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Oltre che per il suo stile di disegno facilmente riconoscibile, le opere della Yazawa sono contraddistinte anche da un altro aspetto: il voler rappresentare la vita quotidiana come un alternarsi tra la felicità e la tristezza. Se per Schopenhauer la vita è “come un pendolo che oscilla tra il dolore e la noia, passando per l’intervallo fugace e illusorio del piacere”, la Principessa degli Shojo discorda totalmente con il filosofo tedesco.
Per riprendere il concetto del pendolo, al culmine della sua maturità artistica, ovvero con la creazione di Nana, Ai ha contrapposto agli estremi dell’oscillazione due sentimenti ed emozioni diverse: la gioia e il dispiacere, correndo tra le quali ci si imbatte nella malinconia, che non è né positiva né negativa, ma un bilanciamento perfetto tra i due estremi. Ma, da come si assurge dalle sue opere, per conoscere la malinconia, considerata come momento più profondo della vita umana, bisogna aver toccato i due zenit.
Ora, sempre considerando il pendolo e applicandolo alla carriera artistica della Yazawa, se Cortili del cuore è la gioia, deve esserci un estremo, in contrapposizione a quest’opera, che abbia portato alla creazione di Nana, ovvero la malinconia.

Last Quarter
Dopo la conclusione di Cortili del cuore, tra il 1998 e il 1999 Ai Yazawa pubblica su Ribon un nuovo manga, chiamato “Last Quarter”, pubblicato anche in Italia in tre edizioni differenti come “Ultimi Raggi Di Luna”. Ed è qui, che per me, Ai Yazawa ha toccato l’estremità del pendolo. Come da lei stessa ammesso, quest’opera è una ripresa di alcune bozze riguardanti i suoi primi lavori. Ricorda come esse fossero frutto di un periodo non troppo bello della sua vita e che dopo la fine del suo manga più famoso all’epoca, dopo un lungo blocco dello scrittore, decise di completare quegli schizzi, con una storia che sconvolse le sue fan. Infatti, di colpo, dall’estrema ilarità de Cortili del cuore, il pubblico di Ribon si trovò a leggere una storia cupa e oscura.
La storia parla di una diciassettenne, scappata di casa per seguire il suo amante in Inghilterra, che subisce un incidente d’auto mentre si reca da lui. Dopo l’impatto, si trova alle porte di quello che sembrerebbe l’aldilà, incontrando una bambina che ha subito il medesimo incidente. Eppure, entrambe non attraversano le cancellate, ma si perdono di vista. La storia così ha inizio: la bambina si risveglia da un breve coma e dopo alcuni avvenimenti decide di cercare la ragazza del suo “sogno”.

Nulla è così negativo
Da come avrete potuto capire dall’incipit della trama, questo manga si discosta di molto dalla precedente commedia romantica e slice of life che aveva conquistato il Giappone. Con continui richiami alla notte e alla luna calante, l’ambientazione è tetra, mentre la trama, toccando moltissime volte il tema del trapasso e del dolore che esso comporta, sfiora addirittura il macabro. Ma ciò che stupisce leggendo le pagine inchiostrate di questo fumetto, è che, nonostante la gravissima e nefasta situazione in cui si trovano i personaggi, non traspare un’aurea di lutto e depressione dalla situazione. Secondo me, Ai Yazawa ha fatto un ottimo lavoro con questo manga, perché, usando un tema così pesante, è riuscita a cambiare la percezione del decesso facendo provare differenti emozioni da quelle più devastanti. Infatti, il lettore viene inondato di rammarico e dispiacere. Infatti, tutta la storia vuole far riflettere su come la morte sia solo un momento in cui pensare a tutto ciò che non abbiamo potuto fare in vita. Un momento di riflessione, quindi, non di fine di tutto. Anche il finale dell’opera, nonostante sia positivo, è coperto da un velo di tristezza, poiché accontenta a metà i personaggi, che escono però più maturi dalla vicenda. Ma probabilmente, con quella chiusura, la Principessa ha voluto rassicurare tutti, poiché dal dolore è riuscita a tornare alla malinconia, che è bella, anche se fa male.

Il naturale corso della vita
Probabilmente è effettivamente successo quello con il finale nella vita di Ai Yazawa, dato che la sua opera successiva, Paradise Kiss, torna ai livelli gaiezza visti con Cortili del cuore (nonostante alcuni normali momenti di stallo). E da lì, quasi effettivamente la mangaka avesse raggiunto il centro del pendolo, è arrivato Nana. Anche se in questi anni di malattia sembra che il suo pendolo sia rimasto incastrato sull’estremo del dispiacere, credo che Ai Yazawa non abbia ancora perso la speranza, perché, come lei stessa ha voluto trasmettere in Last Quarter, l’uomo non deve fermarsi e arrendersi, ma anche dalle difficoltà e dalle occasioni perse deve essere capace di ripartire, sperando nell’oscillazione dall’agognata gioia. E io spero con tutto il cuore che il pendolo della Principessa degli Shojo possa tornare a oscillare, passando da una dolcissima malinconia, alla gioia ormai perduta. Perché durante la luna calante non si deve avere paura della luna nuova: bisogna continuare a lottare, perché quelli non siano gli ultimi raggi di luna.