Recensione
Attenzione: la recensione contiene spoiler
È un film sicuramente molto bello, toccante e coinvolgente, il migliore che mi sia capitato di vedere finora nell’apposita sezione film anime di Prime.
Tuttavia una cosa mi ha lasciato alquanto perplesso, e cioè la completa assenza del dolore fisico e della sofferenza di una persona gravemente malata, tanto più in fase terminale. La protagonista Sakura sprizza energia e salute da tutti i pori: se non ci fosse stato detto sin dall'inizio che sarebbe morta in tempi brevi, nessuno se ne sarebbe potuto accorgere. Passi per le condizioni psicologiche già di per sé poco credibili, data la sua situazione, ma un malato grave (e io lo so bene, essendolo stato in passato) porta i segni fisici della malattia e delle cure, soprattutto come quelle al pancreas. Un po’ fastidioso pure il fatto che, almeno inizialmente, il protagonista maschile Haruki non provi un minimo di compassione per la sfortunata ragazza, non tentando in alcun modo di alleviare il suo fardello, ma subendo passivamente le iniziative di lei, veramente freddo e glaciale. Ben poco umano, direi. La situazione poi migliora con l’avanzare del film e il continuare a starle vicino, nonostante l’approssimarsi della fine; mi ha ricordato molto il concetto di compassione di Shopenhauer come liberazione dal dolore universale dell'uomo soggetto alla volontà di vivere.
Ho trovato piuttosto azzeccata la scelta di far scomparire Sakura non nel modo che ci sarebbe potuti aspettare, per non dover rischiare di cadere nell’abisso della tragedia e della retorica dovuta alle fasi terminali della malattia, anche se questo potrebbe essere visto come un modo da parte degli autori di evitare di trattare una situazione tanto tremenda. Ad ogni modo, non mi è dispiaciuta.
Per il resto, più o meno concordo con quanto detto nelle altre recensioni. Film assolutamente meritevole di essere visto.
È un film sicuramente molto bello, toccante e coinvolgente, il migliore che mi sia capitato di vedere finora nell’apposita sezione film anime di Prime.
Tuttavia una cosa mi ha lasciato alquanto perplesso, e cioè la completa assenza del dolore fisico e della sofferenza di una persona gravemente malata, tanto più in fase terminale. La protagonista Sakura sprizza energia e salute da tutti i pori: se non ci fosse stato detto sin dall'inizio che sarebbe morta in tempi brevi, nessuno se ne sarebbe potuto accorgere. Passi per le condizioni psicologiche già di per sé poco credibili, data la sua situazione, ma un malato grave (e io lo so bene, essendolo stato in passato) porta i segni fisici della malattia e delle cure, soprattutto come quelle al pancreas. Un po’ fastidioso pure il fatto che, almeno inizialmente, il protagonista maschile Haruki non provi un minimo di compassione per la sfortunata ragazza, non tentando in alcun modo di alleviare il suo fardello, ma subendo passivamente le iniziative di lei, veramente freddo e glaciale. Ben poco umano, direi. La situazione poi migliora con l’avanzare del film e il continuare a starle vicino, nonostante l’approssimarsi della fine; mi ha ricordato molto il concetto di compassione di Shopenhauer come liberazione dal dolore universale dell'uomo soggetto alla volontà di vivere.
Ho trovato piuttosto azzeccata la scelta di far scomparire Sakura non nel modo che ci sarebbe potuti aspettare, per non dover rischiare di cadere nell’abisso della tragedia e della retorica dovuta alle fasi terminali della malattia, anche se questo potrebbe essere visto come un modo da parte degli autori di evitare di trattare una situazione tanto tremenda. Ad ogni modo, non mi è dispiaciuta.
Per il resto, più o meno concordo con quanto detto nelle altre recensioni. Film assolutamente meritevole di essere visto.