Recensione
Demon Slayer
5.0/10
Recensione di chiara ^_^
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Ma come lo dico? Non so davvero come dirlo... A me "Demon Slayer" non è piaciuto. Ecco, l'ho detto.
Partiamo dal presupposto che a me gli anime/manga 'fenomenali', quelli di "Ha venduto 'settordicimila' copie in Liechtenstein in due ore", quelli di "Ha battuto tutti i record galattici!" non mi sono mai piaciuti: odio "Dragonball" (e l'ho visto davvero tutto e ho letto pure il manga), odio "One Piece" e pure "Naruto".
Uno potrebbe dire: "Ma cosa c'entra, mischi capre e cavoli?" Eh, c'entra, c'entra. Perché mi pare che la minestra sia quella lì.
La storia di Tanjiro è carina, ha la sua drammaticità, risulta interessante e non ho idea di come sia il manga (magari è eccezionale), ma l'anime purtroppo non riesce a determinare in me quella sospensione dell'incredulità che è condizione necessaria (non certo sufficiente...) per poterlo guardare con interesse.
La verità è che a me non piacciono le storie che alzano sempre l'asticella, che buttano la palla sempre oltre e che non forniscono le giuste spiegazioni. Ad un certo punto Tanjiro con quella maledetta katana comincia a sferrare colpi a destra e manca: "Colpo della torta della nonna!", "Colpo del mandarino caramellato", "Colpo dell'acqua salata per gli spaghetti!" Ma 'ste mosse dove diamine se l'è scippate? Traduzione: queste mosse da dove sono venute fuori? Quando gli sono state insegnate? Da chi? Dall'uomo con la maschera col nasone? Oppure Tanjiro le pesca dall'iperuranio di platonica memoria? Ha le idee a-priori?
Capisco che questo genere (che viene dagli shonen) abbia dei topoi, ma, se esageri, poi francamente lo trovo ridicolo: se non mi spieghi come fa a usare una mossa piuttosto che un'altra, se non crei una base credibile al tuo universo sulla quale costruire la narrazione e io, in quanto spettatore, lo devo solo accettare per dogma (Tanjiro sa usare la mossa dell'acqua super sayan, punto e basta!), allora smetto di guardarlo; smetto perché non riesco in quella famosa sospensione dell'incredulità che è condizione necessaria per guardare e fruire di certi tipi di contenuti.
Inoltre, ho trovato abbastanza 'cringe' come in maniera svelta sia stato svelato il villain della storia (non l'ho guardato tutto): improvvisamente si scopre che questo distinto signore (con un bel look da colonialista inglese) con moglie, figli, un lavoro in banca è il cattivo dei cattivi. Tanjiro lo scova per caso mentre trascorre un tranquillo sabato sera in centro, tra un panino e una birretta, grazie al suo naso da tartufo, e lascia anche che vada via tranquillamente! Ma diamine, fai qualcosa! Invece no, il distinto signore-demone-cattivo-Voldermort, dopo aver guardato con sussiego e disprezzo il povero Tanjiro ("Va beh, dai, si è fatta 'na certa, non posso stare qui con te per sempre, c'ho il tavolo prenotato in pizzeria"), si gira e continua beatamente la sua passeggiatina nel corso principale della cittadina, magari si ferma pure a fare l'aperitivo prima della pizzeria. Dai, non ha senso!
Non mi sono piaciute le animazioni e i combattimenti non sono quanto di fluido si possa vedere in un anime; i personaggi secondari sembrano tutti alquanto stereotipati e poco approfonditi.
Anche il povero Tanjiro, sì vuole salvare la sorella, ma c'è sempre la netta impressione che rimanga tutto in superficie, che non si riesca mai a spingere la narrazione dentro pieghe più profonde, a raccontare il dolore, la sofferenza, il rammarico che prova il protagonista. Un dramma come il suo non si cancella in un giorno.
Eppure, sebbene l'anime ribadisca che Tanjiro soffra, in realtà nella narrazione non c'è niente che consenta di empatizzare con lui e con quanto stia vivendo.
Comprendo che possa piacere, de gustibus, ma io non lo consiglio.
Insomma, si può dare di più.
Voto: 5
Partiamo dal presupposto che a me gli anime/manga 'fenomenali', quelli di "Ha venduto 'settordicimila' copie in Liechtenstein in due ore", quelli di "Ha battuto tutti i record galattici!" non mi sono mai piaciuti: odio "Dragonball" (e l'ho visto davvero tutto e ho letto pure il manga), odio "One Piece" e pure "Naruto".
Uno potrebbe dire: "Ma cosa c'entra, mischi capre e cavoli?" Eh, c'entra, c'entra. Perché mi pare che la minestra sia quella lì.
La storia di Tanjiro è carina, ha la sua drammaticità, risulta interessante e non ho idea di come sia il manga (magari è eccezionale), ma l'anime purtroppo non riesce a determinare in me quella sospensione dell'incredulità che è condizione necessaria (non certo sufficiente...) per poterlo guardare con interesse.
La verità è che a me non piacciono le storie che alzano sempre l'asticella, che buttano la palla sempre oltre e che non forniscono le giuste spiegazioni. Ad un certo punto Tanjiro con quella maledetta katana comincia a sferrare colpi a destra e manca: "Colpo della torta della nonna!", "Colpo del mandarino caramellato", "Colpo dell'acqua salata per gli spaghetti!" Ma 'ste mosse dove diamine se l'è scippate? Traduzione: queste mosse da dove sono venute fuori? Quando gli sono state insegnate? Da chi? Dall'uomo con la maschera col nasone? Oppure Tanjiro le pesca dall'iperuranio di platonica memoria? Ha le idee a-priori?
Capisco che questo genere (che viene dagli shonen) abbia dei topoi, ma, se esageri, poi francamente lo trovo ridicolo: se non mi spieghi come fa a usare una mossa piuttosto che un'altra, se non crei una base credibile al tuo universo sulla quale costruire la narrazione e io, in quanto spettatore, lo devo solo accettare per dogma (Tanjiro sa usare la mossa dell'acqua super sayan, punto e basta!), allora smetto di guardarlo; smetto perché non riesco in quella famosa sospensione dell'incredulità che è condizione necessaria per guardare e fruire di certi tipi di contenuti.
Inoltre, ho trovato abbastanza 'cringe' come in maniera svelta sia stato svelato il villain della storia (non l'ho guardato tutto): improvvisamente si scopre che questo distinto signore (con un bel look da colonialista inglese) con moglie, figli, un lavoro in banca è il cattivo dei cattivi. Tanjiro lo scova per caso mentre trascorre un tranquillo sabato sera in centro, tra un panino e una birretta, grazie al suo naso da tartufo, e lascia anche che vada via tranquillamente! Ma diamine, fai qualcosa! Invece no, il distinto signore-demone-cattivo-Voldermort, dopo aver guardato con sussiego e disprezzo il povero Tanjiro ("Va beh, dai, si è fatta 'na certa, non posso stare qui con te per sempre, c'ho il tavolo prenotato in pizzeria"), si gira e continua beatamente la sua passeggiatina nel corso principale della cittadina, magari si ferma pure a fare l'aperitivo prima della pizzeria. Dai, non ha senso!
Non mi sono piaciute le animazioni e i combattimenti non sono quanto di fluido si possa vedere in un anime; i personaggi secondari sembrano tutti alquanto stereotipati e poco approfonditi.
Anche il povero Tanjiro, sì vuole salvare la sorella, ma c'è sempre la netta impressione che rimanga tutto in superficie, che non si riesca mai a spingere la narrazione dentro pieghe più profonde, a raccontare il dolore, la sofferenza, il rammarico che prova il protagonista. Un dramma come il suo non si cancella in un giorno.
Eppure, sebbene l'anime ribadisca che Tanjiro soffra, in realtà nella narrazione non c'è niente che consenta di empatizzare con lui e con quanto stia vivendo.
Comprendo che possa piacere, de gustibus, ma io non lo consiglio.
Insomma, si può dare di più.
Voto: 5