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8.0/10
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Uscito in America nel 1941, "Dumbo" è sicuramente il classico Disney più semplice, oltreché corto di sempre, paradossalmente è anche uno di quelli più politicamente scorretti.
Tanto per cominciare è un film in cui non vi è un vero e proprio villain, ma è il mondo a essere cattivo (come spesso è nella realtà), il protagonista viene continuamente bistrattato da tutti, ogni pretesto è buono per trattarlo male, a causa delle sue orecchie, che alla fine si rivelano essere per lui lo strumento per avere successo nella vita.

Ma è politicamente scorretto anche per altro: vediamo un bambino bere e sognarsi elefanti rosa. Devo dire la verità, oltre alla canzone degli elefanti, che è veramente disturbante, mi ha sempre inquietato "Song of the Roustabouts", cioè questi uomini neri che uscivano sotto la pioggia, al buio che si mettevano a cantare.

Ultimamente questo film è stato accusato delle peggiori nefandezze a causa dei corvi che in lingua originale parlano pure in gergo e il capo dei corvi, in parte ricorda un po' la figura di Jim Crow. Ora, da quel che so già negli anni '40 Jim Crow stava diventando una figura più positiva rispetto al passato, gli altri uomini di colore che vediamo non hanno praticamente caratterizzazione, li vediamo solo cantare.

Perché questo film parla di discriminazione ma di un bambino per le sue disabilità, Dumbo rappresenta un po' i cosidetti "freaks" dell'epoca e per l'epoca i personaggi dei corvi erano molto progressisti, essendo gli unici, a parte il topolino Timothy, ad aiutare il protagonista.

Ma, tralasciando tutto questo, Il film può anche essere visto come problematico, da un certo punto di vista, ma ciò non toglie che sia una bellissima favola sulla diversità, che, pur non essendo assolutamente artistico o d'impatto come altri film d'animazione Disney usciti prima e dopo, riesce con dolcezza e semplicità a parlare a tutti quelli che sono visti come "strani" e come la loro stranezza possa essere la loro occasione di riscatto, in questo senso è uno dei classici con il messaggio più forte. Questo non può assolutamente essere trascurato a causa del, perdonatemi la franchezza, palloso dibattito su quando il film sia o meno razzista.