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"Masterforce" è la serie con cui i Giapponesi hanno tentato un reboot ibrido del brand.
Di fatto è un nuovo inizio con nuove modalità. Se nella serie giapponese precedente ("HeadMasters"), che rappresentava una continuity alternativa a quella americana (dopo il capitolo "Captain"), avevamo dei piccoli robot che diventavano le teste dei robot, adesso è tutto molto più umanizzato e sono uomini in armatura a diventare le teste dei veicoli/robot, i Transector. Ma ci si arriva per gradi. All'inizio ci sono i Pretenders, transformers in grado di convertirsi in esseri umani o "demoni".
Non ho mai amato la "Headmasters", invece apprezzavo questa serie, che purtroppo è arrivata in Italia monca del suo quarto finale. L'ho recuperata in streaming in giapponese con i sottotitoli inglesi.
Mi manca un episodio nella prima decade, omesso dal sito.

Non posso giudicare la qualità video, giacché in streaming non fa una bellissima figura.
Posso però valutare la regia e la sceneggiatura, nonché l'audio.
La serie è molto diversa da quelle americane. Si vede che la mano è giapponese. L'impostazione di fondo è più individualista e meno corale. Lo stampo tipo degli episodi ricalca quello dei fumetti, ora editi in inglese dalla Viz. Una breve introduzione, e subito a precipitarsi nell'azione che mostra qualche specialità dei transformers, e poi via a cazzottoni. Il cartone animato non è così essenziale. Si sviluppa decentemente, pur mantenendo quello stesso spirito pensato per i più piccoli. E infatti "Masterforce" non è avara di siparietti comici e demenziali più imbarazzanti e scemi che altro.
Altra differenza importante, nell'anime i personaggi si ricordano di avere i fucili, sebbene il corpo a corpo resta spesso il metodo di confronto preferito.

I cartoni animati sono un veicolo di business, servono a vendere i giocattoli. Nel caso dei transformers, con tanti personaggi, si va a incremento progressivo dello 'staff'. Questo è anche il plot di molti episodi: trovare un nuovo personaggio. Tant'è che il protagonista ragazzo maturo principale appare solo intorno al decimo episodio. Prima vengono introdotti i protagonisti ragazzini.
Non puoi sbagliarti (per fortuna), questo protagonista, l'umano Ginrai, "diventa" Commander! Il carisma e la capacità di imporsi di questo personaggio sono tali da far fare alla serie un balzo in avanti.
E questo si ripete per ogni step di incremento del potenziale di Ginrai robot. Che diventa prima SuperGinrai e dopo GodGinrai. Per contrappasso però, questo accentramento su Ginrai e i ragazzini lascia gli altri personaggi quasi nell'anonimato. Specie perché, fuori di presentazione, non si distinguono né per caratteristiche speciali robotiche né per caratteristiche caratteriali. Pur rimanendo essenziali, perché, per quanto superlativo, Ginrai non può essere ovunque nello stesso tempo e il lavoro di squadra resta essenziale. Mi è piaciuto che, per quanto il cast si amplii, non vengono dimenticati i personaggi più vecchi.
Ho trovato sia la regia che la sceneggiatura troppo facilone e approssimative. Non sono riusciti a coniugare e sviluppare bene né le storie più episodiche né il filone principale. E a volte si assiste a vere e proprie scemenze eclatanti. Sono sufficientemente rarefatte, tali da non risultare intollerabili.

Anche la resa dei laser lascia moltissimo a desiderare. In genere poco efficaci e disegnati in modo davvero approssimativo. I corpo a corpo, specie di Commander, sono invece spesso dinamici e atletici. Particolarmente quando affronta Overlord, il grande capo dei cattivi, anche lui un potentissimo combattente.
Dove invece la serie è sorprendentemente valida, è nella dimensione sociale, quando si devono affrontare le emergenze. A questa attività di assistenza e supporto vengono infatti sempre assegnati i tre ragazzini del gruppo. Ma se i due maschietti sbraitano perché vorrebbero sempre partecipare all'azione, la ragazzina, con molto più senso di responsabilità, li richiama e si adopera per questo importante compito. Anche Ginrai o Hawk, il leader precedente, sono perentori in questo.
E anche nel soccorrere gli umani nemici in pericolo, la storia si ripete. Minerva più di tutti, ma anche Ginrai, mette solennemente la vita prima del colore della divisa. Altro insegnamento per i due maschietti.
E per quanto Ginrai (e Minerva nel suo ruolo appoggio) metta tutto sé stesso mentre combatte strenuamente per la pace e per la Terra, è sempre pronto a tendere la mano al nemico che mette in dubbio la correttezza delle proprie posizioni.

Acusticamente non c'è niente di memorabile. La parte audio fa il suo onesto lavoro.

La serie si conclude con il quarantunesimo episodio. L'ultimo spiega l'enigmatica frase di rito con cui si chiude ogni anticipazione, attraverso un recap di alcuni momenti importanti della serie.
E si tratta di un altro e definitivo, sommatorio messaggio sociale. L'idea può far ridere, ma ci hanno provato a fare la cosa giusta. Gli ultimi minuti sono invece dedicati a chiarire alcuni enigmi, tipo perché il transector (il veicolo-camion) di Ginrai è spiccicato a Commander!

Per concludere: sono arrivato alla fine. Con molte vecchie serie, specie robotiche, mi sono interrotto molto prima. Anche al primo episodio. Non l'ho vista tutta d'un fiato, all'inizio, per il limitato mordente dei primi episodi. Dopo, con Ginrai e Overlord diventa più appassionante. Con sommo rammarico la serie in italiano si interrompe proprio a ridosso del momento più drammatico e a mio avviso più bello di tutto il cartone animato (e mi ha convinto a comperare il cofanetto DVD. Voglio vederlo come si deve). Tuttavia, anche se dopo c'è una tensione costante, la regia, granitica nella sua incapacità di definire e marcare bene i momenti topici, invece di approfittarne, finisce per eroderla, smorzando in parte il piacere della visione.
È un peccato, perché, se la prima parte del cartone animato è moderatamente piacevole, dopo diventa più godibile, e sarei stato tentato di passare ad un voto ideale superiore al 7 di qualche decimo (AnimeClick.it non li ammette, ma è un altro discorso). Però il finale, pur essendo valido sotto alcuni aspetti, perdura ad avere i difetti di fondo segnalati, che non si possono non considerare. 6,5 è anche troppo basso, ma, dovendo scegliere, inquadra meglio il valore complessivo del cartone animato. E 6,5 sia.