Recensione
Il castello errante di Howl
5.0/10
Recensione di Shiryu of Dragon
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Questo è senza dubbio uno dei film di Miyazaki maggiormente apprezzati: ho persino visto persone che tengono l'immagine del castello errante come desktop sul proprio PC, ma mi trovo costretto ad andare controcorrente.
Lo Studio Ghibli ha sfornato dei capolavori, poco ma sicuro, però "Il castello errante di Howl" per me cade nella categoria dei film Ghibli peggiori. Come potrei definirlo? E' una stramberia infinita. Ho grande rispetto per la creatività grafica di questo film, non mi si fraintenda. Gli aspetti tecnici sono ancora una volta ineccepibili (a parte la colonna sonora, che forse è un po' banale), come nella maggior parte dei film dello "zio" Hayao, ma ho un problema con i contenuti. Non che io sia un grande amante del fantasy, o meglio, lo sono stato da adolescente. Probabilmente non leggerò mai il romanzo di Diana Wynne Jones, per quanto il libro possa essere sicuramente migliore del film. Il problema è che questo film necessita di una sospensione dell'incredulità oltre ogni limite.
Già l'incipit è ai limiti della comicità: nella scena iniziale ci viene subito presentato il castello errante che scorrazza per i prati, come se dovesse essere una cosa assolutamente normale. Ricordate "Dragon Ball"? Nel mondo di Akira Toriyama, molti personaggi sono bestie antropomorfe che convivono con gli esseri umani e nessuno se ne stupisce, così come nessuno si stupisce di vedere gente che vola. Nel film di Miyazaki accade la stessa cosa, ma all'ennesima potenza. Almeno in "Alice nel Paese delle Meraviglie" viene stabilita una netta separazione fra realtà e sogno, qui invece non si comprende bene dove finisca la realtà e dove inizi il sogno. Qualcuno penserà che "è solo una fiaba", ma la fantasia è tale che perfino i personaggi risultano spesso incomprensibili. Da spettatore, io ho bisogno di stabilire un'empatia con almeno uno dei personaggi, o perlomeno di capire cosa passa loro per la testa. Ne "La storia della Principessa Splendente" si percepisce vividamente cosa prova Kaguya. Qui invece la fantasia è tale da uccidere qualunque possibilità di coinvolgimento emotivo. La storia d'amore accade perché deve accadere, e Howl è ossessionato dal colore dei capelli perché sì. Ma anche senza i capelli biondi non si preoccupi, rimane comunque un belloccio. Sarebbe stato più interessante vedere come Howl possa perdere completamente la bellezza fisica, dando così origine a una "storia d'amore fra brutti" (anche se ci aveva già pensato Shrek), ma forse sarebbe stato troppo poco bonario per Miyazaki. Non che gli altri personaggi se la passino meglio. In Sophie non ho visto nulla di interessante.
Non so, forse questo film può essere una fiaba carina per le bambine (anche se di fatto è piaciuto a spettatori di qualunque tipo), ma per me Miyazaki ha fatto ampiamente di meglio.
Lo Studio Ghibli ha sfornato dei capolavori, poco ma sicuro, però "Il castello errante di Howl" per me cade nella categoria dei film Ghibli peggiori. Come potrei definirlo? E' una stramberia infinita. Ho grande rispetto per la creatività grafica di questo film, non mi si fraintenda. Gli aspetti tecnici sono ancora una volta ineccepibili (a parte la colonna sonora, che forse è un po' banale), come nella maggior parte dei film dello "zio" Hayao, ma ho un problema con i contenuti. Non che io sia un grande amante del fantasy, o meglio, lo sono stato da adolescente. Probabilmente non leggerò mai il romanzo di Diana Wynne Jones, per quanto il libro possa essere sicuramente migliore del film. Il problema è che questo film necessita di una sospensione dell'incredulità oltre ogni limite.
Già l'incipit è ai limiti della comicità: nella scena iniziale ci viene subito presentato il castello errante che scorrazza per i prati, come se dovesse essere una cosa assolutamente normale. Ricordate "Dragon Ball"? Nel mondo di Akira Toriyama, molti personaggi sono bestie antropomorfe che convivono con gli esseri umani e nessuno se ne stupisce, così come nessuno si stupisce di vedere gente che vola. Nel film di Miyazaki accade la stessa cosa, ma all'ennesima potenza. Almeno in "Alice nel Paese delle Meraviglie" viene stabilita una netta separazione fra realtà e sogno, qui invece non si comprende bene dove finisca la realtà e dove inizi il sogno. Qualcuno penserà che "è solo una fiaba", ma la fantasia è tale che perfino i personaggi risultano spesso incomprensibili. Da spettatore, io ho bisogno di stabilire un'empatia con almeno uno dei personaggi, o perlomeno di capire cosa passa loro per la testa. Ne "La storia della Principessa Splendente" si percepisce vividamente cosa prova Kaguya. Qui invece la fantasia è tale da uccidere qualunque possibilità di coinvolgimento emotivo. La storia d'amore accade perché deve accadere, e Howl è ossessionato dal colore dei capelli perché sì. Ma anche senza i capelli biondi non si preoccupi, rimane comunque un belloccio. Sarebbe stato più interessante vedere come Howl possa perdere completamente la bellezza fisica, dando così origine a una "storia d'amore fra brutti" (anche se ci aveva già pensato Shrek), ma forse sarebbe stato troppo poco bonario per Miyazaki. Non che gli altri personaggi se la passino meglio. In Sophie non ho visto nulla di interessante.
Non so, forse questo film può essere una fiaba carina per le bambine (anche se di fatto è piaciuto a spettatori di qualunque tipo), ma per me Miyazaki ha fatto ampiamente di meglio.