Recensione
Battle Royale
4.0/10
Nel 2023 una breve recensione del manga seppur l'abbia letto molti anni fa? Quest'opera deve turbarmi ancora oggi... Devo scriverla, nonostante io sappia che sarà l'ennesimo eco di svariate recensioni simili. Devo.
"Battle Royale" è la trasposizione manga dell'omonimo romanzo, divenuto un grandissimo bestseller in patria, e adattato in un film famoso e ben accolto in tutto il mondo. Le date sono importanti. Romanzo del 1999, pellicola e manga (inizio) del 2000.
Non ho letto il romanzo, ma ho visto e rivisto il film del 2000 al quale darei un voto tra il 7.5 e l'8.
Discorso diverso per il manga. Dunque, sorvoliamo sull'ambientazione, sull'idea di fondo. Sappiamo già tutto e dopo il successo di "Hunger Games" e dei videogiochi a tema appunto battle royale, nessuno può contestarne la genialità di fondo, il suo essere opera seminale. Già questo, solo per questo, rende l'opera meritevole di attenzione e consigliata a chi ne sia catturato dall'incipit.
Ma il manga ha un elefante nella stanza. Ed è il protagonista. Per me è indiscutibilmente il peggior essere uman... emh peggior protagonista di fantasia di qualsiasi opera mai scritta. E parlo del manga, non del film seppur siano lo stesso personaggio. Perché nel manga diviene un essere che trascende negativamente l'umanità stessa, nella sua inarrestabile discesa verso una ottusa, esasperata banalità, una piattezza, un'assoluta dissonanza cognitiva col contesto stesso dell'opera.
Egli (mi rifiuto pure di scriverne il nome) è, e sarà, la ragione per cui quest'opera è figlia del suo tempo ed è invecchiata irrimediabilmente, sprecando interamente storia, personaggi e interazioni tra questi. Una macchietta, una involontaria parodia dell'eroe senza macchia, senza paura, col suo senso della "giustizia" portato così all'estremo da fare il giro e diventare caricaturale.
Ricordo che al termine della lettura esclamai: ma questo è Mario Merola! Perché non importa quanto la storia alzasse il pathos. Al culmine del climax irrimediabilmente entrava in scena e dava vita a una letterale sceneggiata. E per quanto i personaggi secondari, avessero da dire qualcosa, per quanto fossero tosti gli antagonisti, si alzasse la drammaticità, splatter e gore a destra e sinistra con lui non c'è scampo. Distrugge da solo la sospensione dell'incredulità
Parlavo appunto di "tempo" e invecchiamento perché questa tipologia di protagonisti erano molto solidi, immarcescibili nel meno recente passato editoriale nipponico. Senso della giustizia, incapacità di mentire, volemose tutti bene, dai che col potere dell'amicizia la sfanghiamo. In un'opera innovativa, uno spartiacque generazionale, fa cadere tutto il castello di carte.
In conclusione, vogliatevi bene: guardate prima il film, e in seguito leggete il manga. Meglio ancora, siate più bravi del sottoscritto e recuperate prima il romanzo del film stesso. Magari arriverete a conclusioni diametralmente opposte. Giudizio negativo, ma lettura comunque consigliata. A ognuno la propria esperienza.
"Battle Royale" è la trasposizione manga dell'omonimo romanzo, divenuto un grandissimo bestseller in patria, e adattato in un film famoso e ben accolto in tutto il mondo. Le date sono importanti. Romanzo del 1999, pellicola e manga (inizio) del 2000.
Non ho letto il romanzo, ma ho visto e rivisto il film del 2000 al quale darei un voto tra il 7.5 e l'8.
Discorso diverso per il manga. Dunque, sorvoliamo sull'ambientazione, sull'idea di fondo. Sappiamo già tutto e dopo il successo di "Hunger Games" e dei videogiochi a tema appunto battle royale, nessuno può contestarne la genialità di fondo, il suo essere opera seminale. Già questo, solo per questo, rende l'opera meritevole di attenzione e consigliata a chi ne sia catturato dall'incipit.
Ma il manga ha un elefante nella stanza. Ed è il protagonista. Per me è indiscutibilmente il peggior essere uman... emh peggior protagonista di fantasia di qualsiasi opera mai scritta. E parlo del manga, non del film seppur siano lo stesso personaggio. Perché nel manga diviene un essere che trascende negativamente l'umanità stessa, nella sua inarrestabile discesa verso una ottusa, esasperata banalità, una piattezza, un'assoluta dissonanza cognitiva col contesto stesso dell'opera.
Egli (mi rifiuto pure di scriverne il nome) è, e sarà, la ragione per cui quest'opera è figlia del suo tempo ed è invecchiata irrimediabilmente, sprecando interamente storia, personaggi e interazioni tra questi. Una macchietta, una involontaria parodia dell'eroe senza macchia, senza paura, col suo senso della "giustizia" portato così all'estremo da fare il giro e diventare caricaturale.
Ricordo che al termine della lettura esclamai: ma questo è Mario Merola! Perché non importa quanto la storia alzasse il pathos. Al culmine del climax irrimediabilmente entrava in scena e dava vita a una letterale sceneggiata. E per quanto i personaggi secondari, avessero da dire qualcosa, per quanto fossero tosti gli antagonisti, si alzasse la drammaticità, splatter e gore a destra e sinistra con lui non c'è scampo. Distrugge da solo la sospensione dell'incredulità
Parlavo appunto di "tempo" e invecchiamento perché questa tipologia di protagonisti erano molto solidi, immarcescibili nel meno recente passato editoriale nipponico. Senso della giustizia, incapacità di mentire, volemose tutti bene, dai che col potere dell'amicizia la sfanghiamo. In un'opera innovativa, uno spartiacque generazionale, fa cadere tutto il castello di carte.
In conclusione, vogliatevi bene: guardate prima il film, e in seguito leggete il manga. Meglio ancora, siate più bravi del sottoscritto e recuperate prima il romanzo del film stesso. Magari arriverete a conclusioni diametralmente opposte. Giudizio negativo, ma lettura comunque consigliata. A ognuno la propria esperienza.