Recensione
All Out!!
6.0/10
Recensione di Focasaggia
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«All Out!!» è un anime tratto da un manga scritto e disegnato da Shiori Amase, che riesce a trasmettere allo spettatore il piacere di uno sport particolare.
Kenji Gion si ritrova suo malgrado coinvolto nel club sportivo di una squadra di rugby della sua scuola. Non conosce minimamente le regole della disciplina e, per quanto sia muscoloso, la sua statura non lo renderebbe adatto a praticare questo sport, ma di fronte al suo incredibile entusiasmo gli viene offerta una possibilità. Del resto nessuno crede in questa squadra, a partire dal responsabile che quasi li deride. Non solo non si sono mai qualificati per le nazionali (le Hanazono, nome della competizione nazionale, anche se per meglio dire è il nome dello stadio dove si giocano le partite conclusive), ma non sono neanche arrivate a essere fra le migliori otto della loro prefettura. A loro serve una vera guida, un vero allenamento, ma tutto questo non è detto che basterà.
Rugby a 15, ovvero quindici personaggi da caratterizzare e avendo tempo a sufficienza la serie riesce abbastanza bene in questo difficile intento: oltre al simpatico Kenji Gion abbiamo il possente Takuya Sekizan dai capelli impossibili, lo scaltro Etsugo Ōharano, il bonaccione Mutsumi Hachiōji, il timido Sumiaki Iwashimizu... durante la serie ci sarà modo di approfondire la loro conoscenza, soprattutto di alcuni di loro dove vedremo degli interessanti flashback, peccato che altri non saranno egualmente approfonditi. Considerando gli avversari Zanba Ryuujin, dagli occhi tipici di un vampiro, è il personaggio meglio riuscito, altri ben caratterizzati sono i fratelli Kirishima, Sekito, dal passato imprevedibile, e Kokuto.
A chiunque conosca «EyeShield 21», il manga/anime più celebre che tratta dello stesso sport e voglia fare paragoni, devo dire che c'è una sostanziale differenza tra le due serie... In entrambi si assiste a scene di gioco veramente emozionanti ma in «All Out!!» tutto rimane decisamente reale (tranne i capelli di Takuya Sekizan), non c'è spazio per tecniche assurde e vincere un incontro non è mai scontato.
"Un buon giocatore è quello che riesce a entusiasmare il pubblico".
Una frase che racchiude in realtà il pensiero dell'autrice. Inizialmente impariamo il gioco attraverso le domande di Kenji, il tutto viene spiegato così anche chi, come me, conosceva ben poco dello può appassionarsi alle azioni e dopo... ti appassioni a quelle azioni. Per quanto ogni elemento della squadra sembra veramente forte agli occhi dello spettatore, non è che siano così forti in realtà, ma riescono benissimo a trasmettere la loro voglia di fare, di vincere, di mostrarsi capace di sfidare chiunque, una squadra che odia essere sottovalutata, persone che gridano di esserci e che riusciranno a sconfiggerti se dovessi sottovalutarle.
Eppure il realismo dell'opera non dimentica un qualcosa che esiste nel mondo: il mondo è così grande che puoi incontrare anche elementi di fronte a cui allenamenti e impegno non sembrano avere rilevanza, un qualcosa che possiamo definire come forze della natura.
Lato doppiaggio segnalo l'ottima interpretazione di Taiten Kusunoki (Leonardo Burns di «Fire Force»). Buone le animazioni grazie alle quali la tante azioni di gioco risultano fluide e sempre ben comprensibili. Disegni eccellenti, musiche quasi anonime che si dimenticano facilmente, tranne le opening (la prima "Flower" dei Lenny code fiction e soprattutto la seconda, molto urlata, "Seija no Koushin" dei CIVILIAN)
Il manga da cui è tratto conta 17 volumi ed è terminato nel 2019. La serie copre una settantina di capitoli di fronte ai 123 totali. Sono trascorsi diversi anni da allora e non si è mai parlato di un seguito animato, ma a chi ha amato questa serie quello che manca non aggiunge nulla di rilevante. Una serie senza quella conclusione che desideriamo, un peccato, ma non per questo non merita di essere vista e vissuta. Il messaggio che l'autrice vuole trasmettere arriva ugualmente, ma rimane quel gusto amaro che non riesci a toglierti.
Non è una storia di campioni invincibili, è una storia reale, fatta di persone e situazioni reali che si impegnano, si sforzano di ottenere il più semplice dei riconoscimenti... Ragazzi che amano davvero inseguire una palla ovale in quello strano sport chiamato rugby.
Consigliato a chi piace il rugby e a chi, nelle serie sportive, cerca il realismo e le belle giocate.
Kenji Gion si ritrova suo malgrado coinvolto nel club sportivo di una squadra di rugby della sua scuola. Non conosce minimamente le regole della disciplina e, per quanto sia muscoloso, la sua statura non lo renderebbe adatto a praticare questo sport, ma di fronte al suo incredibile entusiasmo gli viene offerta una possibilità. Del resto nessuno crede in questa squadra, a partire dal responsabile che quasi li deride. Non solo non si sono mai qualificati per le nazionali (le Hanazono, nome della competizione nazionale, anche se per meglio dire è il nome dello stadio dove si giocano le partite conclusive), ma non sono neanche arrivate a essere fra le migliori otto della loro prefettura. A loro serve una vera guida, un vero allenamento, ma tutto questo non è detto che basterà.
Rugby a 15, ovvero quindici personaggi da caratterizzare e avendo tempo a sufficienza la serie riesce abbastanza bene in questo difficile intento: oltre al simpatico Kenji Gion abbiamo il possente Takuya Sekizan dai capelli impossibili, lo scaltro Etsugo Ōharano, il bonaccione Mutsumi Hachiōji, il timido Sumiaki Iwashimizu... durante la serie ci sarà modo di approfondire la loro conoscenza, soprattutto di alcuni di loro dove vedremo degli interessanti flashback, peccato che altri non saranno egualmente approfonditi. Considerando gli avversari Zanba Ryuujin, dagli occhi tipici di un vampiro, è il personaggio meglio riuscito, altri ben caratterizzati sono i fratelli Kirishima, Sekito, dal passato imprevedibile, e Kokuto.
A chiunque conosca «EyeShield 21», il manga/anime più celebre che tratta dello stesso sport e voglia fare paragoni, devo dire che c'è una sostanziale differenza tra le due serie... In entrambi si assiste a scene di gioco veramente emozionanti ma in «All Out!!» tutto rimane decisamente reale (tranne i capelli di Takuya Sekizan), non c'è spazio per tecniche assurde e vincere un incontro non è mai scontato.
"Un buon giocatore è quello che riesce a entusiasmare il pubblico".
Una frase che racchiude in realtà il pensiero dell'autrice. Inizialmente impariamo il gioco attraverso le domande di Kenji, il tutto viene spiegato così anche chi, come me, conosceva ben poco dello può appassionarsi alle azioni e dopo... ti appassioni a quelle azioni. Per quanto ogni elemento della squadra sembra veramente forte agli occhi dello spettatore, non è che siano così forti in realtà, ma riescono benissimo a trasmettere la loro voglia di fare, di vincere, di mostrarsi capace di sfidare chiunque, una squadra che odia essere sottovalutata, persone che gridano di esserci e che riusciranno a sconfiggerti se dovessi sottovalutarle.
Eppure il realismo dell'opera non dimentica un qualcosa che esiste nel mondo: il mondo è così grande che puoi incontrare anche elementi di fronte a cui allenamenti e impegno non sembrano avere rilevanza, un qualcosa che possiamo definire come forze della natura.
Lato doppiaggio segnalo l'ottima interpretazione di Taiten Kusunoki (Leonardo Burns di «Fire Force»). Buone le animazioni grazie alle quali la tante azioni di gioco risultano fluide e sempre ben comprensibili. Disegni eccellenti, musiche quasi anonime che si dimenticano facilmente, tranne le opening (la prima "Flower" dei Lenny code fiction e soprattutto la seconda, molto urlata, "Seija no Koushin" dei CIVILIAN)
Il manga da cui è tratto conta 17 volumi ed è terminato nel 2019. La serie copre una settantina di capitoli di fronte ai 123 totali. Sono trascorsi diversi anni da allora e non si è mai parlato di un seguito animato, ma a chi ha amato questa serie quello che manca non aggiunge nulla di rilevante. Una serie senza quella conclusione che desideriamo, un peccato, ma non per questo non merita di essere vista e vissuta. Il messaggio che l'autrice vuole trasmettere arriva ugualmente, ma rimane quel gusto amaro che non riesci a toglierti.
Non è una storia di campioni invincibili, è una storia reale, fatta di persone e situazioni reali che si impegnano, si sforzano di ottenere il più semplice dei riconoscimenti... Ragazzi che amano davvero inseguire una palla ovale in quello strano sport chiamato rugby.
Consigliato a chi piace il rugby e a chi, nelle serie sportive, cerca il realismo e le belle giocate.