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Prima di iniziare, non spenderò una parola sul riassumere la trama. Ci pensa già il sito.

Sono passati ormai ben cinque anni dalla primissima volta in cui vidi questa serie. Cinque anni e tanta acqua sotto i ponti per un giovane che alla parola "anime" associava solamente prodotti come "FullMetal Alchemist" e analoghe opere shonen. Trame piene zeppe di scazzottate intrise di power-up dell'ultimo minuto... capaci sempre di tenerti con gli occhi incollati sullo schermo, come si suol dire. Pertanto, potreste osare immaginare come poteva essere solleticata la mia immaginazione di minorenne prossimo alla maggiore età di fronte al genere scolastico-sentimentale. Non c'è che dire... un'accoppiata che spara scintille, per via di ambientazione, possibili trame e così via. Un genere che un bravo autore sa sfruttare in modo tale da evocare in qualsiasi spettatore una forte immedesimazione, una forte presa. Eh sì, in fondo, a scuola ci siamo andati tutti. Tutti ci siamo presi almeno una cottarella per il compagno o compagna di classe. Se non tutti, un insieme di certo non ristretto ha avuto i propri traumi e sfide da superare.

Ed è proprio da qui che posso cominciare a scrivere la parte cruciale della mia seconda recensione di quest'opera con un bel po' di anni di distanza. Con tante opere viste e lette. E di conseguenza una certa maturazione che si distacca dall'urlare "fallimento" in ogni riga come in passato.
Ma procediamo con ordine.

Innanzitutto, odio le recensioni che cercano di dilungarsi eccessivamente solo per riempire spazio sul foglietto virtuale (come sembrerebbe stia facendo anch'io, ma vi prego di avere pazienza). Perciò vi rispondo direttamente: "Dovete vederlo?" "No", la mia risposta è un secco, chiaro e più che convinto no.
Se siete tipi da risposta breve, molto probabilmente non starete più leggendo. Se invece siete sempre dello stesso stampo di sopra, ma volete almeno un perché, seppur spicciolo... vi invito a fidarvi. Non vi perdete nulla. Ve lo consiglia un tizio che questa serie se l'è vista masochisticamente tre volte. E che ha letto il manga (tra poco ci arrivo).
Se ciò ancora non basta, continuo. Principalmente, cosa non funziona in quest'opera? Molto probabilmente il fatto che non conduca ad alcuna fine: sì, insomma, non ha un finale. La storia non si conclude. Masamune-kun non ha la sua vendetta. I misteri presentati all'inizio non sono per nulla risolti. E la serie si tronca su ciò che non rappresenta nemmeno un quinto del suo corrispettivo cartaceo. "E va bene, tetraktys, è un anime promo, ce ne sono tanti. Ma almeno il plot è carino?"
Ritornando al discorso del genere, certamente la storia di un ragazzo obeso che dimagrisce, per potersi vendicare un giorno dei torti subiti, costituisce una di quelle storie tipo che colpiscono sempre il grande pubblico. Il perdente che, con un obiettivo chiaro in mente, dopo tanti sacrifici e tempo, arriva alla meta agognata. A chi non piace una storia di questo genere, se fatta bene?
E cosa dire sull'elemento vendetta? A chi non piace la vendetta? Seppur nascosta sotto veli di etica e un po' di ipocrisia?
C'è anche un po' di bildungsroman, c'è il triangoletto amoroso tra protagonisti (in realtà è un quadrato, ma qui non arriverete mai a scoprirlo), ci sono i soliti eventi scolastici nipponici. Insomma, c'è un bel po' di tutto quello che solitamente piace.

Dunque, perché non guardarlo? Il perché purtroppo può rappresentare un'autentica etichetta con cui raggruppare la stragrande maggioranza degli anime prodotti dall'inizio di questo XXI secolo. Sostanzialmente, la sciocca decisione artistica dei creativi nel declinare le proprie opere come successione di cliché e cose già viste, anziché cercare di creare qualcosa di originale. Il perché non lo si faccia è svariato: mancanza di talento (il meno probabile, a mio parere), pigrizia, paura, poco tempo e chissà cos'altro minano le basi di quelle opere che potenzialmente potrebbero entrare nel "cult".
Tra queste, certamente, si può annoverare "Masamune-kun's Revenge". Una storia che, a differenza di quanto suggerisca il titolo, non racconta di vendetta. Ma il come l'amore sia la forza motrice della crescita, non solo come gioia ma anche come sofferenza. Come questo sentimento faccia scaturire in noi esseri umani una forza interiore in grado di farci cambiare. Di mantenere in noi un ricordo, nonostante anni e anni. Plasmando la forma del nostro io futuro in funzione solo di essa.
"Masamune-kun's Revenge" racconta questo in realtà. O meglio, dovrebbe raccontare questo. E se nel manga ciò in alcuni momenti riesce a manifestarsi, qui non è nemmeno lontanamente accennato.