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    Candidate for Goddess si distingue per una caratteristica particolare che però è difficile considerare un merito, ossia la trama principale non riesce quasi mai ad essere al centro dell'attenzione.
    L'intera serie non è altro che una lunga presentazione dei giovani protagonisti, con annessa una serie di loro prove per riuscire a raggiungere lo status di pilota dei misteriosi robot chiamati Dee (che a dirla tutta non mi sono sembrati dei mecha cos1 [ continua a leggere]
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    È una serie di venticinque episodi (la venticinquesima è una puntata speciale dedicata al Capodanno) che da diverso tempo avevo la curiosità di vedere, e devo dire che è stata una visione davvero piacevole.

    Il principale elemento su cui punta la storia è l'umorismo, molto semplice e molto efficace, al cui servizio si mette una narrazione lineare e gradevole che non ricerca particolarità, riesce a farci veramente affezionare alla protagonista N1 [ continua a leggere]
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    Come si dice, visti i primi due, tanto valeva vedere pure il terzo per completezza, che ha confermato quanto visto in precedenza.

    Cosa non va: sono in sostanza le stesse cose dei primi due capitoli, ossia una trama che vorrebbe essere complessa, presentando intrighi, rivelazioni sconvolgenti, momenti drammatici, che inserisce in un connubio di azione e musica alla "Macross" tematiche pure interessanti, come la lotta per l'affermazione della li1 [ continua a leggere]
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    Seconda parte guardata un po' per curiosità e un po' dare ancora una chance, mi sono ritrovato davanti un'opera che è giusto un filino migliore della precedente.

    Purtroppo, l'OAV soffre in primo luogo di una trama che non riesce a ben definire i motivi dell'azione: abbiamo due fronti in lotta, da un lato la polizia e dall'altro una banda di biker 'punkettari' (ci sarebbe pure un terzo fronte, ma di questo dirò dopo), e anche se si conosce la m1 [ continua a leggere]

    7.5/10
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    Dopo la visione di questa serie, la prima caratteristica che ho più notato è stata che "WorldEnd" vuole raccontare due tipi di storie che si riflettono l'una dentro l'altra.
    Questa natura doppia si intuisce già nel prologo, un inizio in medias res piuttosto drammatico, con un’atmosfera da combattimento finale, cui segue un secondo prologo piuttosto tenero con l'incontro tra i due futuri protagonisti. Quando poi si entra nel vivo, ecco che veniam1 [ continua a leggere]

    7.0/10
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    Titolo molto divertente, "Project A-ko" appartiene a quella categoria di opere che si concentrano su un determinato obbiettivo e lo raggiungono appieno, ma proprio per questo non bisogna chieder loro altro.
    L'elemento principale è il mix di azione e comicità demenziale, davvero molto riuscito: la trama principale, infatti, è solo un pretesto per mettere in scena delle sequenze di combattimento distruttivo costruite molto bene e dove sono inserit1 [ continua a leggere]
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    Dopo aver guardato questa serie per curiosità, la prima cosa che mi ha colpito è il suo avere una narrazione piuttosto dispersiva, riassumibile nel vedere la coppia di protagonisti Guideau e Ashaf (e in un paio di episodi al posto loro abbiamo pure un'altra coppia protagonista) che affrontano diversi casi inerenti la caccia alle streghe. Naturalmente ci sono dei fili comuni che legano tutti questi episodi, usati per fornire dettagli sul particol1 [ continua a leggere]
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    “Metallic Rouge” l’ho iniziato con una certa curiosità, essendo un soggetto originale, e purtroppo non si è rivelato un granché. Potrei suddividere il giudizio in tre segmenti: trama, personaggi e azione.

    La trama in teoria potrebbe essere interessante, perché si inserisce in quel filone di fantascienza umanistica che utilizza il suo soggetto per riflettere su che cosa si intenda per umanità. In tal senso, nel primo episodio ci sono alcuni mome1 [ continua a leggere]
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    Il genere isekai è ormai ampiamente inflazionato e può stancare facilmente, visto che presenta numerose storie in sostanza tutte uguali, ma può ancora dare belle opere se questo materiale già proposto viene raccontato bene. Inoltre può anche attirare l'attenzione se inserisce dettagli originali in un soggetto ormai abituale. Sono stati proprio questi i due elementi che mi hanno spinto a visionare tale titolo, che alla fine non mi ha proprio delu1 [ continua a leggere]
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    L'interesse per questa serie nacque dal leggere un soggetto che sembrava inserire un elemento particolare in uno scenario fantasy fatto e finito, ordinario. Purtroppo, la mia aspettativa non è stata esaudita: "The strongest Tank's Labirinth Raids" infatti non dà un grande risalto alla capacità speciale del protagonista, viene sì spiegata e usata nei combattimenti, ma il problema è che non viene utilizzata, come invece speravo, per far intraprend1 [ continua a leggere]

    7.0/10
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    "Ishura" è un anime particolare perché la sua prima stagione è di fatto una lunga sequenza introduttiva che si dipana attraverso due direttrici: quella che vuole presentare il mondo in cui si svolge l'azione e quella riguardante i personaggi ed entrambe le direttrici sono suddivise in due parti.

    La prima parte di quella sul mondo inizia con una situazione idilliaca che viene poi distrutta orribilmente da una antica ed enorme minaccia e francam1 [ continua a leggere]

    5.5/10
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    Avendo trovato diversi commenti positivi, mi ero incuriosito su quest’anime, ma dopo la visione ritengo che potevo anche farne a meno.

    “Megazone 23” è nato sulla scia di “Macross”, dato che ne riprende la tematica di robot trasformabili inseriti in una storia di guerra che dà grande importanza alle canzoni. Anche il design dei personaggi è dello stesso autore di quello di “Macross”. Ma rispetto alla saga più famosa questo titolo è piuttosto del1 [ continua a leggere]