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Il genere isekai è ormai ampiamente inflazionato e può stancare facilmente, visto che presenta numerose storie in sostanza tutte uguali, ma può ancora dare belle opere se questo materiale già proposto viene raccontato bene. Inoltre può anche attirare l'attenzione se inserisce dettagli originali in un soggetto ormai abituale. Sono stati proprio questi i due elementi che mi hanno spinto a visionare tale titolo, che alla fine non mi ha proprio deluso, ma neppure esaltato troppo.

Iniziamo col dire che la narrazione non sfrutta molto l'elemento di originalità del plot perché Usato, ragazzo evocato per errore, viene subito reso il solito protagonista isekai considerato una schiappa nel nostro mondo mentre nella nuova realtà si rivela essere un super campione. Nondimeno il fatto di rendere protagonista chi in teoria non avrebbe dovuto esserlo permette alla storia di concentrarsi più su di lui che sugli eroi effettivi, qui resi solo come dei comprimari, e questo permette un certo cambiamento rispetto alle trame canoniche del genere, anche se comunque non parliamo certo di cambiamento epocale perché riguarda solo la forma e non la sostanza che resta la solita.
Buona parte della storia ha un andamento piuttosto lineare, vertendo in larga misura (forse troppo) sull'addestramento del giovane da parte della terribilmente energica Rose, cui segue la battaglia finale (in realtà primo scontro di una guerra destinata ad essere più lunga) e poi un discreto epilogo che pone le basi per un proseguo.

Riguardo l'azione e la qualità narrativa siamo nella medietà: il momento migliore è la suspense che accompagna il combattimento degli eroi contro il cavaliere nero, mentre il resto (ossia l'allenamento di Usato, un mix di esercizi massacranti e prove pericolose) viene raccontato bene quanto basta per evitare la noia però non ci sono scene particolarmente riuscite o incisive. Vengono pure inserite ogni tanto delle gag, a volte davvero gustose e altre volte un po’ forzate.
Passando ai personaggi chi svetta su tutti è certamente Rose: non memorabile però dotata di vero carisma, in fondo la classica tsundere e tuttavia la narrazione del suo drammatico passato, pur non originale, ci permette di empatizzare con lei. Riguardo invece il protagonista Usato non mi ha preso molto: alla fine della sua introspezione si rivela essere il classico bravo ragazzo, un tipo di personaggio non insopportabile ma neppure troppo interessante. Gli altri due eroi non hanno proprio un grande rilievo nella storia, i loro momenti introspettivi sono ridotti e servono giusto a capire il perché delle loro azioni, quindi non li ho trovati noiosi e nemmeno coinvolgenti. I cattivi sono invece soltanto accennati ma potrebbe essere uno sviluppo interessante se davvero la storia, come suggerisce, ci mostrerà dei demoni che non sono i soliti cattivi a tutto tondo.

Molto buona l'animazione con design gradevoli e movimenti fluidi senza momenti al ribasso, mentre delle musiche mi è piaciuta abbastanza l'opening.
Concludendo, "The Wrong Way to Use Healing Magic" non è stato originale come pensavo, si è rivelato un fantasy in fondo ordinario, ma il suo compito di intrattenere lo svolge in maniera comunque onesta.