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10.0/10
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"Qualcuno lo descrisse come oscurità che inghiotte ogni cosa, ma solo per questo non significa che non ci sia mai stata la luce"

Come descrivere Pandora Hearts? È un viaggio. Jun Mochizuki ti teletrasporta in un labirinto e tu, insieme al nostro protagonista Oz, devi cercare l'uscita. All'inizio ti senti smarrito, confuso, e non sai come prendere gli eventi che ti stanno attorno.
Ma non ti preoccupare: perfino il tuo compagno di viaggio, Oz, ci sta capendo meno di te. Una delle cose che amo di più di questo manga è che l'autrice ci mette sullo stesso piano di Oz. Così come tu cerchi di scoprire tutti i misteri che circondano questo mondo, anche il nostro protagonista proverà vari sentimenti contrastanti in seguito a tutte le rivelazioni che scoprirà.
E così come cresce la tua curiosità di fronte tutti gli avvenimenti che accadono, crescono tutti i personaggi pagina dopo pagina.
Uno dei personaggi che ha avuto uno sviluppo migliore credo che sia proprio il nostro Oz:
Ci viene presentato come un ragazzo folle, deviato, che accetta tutto così com'è. Se un suo compagno lo tradisse, lui sarebbe pronto ad accettare tutto senza nemmeno domandarsi il perché. Anzi, è lui stesso che all'inizio non vuole scoprire la verità. Certo, l'ignoto ci fa paura, ma anche la conoscenza ci terrorizza. Scopriremo subito cosa l'ha fatto diventare così deviato e non potremo fare altro che provare compassione per lui.
Successivamente, il suo incontro con un certo personaggio gli farà capire che il suo atteggiamento è sbagliato; da lì in poi crescerà sempre di più, affrontando la triste realtà che la vita gli mette di fronte, domandandosi il "perché" di molte cose e manifestando i propri sentimenti in molti pianti liberatori, cosa che all'inizio non riusciva a fare perché non voleva essere un peso per nessuno.
Così, se all'inizio non riusciva a rispondere alla domanda "Oz, dove sei adesso?" Successivamente riuscirà a rispondere con fermezza.
Ma già qualcuno aveva risposto a questa domanda in modo sicuro.
"Oz è qui, non lo vedi?"
Alice.
Il suo modo semplice di fare le cose illuminava il suo sentiero. Se la ragazza si sentiva triste, piangeva. Se si sentiva arrabbiata, urlava, se era felice, sorrideva. Così Oz, per non vergognarsi di fronte a questa luce che gli riscaldava il cuore, ha deciso di intraprendere un'altra strada: quella del cambiamento per crescere come persona.
"Rendersi conto dei propri problemi è il primo passo per andare avanti"
Così diceva quel personaggio che ha aiutato Oz a recuperare il senno.
Tutti i personaggi di quest'opera sono sviluppati divinamente. Ognuno è "incatenato al proprio passato" e ha i propri problemi da risolvere, sia con sé stesso che con gli altri.
C'è chi è pronto a cancellare la sua stessa esistenza per ottenere la redenzione dei suoi peccati.
C'è chi ha capito che, farsi incatenare dal proprio passato non serve a niente e che usare "lo faccio per qualcun altro" come scusa è del tutto inutile perché la strada che uno sceglie di percorrere è del tutto personale.
C'è chi è così tanto fedele da aver paura di cambiare sé stesso e per questo motivo, quando gli altri iniziano il loro cambiamento interiore, si sente "lasciato indietro"
E tanto altro ancora.
Quando i nodi di questa "storia ridicola" iniziano a sciogliersi, e noi veniamo di fronte a tantissime verità, ci sentiamo veramente soddisfatti di ciò che abbiamo scoperto. I colpi di scena che mette Jun Mochizuki non sono cose uscite dal nulla. Già nei primissimi capitoli inserisce vari indizi su situazioni che succederanno in futuro e, quando colleghi tutto provi una soddisfazione dentro incredibile.
L'autrice, infatti, non lascia nulla al caso e ti spiega ogni minima cosa. Tutti i risvolti finali porteranno i personaggi a trasformare questa "fiaba ridicola", in un vero e proprio capolavoro.
Ma chi è il vero cattivo della storia? Soprattutto, c'è un vero e proprio cattivo?
In questo manga non abbiamo né il bene né il male. Tutto è grigio, tutto è pieno di sfumature. Ciò che porta avanti la storia è la volontà dell'uomo che, in base al fato, agisce di conseguenza.
Il destino gioca un ruolo molto importante in quest'opera. Alcuni personaggi, infatti, sono destinati a portare sventura e per questo motivo sono responsabili di tutto ciò che accade, tanto da voler distruggere se stessi appena si rendono conto della situazione.
Ma mentre per alcuni individui è il fato a portarli a percorrere quella strada, si riflette anche sulla volontà propria dell'uomo. È vero, il destino ti mette di fronte varie situazioni brutte, orribili, ma sei solo tu che scegli le tue azioni di conseguenza. Molti personaggi sono infatti incatenati nel loro passato e cercano, in un modo o nell'altro, la loro redenzione.
Altri personaggi, invece, cercano sé stessi e riusciranno a trovare ciò che cercando avendo una crescite interiore davvero notevole.
Il finale mi ha davvero commosso, ho pianto tantissimo nella lettura dell'ultimo volume. Sinceramente me lo aspettavo diverso, mi aspettavo una cosa più tragica ma in realtà non è così. È un finale molto bello, dolce da una parte ma deprimente dall'altra. Agrodolce, lo definirei. E non posso più essere soddisfatta di così.
Ci sono numerosi simbolismi, figure retoriche e temi che mi hanno lasciata davvero di stucco, e io non sono come ringraziare Jun Mochizuki.
"Call my name"