composte da band famose (personalmente ho apprezzato moltissimo la sigla di apertura), effetti visivi ed acustici ben caratterizzati... c'è tutto quello che serve per portare alla luce una serie di successo, qualcosa che non sono stati in grado di fare.
Un vero peccato.
Rin, fin da piccolo, è vissuto in una umile chiesa insieme a suo fratello Yukio. Nonostante ciò ha un caratteraccio abbastanza ingestibile, tanto che non riesce nemmeno a trovarsi un lavoro part-time per pagarsi le spese per lo studio. Un segreto viene celato all'interno delle sacre mura, segreto che nemmeno il protagonista conosce: lui è il figlio di Satana. Quest'ultimo incita il figlio a unirsi a lui nel mondo dei demoni, Gehenna, ma sta a Rin decidere.
Una trama alquanto semplice e probabilmente banale, contornata però da colpi di scena abbastanza coinvolgenti che in qualche modo trascinano lo spettatore a continuare la serie. La curiosità fa da padrona e ti ritrovi in situazioni in cui non vorresti essere.
Tipico di ogni shonen, il protagonista si unisce in una scuola di esorcisti (una novità) ed ecco l'arrivo di nuovi personaggi secondari che verranno trattati superficialmente e che riceveranno poco spazio all'interno della storia.
Ancora, la solita lotta del bene contro il male, grande classico, tra esorcisti e creature demoniache che si impossessano degli esseri umani e dei loro ricordi. Tecniche magiche, armi, grida, dispetti fra compagni di classe, fan-service imposto senza un motivo apparente... E gli eventi stessi, narrati con ritmo lento e ripetitivo, che rendono la visione più noiosa e distante.
Il nemico principale di Rin non è un demone, né Satana, ma sé stesso. Il suo animo combattuto tra la sua parte umana e la sua parte demone lo spinge a commettere azioni impulsive e a perdere la testa. Mantenere il controllo della propria parte demoniaca e saperla sfruttare per poter far del bene è il suo obbiettivo principale (dove ho già visto questa cosa?). Nonostante il messaggio sia del tutto positivo e perché no avvincente, è ormai ripetuto e scontato, il che porta a varie sensazioni di dejà vu o addirittura, come nel mio caso, alla sospensione della visione della serie.
Un prodotto ricco di potenziale, ovviamente mal sfruttato. Animazioni ben fatte, cast formato da doppiatori conosciutissimi (Daisuke Ono, Nobuhiko Okamoto), le ost e le sigle composte da band famose (personalmente ho apprezzato moltissimo la sigla di apertura), effetti visivi ed acustici ben caratterizzati... c'è tutto quello che serve per portare alla luce una serie di successo, qualcosa che non sono stati in grado di fare.
Un vero peccato.