Recensione
UQ Holder!
6.5/10
Un fumetto che purtroppo non riesce ad essere bello come i precedenti di Ken Akamatsu e forse verrà ricordato solo in quanto sua ultima opera (perché ora è entrato in politica).
Partiamo dall'inizio: UQ è concepito come un seguito diretto di Negima, anche se nella prima parte la cosa viene abbastanza camuffata, ed è possibile notare subito due grossi cambiamenti rispetto al famoso predecessore: il primo è il tentativo di realizzare un opera dai toni più drammatici e anche violenti, con l'umorismo e il fan service ridotti ai minimi termini, e il secondo è la notevole riduzione del numero di personaggi, probabilmente perché nel corso di Negima il sensei si era accorto di averne inseriti troppi, quindi non era riuscito a dare a tutti il giusto spazio. Questi due cambiamenti sono degni di rispetto, specialmente il primo, che vede Akamatsu rinunciare a due suoi caratteristici cavalli di battaglia. Purtroppo proprio per questo tale scelta non deve essere stata gradita dai lettori, per cui in corso d'opera l'autore ritorna sui suoi passi introducendo massicce dosi di fan service e più umorismo, anche se non rinuncia ai toni più drammatici e violenti del solito. Anzi, proprio per restare nel solco di una narrazione più adulta, per la prima volta Akamatsu fa intendere che i suoi personaggi faranno e/o hanno fatto sesso.
Però il principale problema dell'opera è un altro, ossia sul piano narrativo c'è una scarsa immedesimazione con i personaggi: la storia è certamente ricca di eventi come avventure, battaglie, drammi, ma tutte queste cose accadono senza che riusciamo a sentirci coinvolti con chi vive tale vicende. Non so se è successo perché Akamatsu non ha potuto o non gli interessava molto, fatto sta che i personaggi di UQ non sono riusciti a farmi tifare per loro, forse perché Touta Konoke, al contrario di Keitaro e Negi, ha un sogno troppo vago (diventare famoso), forse perché i personaggi femminili sono risultati essere tutte le classiche dure dal cuore d'oro che finiscono per innamorarsi del protagonista o magari più semplicemente perché non c'è nessuno davvero carismatico.
Certo sul piano narrativo c'è anche del buono, non di rado le suddette vicende d'azione sono costruite molto bene come ritmo e suspense, a volte con tocchi horror o di violenza anche intensi, e al contrario dei loro protagonisti sanno coinvolgere.
Pure nella lunga battaglia finale ci sono dei bei momenti di azione spettacolare e tensione che però sono compensati in negativo da una certa frettolosità per cui tanti piccoli passaggi intermedi sono saltati.
Quindi UQ, considerato in se stesso, risulta essere un discreto e in fondo piacevole manga fantasy-action che riesce sempre ad evitare la noia. Però non è nulla di eccezionale.
Ma il principale motivo di interesse, almeno per i fan, sta nel fatto che Akamatsu approfitta della trama di UQ per concludere quella di Negima, risolvendone abbastanza bene i principali misteri rimasti insoluti, ed in questo stretto legame con il titolo precedente c'è il motivo per cui UQ non è inutile, anche se tale caratteristica si rivela pure un limite per i lettori neofiti, che non possono capire uno senza aver letto prima l'altro.
Ottimi i disegni, dai tratti puliti ed accurati, segno della maturità raggiunta come disegnatore dal nostro.
Insomma, un manga in fondo leggibile ma che può essere gustato appieno soprattutto se si è interessati al suo legame con il predecessore.
Partiamo dall'inizio: UQ è concepito come un seguito diretto di Negima, anche se nella prima parte la cosa viene abbastanza camuffata, ed è possibile notare subito due grossi cambiamenti rispetto al famoso predecessore: il primo è il tentativo di realizzare un opera dai toni più drammatici e anche violenti, con l'umorismo e il fan service ridotti ai minimi termini, e il secondo è la notevole riduzione del numero di personaggi, probabilmente perché nel corso di Negima il sensei si era accorto di averne inseriti troppi, quindi non era riuscito a dare a tutti il giusto spazio. Questi due cambiamenti sono degni di rispetto, specialmente il primo, che vede Akamatsu rinunciare a due suoi caratteristici cavalli di battaglia. Purtroppo proprio per questo tale scelta non deve essere stata gradita dai lettori, per cui in corso d'opera l'autore ritorna sui suoi passi introducendo massicce dosi di fan service e più umorismo, anche se non rinuncia ai toni più drammatici e violenti del solito. Anzi, proprio per restare nel solco di una narrazione più adulta, per la prima volta Akamatsu fa intendere che i suoi personaggi faranno e/o hanno fatto sesso.
Però il principale problema dell'opera è un altro, ossia sul piano narrativo c'è una scarsa immedesimazione con i personaggi: la storia è certamente ricca di eventi come avventure, battaglie, drammi, ma tutte queste cose accadono senza che riusciamo a sentirci coinvolti con chi vive tale vicende. Non so se è successo perché Akamatsu non ha potuto o non gli interessava molto, fatto sta che i personaggi di UQ non sono riusciti a farmi tifare per loro, forse perché Touta Konoke, al contrario di Keitaro e Negi, ha un sogno troppo vago (diventare famoso), forse perché i personaggi femminili sono risultati essere tutte le classiche dure dal cuore d'oro che finiscono per innamorarsi del protagonista o magari più semplicemente perché non c'è nessuno davvero carismatico.
Certo sul piano narrativo c'è anche del buono, non di rado le suddette vicende d'azione sono costruite molto bene come ritmo e suspense, a volte con tocchi horror o di violenza anche intensi, e al contrario dei loro protagonisti sanno coinvolgere.
Pure nella lunga battaglia finale ci sono dei bei momenti di azione spettacolare e tensione che però sono compensati in negativo da una certa frettolosità per cui tanti piccoli passaggi intermedi sono saltati.
Quindi UQ, considerato in se stesso, risulta essere un discreto e in fondo piacevole manga fantasy-action che riesce sempre ad evitare la noia. Però non è nulla di eccezionale.
Ma il principale motivo di interesse, almeno per i fan, sta nel fatto che Akamatsu approfitta della trama di UQ per concludere quella di Negima, risolvendone abbastanza bene i principali misteri rimasti insoluti, ed in questo stretto legame con il titolo precedente c'è il motivo per cui UQ non è inutile, anche se tale caratteristica si rivela pure un limite per i lettori neofiti, che non possono capire uno senza aver letto prima l'altro.
Ottimi i disegni, dai tratti puliti ed accurati, segno della maturità raggiunta come disegnatore dal nostro.
Insomma, un manga in fondo leggibile ma che può essere gustato appieno soprattutto se si è interessati al suo legame con il predecessore.