Recensione
The First Slam Dunk
8.0/10
Recensione di DarkSoulRead
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Takehiko Inoue è tra gli autori più talentuosi che il settore fumettistico giapponese abbia mai prodotto. La sua carriera, iniziata nel 1988 come assistente di Tsukasa Hojo (“City Hunter”), dopo vent’anni in totale ascesa era giunta ad un momento di stallo a causa del blocco dello scrittore.
“Vagabond” la sua serie principale tra quelle in corso è infatti ferma dal 2014 e non accenna a proseguire, mentre “Real”, il suo manga seinen sul basket in carrozzina, dopo esser stato sospeso sempre nel 2014 si è riaffacciato soltanto nel 2020 sulle pagine di “Weekly Young Jump”, per poi venire nuovamente interrotto fino a data da destinarsi. “The First Slam Dunk” rappresenta dunque per Inoue l’occasione di tornare sotto le luci delle ribalta e riprendersi i grandi palcoscenici che gli competono.
A scanso di equivoci il suo ritorno mostra un artista in grande spolvero e perfettamente a suo agio anche sotto la nuova veste di regista, che si confà alle sue corde molto più di quanto era lecito attendersi da un maestro del fumetto.
Il mangaka reinterpreta il suo magnum opus con una regia virtuosa che sfoggia continui esercizi di stile, regalandoci una consecutio immagini al cardiopalma che riporta fedelmente su schermo l’incedere ritmato del suo capolavoro cartaceo.
Il protagonista del film non è Hanamichi Sakuragi, bensì il playmaker Ryōta Miyagi, il meno approfondito,finora, del quintetto titolare nel manga. L’epica sfida tra lo Shohoku e il Sannoh è il cuore pulsante del lungometraggio animato e copre il film per tutta la sua durata, intervallata sovente da flashback che forniscono approfondimenti sui protagonisti, specialmente sul tragico trascorso familiare di Ryōta, personaggio che brilla di nuova luce risultando rigenerato dalla rivisitazione di Inoue.
Gli spezzettamenti della partita, specialmente nella seconda parte, risultano un filino tediosi, finendo per togliere al match quel ritmo serrato dannatamente coinvolgente, nulla di compromettente ma sicuramente uno dei pochi “malus” da segnalare.
Rispetto all’opera originale c’è decisamente meno umorismo, non mancano i siparietti comici, ma non si avverte lo spirito scanzonato e demenziale che ha contraddistinto “Slam Dunk” negli anni, in favore di una sceneggiatura che si prende più sul serio donandoci anche qualche momento drammatico.
Dal punto di vista tecnico la CGI dona una resa visiva avanguardista e per lunghi tratti sbalorditiva, ogni gesto cestistico è riprodotto alla perfezione e vedere i giocatori esibirsi in numeri da fuoriclasse è una vera e propria gioia per gli occhi.
L’ibridazione tra 3D e 2D mette il lungometraggio in una dimensione di unicum dal punto di vista visivo, anche se lo switch genera agli spettatori più smaliziati un po’ di “spiacevole” stacco, sopratutto quando si passa in modo concitato dalla CGI 3D del campo al 2D classico degli spalti, cosa che potrebbe far storcere il naso ai feticisti dell’animazione tradizionale.
La ciliegina sulla torta di un clamoroso apparato tecnico è il comparto sonoro. All'ottima e variegata colonna sonora, si passa da motivi pop a psichedeliche musiche rock, dall’hip hop classico al punk sperimentale, si aggiunge l’incredibile cura verso i suoni dal campo.
Le scarpe che graffiano il parquet, i rimbalzi pesanti della palla, il “silenzio assordante” in cui si trattiene il fiato prima del “ciaff” di una tripla in sospensione, l’esplosione di giubilo della platea dopo un canestro importante, il tutto meticolosamente studiato e riprodotto per rendere al meglio l’intensa atmosfera di un match di basket.
Dopo uno sviluppo travagliato, durato tredici lunghissimi anni, e un trailer piuttosto asettico che non lasciava presagire a niente di miracoloso, “The First Slam Dunk” riesce nel suo intento di riportare in auge un’opera leggendaria, arrivando sul mercato come un fulmine a ciel sereno (nonostante il blasone) con tutte le carte in tavola per essere un nuovo trend setter, che dopo aver sbancato i botteghini giapponesi anela ad imporsi prepotentemente anche nel mercato americano ed europeo.
Grazie ai numeri di questo film il manga di Inoue sta vivendo una nuova golden age, figurando addirittura nella top 10 dei manga più venduti di questo primo semestre 2023.
“The First Slam Dunk” è un must per tutti gli amanti di “Slam Dunk”, ma grazie alla sua immediatezza, risulta perfettamente fruibile anche da chi non ha mai letto il manga originale.
Takehiko Inoue torna sui radar e lo fa in grande stile, con un canto d’amore verso il basket che riecheggerà a lungo nei cuori degli appassionati.
“Vagabond” la sua serie principale tra quelle in corso è infatti ferma dal 2014 e non accenna a proseguire, mentre “Real”, il suo manga seinen sul basket in carrozzina, dopo esser stato sospeso sempre nel 2014 si è riaffacciato soltanto nel 2020 sulle pagine di “Weekly Young Jump”, per poi venire nuovamente interrotto fino a data da destinarsi. “The First Slam Dunk” rappresenta dunque per Inoue l’occasione di tornare sotto le luci delle ribalta e riprendersi i grandi palcoscenici che gli competono.
A scanso di equivoci il suo ritorno mostra un artista in grande spolvero e perfettamente a suo agio anche sotto la nuova veste di regista, che si confà alle sue corde molto più di quanto era lecito attendersi da un maestro del fumetto.
Il mangaka reinterpreta il suo magnum opus con una regia virtuosa che sfoggia continui esercizi di stile, regalandoci una consecutio immagini al cardiopalma che riporta fedelmente su schermo l’incedere ritmato del suo capolavoro cartaceo.
Il protagonista del film non è Hanamichi Sakuragi, bensì il playmaker Ryōta Miyagi, il meno approfondito,finora, del quintetto titolare nel manga. L’epica sfida tra lo Shohoku e il Sannoh è il cuore pulsante del lungometraggio animato e copre il film per tutta la sua durata, intervallata sovente da flashback che forniscono approfondimenti sui protagonisti, specialmente sul tragico trascorso familiare di Ryōta, personaggio che brilla di nuova luce risultando rigenerato dalla rivisitazione di Inoue.
Gli spezzettamenti della partita, specialmente nella seconda parte, risultano un filino tediosi, finendo per togliere al match quel ritmo serrato dannatamente coinvolgente, nulla di compromettente ma sicuramente uno dei pochi “malus” da segnalare.
Rispetto all’opera originale c’è decisamente meno umorismo, non mancano i siparietti comici, ma non si avverte lo spirito scanzonato e demenziale che ha contraddistinto “Slam Dunk” negli anni, in favore di una sceneggiatura che si prende più sul serio donandoci anche qualche momento drammatico.
Dal punto di vista tecnico la CGI dona una resa visiva avanguardista e per lunghi tratti sbalorditiva, ogni gesto cestistico è riprodotto alla perfezione e vedere i giocatori esibirsi in numeri da fuoriclasse è una vera e propria gioia per gli occhi.
L’ibridazione tra 3D e 2D mette il lungometraggio in una dimensione di unicum dal punto di vista visivo, anche se lo switch genera agli spettatori più smaliziati un po’ di “spiacevole” stacco, sopratutto quando si passa in modo concitato dalla CGI 3D del campo al 2D classico degli spalti, cosa che potrebbe far storcere il naso ai feticisti dell’animazione tradizionale.
La ciliegina sulla torta di un clamoroso apparato tecnico è il comparto sonoro. All'ottima e variegata colonna sonora, si passa da motivi pop a psichedeliche musiche rock, dall’hip hop classico al punk sperimentale, si aggiunge l’incredibile cura verso i suoni dal campo.
Le scarpe che graffiano il parquet, i rimbalzi pesanti della palla, il “silenzio assordante” in cui si trattiene il fiato prima del “ciaff” di una tripla in sospensione, l’esplosione di giubilo della platea dopo un canestro importante, il tutto meticolosamente studiato e riprodotto per rendere al meglio l’intensa atmosfera di un match di basket.
Dopo uno sviluppo travagliato, durato tredici lunghissimi anni, e un trailer piuttosto asettico che non lasciava presagire a niente di miracoloso, “The First Slam Dunk” riesce nel suo intento di riportare in auge un’opera leggendaria, arrivando sul mercato come un fulmine a ciel sereno (nonostante il blasone) con tutte le carte in tavola per essere un nuovo trend setter, che dopo aver sbancato i botteghini giapponesi anela ad imporsi prepotentemente anche nel mercato americano ed europeo.
Grazie ai numeri di questo film il manga di Inoue sta vivendo una nuova golden age, figurando addirittura nella top 10 dei manga più venduti di questo primo semestre 2023.
“The First Slam Dunk” è un must per tutti gli amanti di “Slam Dunk”, ma grazie alla sua immediatezza, risulta perfettamente fruibile anche da chi non ha mai letto il manga originale.
Takehiko Inoue torna sui radar e lo fa in grande stile, con un canto d’amore verso il basket che riecheggerà a lungo nei cuori degli appassionati.