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Trama
Pur avendo una sinossi molto semplice e a tratti elementare, il film riesce comunque a tenere lo spettatore incollato allo schermo, cercando di farlo immedesimare completamente nella streghetta con la passione per il Bartolini (questo post non è sponsorizzato). Perché di questo in fondo si tratta: una piccola strega deve completare il suo apprendistato trovando una dimora fissa lontano dalla sua casa, sopravvivendo per un anno, da sola, per ricevere il “patentino” da maga autorizzata (un po’ come i ragazzi spartani, insomma). Tra le difficoltà della sfida, per sopravvivere inizia dopo un po’ di tempo a effettuare consegne per i clienti di un negozio. In tutto questo, vengono trattati temi profondi come la diversità, l’integrazione e la forza di volontà. Mi sono spiegato malissimo, ma, insomma, è così.

Personaggi e stile
I personaggi sono caratterizzati molto bene, pur rimanendo molto semplici. I loro ruoli sono già visti e rivisti in altri lungometraggi dello studio Ghibli e non: due bambini destinati a diventare inseparabili amici, la nonnina simpatica, amichevole e sempre ben disposta, etc.
Eppure, nel complesso, pur essendo alcune volte delle vere e proprie macchiette, tutti i personaggi si immedesimano perfettamente nella trama, non stonando l’un con l’altro e amalgamandosi perfettamente tra loro. Per quanto concerne la regia, già dicendo che è diretto da un mostro sacro come Hayao Miyazaki, “carta canta” (ma questa non ruba le magliette).

Comparto tecnico
Il punto forte del film? Le animazioni e il world building: spettacolari. Con questa pellicola, Miyazaki getta le basi per uno stile e delle ambientazioni che rivedremo in altre sue opere, come “Porco Rosso” e “Si alza il vento”. Una città marittima spettacolare, dove il rétro delle auto e per esempio della rusticità delle case si contrappone e combina alla perfezione con la modernità dell’epoca, dalle radioline ai mangianastri. Le animazioni e il character design sono di un livello molto alto, in linea con quasi tutte le produzioni dello Studio, pur essendo “solamente” il 1989. Anche la colonna sonora è azzeccatissima, facendoti ambientare nel contesto portuale della maggior parte del film, ma con quel tocco magico di Joe Hisashi che lo distingue dagli altri compositori. Marco Madia direbbe: “Sento Posillipo”.

Mi è piaciuto?
Sì, per essere un film pensato per un pubblico più giovane di me, che certamente non vuole andare a ricercare i temi più profondi della psicologia umana o di toccare gli angoli più remoti della filosofia, è certamente molto bello. Non mi aspettavo neanche che, conoscendo a spanne la trama, mi avrebbe stupito così tanto. In sostanza, sì, mi è piaciuto.

Lo consiglio?
Assolutamente sì: se volete rilassarvi con un film impeccabile sotto il punto di vista tecnico e con una trama molto tranquilla, ma capace anche di emozionare senza essere complicata, “Kiki consegne a domicilio” è ciò che state cercando.