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Prima serie di tre per il personaggio Kojiro.
Sinceramente, questa serie non è particolarmente bella. Il tratto di Michi Himeno e Shingo Araki è meno bello che in “Saint Seiya” e appare inutile, perché compaiono tanti personaggi che rimangono sulla scena cinque minuti per poi morire. Non hanno niente che li faccia ricordare.

Ambientato negli anni ’80, nel mondo odierno in cui esistono ancora i ninja, troviamo questi shinobi non più al servizio di capi di governo o al servizio dei nuovi signori feudali, che sono i capitani di industria. Li troviamo al servizio di piccoli istituti di insegnamento. Uno di questi, minacciato da teppisti di un’altra scuola, assume Kojiro, uno shinobi del clan Fuma.
Dopo un primo episodio tremendamente sottotono, la cosa migliora con i combattimenti degli episodi successivi, i quali sono interessanti, ma durano molto poco. Molte delle trovate di Kurumada in questa serie ricompaiono rielaborate nelle avventure dei santi di bronzo.

Comunque, secondo me, la serie riesce, in virtù delle strane tecniche di combattimento, a meritarsi un sei.
Se non fosse per i nomi di Masami Kurumada, Shingo Araki e Michi Himeno, sarebbe una serie che non sarebbe nemmeno arrivata in Italia. Non brilla di luce propria in nessun aspetto.