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<b>La Trama.</b> Ponyo, un essere marino a metà tra un pesce ed una bambina, fugge dalla sua casa in fondo al mare su di una medusa ed arriva sulla terra ferma. Lì incontra un ragazzino, il cui nome è Sousuke, che la libera da un barattolo in cui era intrappolata per via dei numerosi rifiuti che risiedevano in mare. Sousuke e Ponyo sviluppano una profonda amicizia nel breve tempo in cui stanno insieme, finché il padre di Ponyo, Fujimoto, non la cattura e la riporta a casa, manifestando un profondo odio verso gli esseri umani. La bambina-pesce però ama Sousuke e riesce quindi a fuggire nuovamente, diventando una bambina vera. Ciò causa uno sconvolgimento nell’equilibrio tra mondo terrestre e mondo marino, e un terribile tsunami si abbatte sulla città di Sousuke. Ponyo e Sousuke si ricongiungono, ma Risa, sua madre, preoccupata per le sorti del luogo in cui lavora, decide di ritornarvici durante la notte. La mattina seguente Ponyo e Sousuke prendono il mare tramite la barchetta del ragazzo, diventata più grande tramite la magia di Ponyo, e prendono il mare alla ricerca della madre Risa. Fujimoto e Granmammare comprendono il desiderio di Ponyo di diventare umana e decidono di esaudire il suo desiderio. Per diventarlo Sousuke dovrà, senza alcun timore, desiderare che Ponyo sia una bambina e accettarla così come è.

<b>I Primi 5 Minuti.</b> Sono sicuramente la parte migliore di tutto il film. Dimostrano in poco tempo, senza l’uso della parola, tutta la magnificenza dell’animazione e della musica. I fondali in pastello rendono sicuramente e danno uno stile insolito al tutto. La curiosità di Ponyo la spingono ad uscire dal suo mondo, e in quella breve scena viene caratterizzato completamente il suo carattere. Le musiche sono un breve accompagnamento che offrono un tocco in più alla scena, in un crescendo contemporaneo alla salita sulla superficie del mare, dai colori certamente più chiari, ma anche meno intensi dei fondali colorati (rappresentati efficacemente attraverso l’uso di pesci, alghe, rocce ed un particolare gioco di luci e di ombre durante l’apparizione di Fujimoto). E qui avviene l’incontro con Sousuke.

<b>Il Resto Della Prima Ora.</b> La trama scorre lineare, proprio come una storia per bambini. Reggono il tutto nuovamente lo stile del disegno, del modo in cui vengono rappresentati l’ambientazione e i personaggi, e i personaggi stessi, che appaiono ben caratterizzati e ognuno con un suo particolare disegno e carattere. La prima ora si alterna tra momenti più movimentati e altri più calmi, tutti e due funzionali alla comprensione della storia. Da una parte la tempesta, grande scena che descrive perfettamente il ritorno di Ponyo e l’atmosfera che si crea attorno alle sorti di alcuni personaggi (in primis Risa, che fa delle azioni degne di nota e infine scompare e Ponyo, che rischia più e più volte di morire, condizione accentuata dalla preoccupazione costante e presente dell’altro protagonista Sousuke) e dall’altra l’adattamento di Ponyo alla vita degli esseri umani, molto più calma e divertente.

<b>Gli Ultimi 40 Minuti.</b> Il film comincia a mostrare la corda, poiché le pecche che venivano ben nascoste dalla particolarità dello stile e dell’ambientazione cominciano a venire a galla. L’eccessiva semplicità della trama è una delle poche colpe che ha il film. La durata è eccessiva e i momenti completamente inutili si fanno sempre più frequenti, chissà, forse per allungare un po’ il brodo, o forse per rimarcare ancora una volta il carattere di Ponyo, anche se non ve ne è alcun bisogno. I personaggi migliori vengono accantonati per un momento, come Risa o la stessa Ponyo, dando più risalto alla preoccupazione di Sousuke, comprensibile per un bambino, ma a tratti esagerata, se non addirittura inutile. L’unica cosa che rimane è, appunto, il disegno, che però da solo non riesce a portare il film ai livelli della prima parte. Il finale risolleva il tutto, tramite alcune scene di grande impatto, anche se appare abbastanza scontato. Le scene delle signore anziane sono carine, ma la comparsa del personaggio di Granmammare non funziona poi tanto bene, anche solamente perché non è ben delineato (è una specie di personaggio-comparsa buono a tutto tondo) e serve per dare un finale alla vicenda.

<b>I Personaggi.</b> Un commento a parte meritano i personaggi, davvero ben realizzati, ma mal dosati nelle ultime scene del film. Alcuni sono ben caratterizzati: la madre di Sousuke, ad esempio, è uno dei personaggi migliori. Forte, coraggiosa, abbastanza infantile in alcune occasioni ma sempre pronta a consolare il figlio. E’ uno dei punti cardine del film. Anche Ponyo è un personaggio riuscito, in tutta la sua semplicità e infantilità di una bambina di 5 anni. Troppo risalto è dato all’altro bambino della vicenda, Sousuke, che comunque non è perfettamente delineato, complice anche una eccessiva somiglianza con il personaggio di Ponyo. Fujimoto e Granmammare simili a comparse: dell’uno non è mostrato nemmeno il motivo del suo odio verso gli esseri umani e dell’altra non è proprio mostrato nulla. Le vere comparse sono buone, soprattutto le signore anziane, le due bambine e i due coniugi, che aiutano a dare una miglior ambientazione alla città, facendola sembrare soprattutto viva e non una pura e semplice ambientazione per una storia.

<b>L’Adattamento Italiano.</b> Molto buone tutte le voci, sia dei protagonisti principali che delle comparse. Agnese Marteddu è ottima nell’interpretazione di Ponyo, che, come nell’originale, dà risalto all’ingenuità e alla semplicità attraverso un tono della voce infantile al punto giusto. Valli, sebbene il personaggio non mi sia parso dei migliori, offre comunque una buona visione di Sousuke per lo stesso motivo del doppiaggio di Ponyo. Laura Romano, Carlo Scipioni e Sabrina Duranti perfetti nelle loro parti. Massimo Corvo inizialmente non l’avevo visto bene sul personaggio di Fujimoto, ma durante il film mi sono dovuto ricredere. Unica pecca dell’adattamento Italiano è l’eccessiva fedeltà all’originale. Potrà apparire un controsenso, ma non è affatto così: ad esempio, il fatto di chiamare Sousuke con il –chan, quando si poteva trovare una strada alternativa, non essendo <i>comunissimo</i> nel linguaggio informale italiano (cioè, proprio impossibile da sentire). Riadattata ottimamente la musica nei titoli di coda.

<b>Giudizio Finale.</b> Miyazaki si presenta con un altro dei suoi capolavori, con un inconfondibile stile nel disegno e nella caratterizzazione del tutto, dando una propria anima al film. Poteva essere dosato in maniera migliore il tempo, magari con una qualche riduzione e qualche scena poteva anche essere ridotta, o addirittura completamente cancellata. La critica a carattere ecologico sull’inquinamento è stata sprecata al fine di rendere meno complicata la trama. All’inizio si nota l’inquinamento del mare, che porta Ponyo sulla scogliera e quindi all’incontro con Sousuke, ma poi non ne viene fatta più menzione, addirittura mostrando un mare limpido e privo di rifiuti nella parte finale, come se non ci fosse mai stato nulla. E’ un ottimo prodotto, migliore ad alcuni degli ultimi film di Miyazaki, pur non raggiungendo la vetta massima del regista. La pellicola non è esente da difetti, ma in generale si assicura un giudizio più che positivo.